Sembra di no ma è di sinistra, sembra di no
ma è di sinistra, sembra di no ma è di sinistra. Da domenica su tutti i giornali supporter Renzi è come le Hogan:
sembra che fanno cacare ma sono bellissime, sembra che fanno cacare ma sono
bellissime, sembra che fanno cacare ma sono bellissime… Training autogeno
spinto, Giucas Casella Asocial Club. Renzi ha vinto, e guai a chi non si
convince. Una vittoria netta, a sopresa, un pronostico impossibile tipo
Barcellona-Sambiatese: era stampato da talmente tanto tempo, che se non si
sbrigavano collo spoglio al discorso della vittoria di Renzi si sbiadiva
l’inchiostro. Cronaca di una sorte annunciata. Certo, un sacco di gente è
andata a votare. Un sacco in più delle previsioni, per l’esattezza. Ma Cuperlo
coll’appoggio di Bersani, Fioroni e D’Alema che raccatta la cacca del labrador
ai giardinetti non è una candidatura: è un vangelo riempi-seggio
secondo Matteo. Anzi, Matteo Primo. Il primo segretario della Nuova Sinistra. E siamo daccapo
all’inizio, alla codona di paglia sul tema che spunta subito nel primo discorso
di Matteo I. Illuminante. Ha voluto chiarire subito che no, questa non è la
fine della sinistra — a quello c’avevano pensato D’Alema e assimilati da mo’ — vi sbagliate: questa è l’ennesima
imitazione light della destra, una dieta liberista ma con tante verdurine e
omega3. Un Veltroni meno sfigato e vigliacco, un Blair tarocco in differita di
dieci anni, una versione craccata e craxata della sinistra Apple, un reload
dello zoo di Bettino. E infatti l’unica cosa chiara del giovane Tony Renxi è l’attacco
ai sindacati e alle pensioni di reversibilità delle vedove: repertorio da
rivoluzionario impavido, coraggio a palle d’acciaio proprio. Però c’è da
capirlo, eh. Va per esclusione. Se attacca le banche s’incazza l’alleato e
sostenitore Piero Fassino in arte Abbiamo
Una Banca; se attacca la finanza off-shore s’incazzano tutti i finanzieri
sponsor off-shore che c’ha; se nel paese più mafioso del mondo fiata su mafia e
questione morale s’incazza il sindaco fascio-affarista inquisito De Luca, che a
Salerno gli ha fatto prendere il 90mila percento dei voti. E non parliamo di
evasione fiscale o conflitto d’interessi, ché altrimenti gli amichetti Silvio e
Flavione non l’invitano più a casa a giocare. Perché ‘sta nuova sinistra è
così: gira, conosce, fa cose, vede gente senza pregiudizi: ma per fascia di
reddito. Briatore sì e Landini no, per dire. Più Figa e meno Fiom sembra di no
ma è di sinistra, sembra di no ma è di sinistra… Mauro, Maltese, Giannini e
altri onanisti mentali di Repubblica, avanti tutta che tanto non rimanete
ciechi: più di così è impossibile. E allora? Ora che avete portato a casa il
vostro ultimissimo modello di MacNiente, di Renzi-Station, di Matteo-Box,
divertitevi. Che colori, che grafica, che videogiochi di parole!!! Come quando col
musetto tutto fiero il Segretario Upgrade annuncia che lui a Firenze il
palasport l’ha chiamato Mandela Forum, mica cazzi. Che è come dire che se
trattieni una scorreggia combatti l’inquinamento atmosferico. Fumo di culo e
niente arrosto; merda parolaia; marketing stronziforme. Che funziona, che
vende, che al pueblo sempre più coglione ed esasperato piace sempre di più.
Perché la sostanza è un’altra cosa, la politica è un’altra cosa, il merito è
un’altra cosa. E’ una lettera di domenica mattina proprio su Repubblica (nella
foto la comoda versione Braille), nella pagina degli editoriali di Mauro, Scalfari
e compagnia non vedente. Riassuntino della lettera: bello Mandela, piace a
tutti Mandela, soprattutto perché se ne sta in Sudafrica morto, Mandela, e qui non
rompe i coglioni a nessuno coi diritti civili. Proposta nella lettera: senza
ipocrisie e facce di culo, allarghiamo o almeno iniziamo a parlare
dell’allargamento del diritto di cittadinanza ai cinesi sfruttati che muoiuono
nei capannoni come topi — anzi no: peggio, perché almeno ai topi non facciamo pagare
l’affitto per le trappole che li ammazzano, dai topi non ci facciamo fare i
maglioni sottocosto, coi topi non facciamo finta che siano invisibili. Niente
clandestini uguale niente ricatti, più cittadini consapevoli e meno cadaveri
intombati. Firmato Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana. Un tipo
strano. Niente scandali, niente mazzette, niente amichetti guappi o leopardati,
bilancio della Sanità in attivo. Niente massoni, niente berluschini, niente
leopolde frufrù cazzabubboli e programmi kinder sorpresa. Niente vergogna delle
proprie convinzioni, zero arrapamento per i conservatori travestiti o per i
travestiti conservatori, cioè Blair e la Thatcher. Buon’amministrazione, politica
solida, brutte giacche ma belle idee: difendere il lavoro, parlare di dignità e
diritti, stare dalla parte dei più deboli. Meno Mandela sui muri dei palazzetti
e molto di più nei programmi politici. Due palle, insomma. ‘Na rottura di
coglioni infinita. Materiale obsoleto, pesante, preistoricume lento che nemmeno
la Playstation 2 o il Commodore 64. Lo sappiamo, e chiediamo scusa. Nel tempo
della sinistra touch, una sinistra che tocca i problemi anziché lo schermo è
fuori moda. Crea disagio, confonde, imbarazza in società come un Armani da sera
messo due volte. Nooo, questo Rossi non va bene. Al nuovo Partito
Democratico-Cristiano che inciucia, che governa e si oppone, che svolta per
finta e affonda per davvero ne servono altri: i rossi di vergogna.
martedì 10 dicembre 2013
ROSSI: MA DI VERGOGNA
martedì 3 dicembre 2013
DARIO FU E SILVIO IN SALLY
Gli hanno persino
detto di andare a lavare i cessi da don Mazzi, ma lui che c’ha l’orgoglio ha
risposto a tono: se voglio lavare un cesso mi basta fare una doccia. Decaduto
che pare deceduto, oramai l’unica grazia che può chiedere è per il Milan messo
da coma: con due addì per evitare l’addio troppo caro di Galliani. Alla
vecchiaia è diventato pure tirchio, Silvione. I più affezionati (e senza
motivo…) a questo blog diarroico sanno cosa avevamo previsto su di lui: magari
ti salvano, ma non ti cacano più. Non sei più il cliente più importante del
negozio, sei solo quello più vecchio. Il rompicoglioni che vorresti sfanculare,
ma come si fa? Si fa che Alfano — un po’ per finta, un po’ no —
si fa il Nuovo Centrodestra. Che con dentro
Cicchitto, Schifani e Sacconi sembra nuovo come il grammofono e la Duna; che
con Formigoni, Pippone Scopelliti e altre super-hit degl’Indagatos Mariachi
(foto) scaricate da Ahiahi-Tunes più che un centro-destra sembra un centro-detenzione.
Un partito di governo che pare un dipartito in vista del voto: un morto che
parla nella smorfia Napolitana. Perché ormai la famosa repubblica presidenziale
ce l’abbiamo già, anzi, residenziale: nel senso che si fa tutto a casa di
Giorgio, il boss dei Quirinalesi. Leggi, strategie, cazzi e mazzi di governo.
La mitica vendita pidiellina delle spiagge, per dire, era ‘na cosa quasi fatta.
Ma ‘O Presidente Previdente s’è opposto: Guagliù
non scherziamo, che senza le spiagge io la sabbia per insabbiare le inchieste
di mafia sugli amici miei dove la prendo?! Stop, idea saltata. E mica salta
solo quella. Tutto può saltare, se gli salta in testa a Giorgio. Partiti,
alleanze, candidature al Colle — tutto, tranne il governo di Letta l’Intoccabile. E del resto è
proprio grazie al patto cogli Allettati (Gianni il Vecchio ed Enrico l’Antico)
se al Quirinale c’è ancora un Napolitano anziché un Romano: magari Prodi.
Peccato sia stato asfaltato dall’incapacità di Bersani (che almeno si è levato
dalle palle) e dal patto NapoLettano (tu al Quirinale bis, noi al governo)
colla famosa carica dei 101. Che non sono dalmata, ma cani sì. Traditori al
guinzaglio di Letta — e si capisce il perché — e probabilmente di Renzi: ma quello si deve capire ancora. Nel
frattempo ci ha rassicurato parecchio sentire che il Renzusconi la parola sinistra l’ha pronunciata solo quando al
confronto su Sky gli hanno chiesto dov’era il cesso. Già, il confronto su Sky:
roba arrapantissima, tipo un porno con Paolo Limiti, tanto entusiasmante da
vedere che i ciechi non sono mai stati così felici. Che spettacolo, queste
elezioni Ultimarie: perché sono e saranno le ultime che si fanno in un Partito
Democratico-Cristiano dove puoi scegliere fra Renzi, D’Alema e uno scappato di
casa alla Civati che prima fa le cose giuste eppoi chiede scusa scusissima per
averle fatte. Tristezza perfavore vai via, e portati appresso pure ‘sti begli
esemplari. E mentre Vendola al telefono se la ride sui tumori dell’Ilva e su
‘sto cazzo, solo una cosa sembra chiara: larghe o strette, le Fanghe Intese
sono su misura per Grillo. Lettalfanico in salsa cattocomunista, il piattone
stitico che vogliono tenere in cottura fino al 2015 manda fuori di testa la
gente. Che — come dicono sempre su Rete4, anche se poi non si ricordano mai di
dire chi ha governato fino a venti minuti fa l’Italia… — non ce la
fa più; che — come dicono i sondaggi — anziché impazzire va a farsi un po’ d’incazzoterapia in piazza con
Beppe. Certo a Genova è arrivata circa
la metà dei manifestanti previsti, ma il populismo tira ancora. E purtroppo
tira dentro anche l’ombra di quello che è stato un premio Nobel: Dario Fu,
altroché Fo, a impreziosire una pagliacciata tutta promesse. Soldi e internet
al mondo intero, rinegoziamo il debito pubblico come l’Ecuador (?!), accattatevi il
divvuddì mio e il libro di Casaleggio — camionate di telemarketing e fuffa cazzara che annegano qualche buona
idea troppo simile a una buona intenzione, e niente più. Anche qui tristezza a
pacchi, e anche nostalgia di puttanate vintage — non c’è più il milione di posti
di lavoro di una volta! No, ma c’è un posto da un milione al mese per la
Pascale. Eppoi c’è di nuovo Forza Italia, Silvio giovane come vent’anni fa
quando ancora non aveva i capelli, ci sono ancora le televisioni, c’è Dudù
pettinato come Casaleggio anche se Twitter gli sembra una marca di lubrificante
anale, al Berlusconi 2.0. Che poi in realtà è un Grillo 1.0: con Signorini e la
De Filippi al posto del web, ma ci siamo. Una versione classica del vaffanculo
sportivo. L’ha detto proprio lui, del resto: siccome sono come Beppe, fuori dal
Parlamento e incandidabile perché pregiudicato, anche per me non cambia niente.
Allora non tutto è perduto. Mettici
un po’ di pane, un po’ di figa, un po’ di Europa bastarda che c’ha rovinato
(mica come Tremonti…) e forse qualcosa s’è salvato: circa 8 milioni di voti.
Otto milioni di persone pronte a rivotarlo: forse non è stato poi tutto
sbagliato. Forse era giusto così, forse, ma forse ma sì: al voto ci toccherà di
nuovo un Silvio in sella e in Sally. E adesso chi cazzo glielo dice a, Vasco
Rossi...
domenica 10 novembre 2013
IL FALSO NUEVO
Riassumendo. A New York la sinistra prende i voti difendendo la giustizia sociale, in Italia la ex sinistra li perde difendendo l'ingiustizia della Cancellieri. A New York Bill De Blasio - anche se la città ha già la pressione fiscale più alta d'America - propone tasse sui più ricchi per aprire scuole e ospedali, in Italia l'idea più bella del mondo secondo tutti è detassare i villoni a quattrocento stanze per fottere le medicine e la maestra di sostegno a chi c'ha quattrocento euro al mese scarsi. Bill De Blasio non è un ragazzino emmanco un ragazzotto della politica; è uno navigato, che ha fatto la scuola da Hillary Clinton e i capelli bianchi per le strade; è un americano con padre tedesco che ha scelto il cognome della madre d'origine beneventane, che ha sposato una donna di colore con esperienze lesbiche, che ha un figlio pettinato come Jimi Hendrix che si chiama Dante. Noi il massimo che c'abbiamo è un ragazzotto pettinato come il fottuto bambino della Kinder, un sindaco che nella città di Dante se ha combinato qualcosa non se n'è accorto nessuno, un raccomandatissimo dall'Azione Cattolica a Mediaset che vuole tagliare le pensioni di reversibilità e incularsi i sindacati ma guai a tassare i finanzieri off shore perché lo sponsorizzano pesante. Nessuno mischiato con niente, ma vestito Apple: il futuro berluschino del Partito Democratico eccolo qua, in mano a uno che se gli dici Benevento ti risponde Mastella. Che in effetti è l'unico a mancargli nel dream team di Coccodritti (foto) famelici che lo sostengono, ma c'è tempo. Per ora si tiene Veltroni e Gentiloni che vanno bene per la rima, Franceschini già meno, Orlando l'Antimafiosauro chiacchierato meno ancora - ma sul RenziBus destinazione piazza Vittoria i meglio stanno arrivando adesso. Sale fra gli applausi don Antò Bassuline alias Totonno La Chiavica, appena assolto per lo scandalo rifiuti a Napule: innocente come a Cristo, lui la mondezza sapeva trattarla come dio comanda - basta vedere come ha riciclato subito subito sé medesimo. Dopo un giretto da ministro con Berlusconi, uno con Prodi, uno da Terminator della Calabria, uno come coordinatore nazionale nell'Mpa del pregiudicato Lombardo (perché a lui non gli fa schifo niente, ma manco a Lombardo...) un altro mito si accomoda sul bus al posto per gli handicappati grammaticali: Agazio Agaziator Loiero, che graaaande!!!! Anche lui innocente come Cristo e più di Cristina D'Avena, ma senza cantare: da lui sugli 800 milioni di euro scomparsi in depuratori farlocchi quand'era Presidente della Giunta e Commissario regionale all'ambiente non è uscita nemmeno un do di petto o di mazzetta, per i giudici di X-Factor. Che, nell'innovativo format della Calabria, se il concorrente non canta sono loro a essere eliminati. Loro con tutta l'inchiesta - smontata, smembrata, fatta a pezzi, cancellata. Così poi ti dicono: visto, visto che nell'inchiesta non c'era niente?! Vai Agaziator, vai assolto colla famosa formula E Grazie al Cazzo, vai a portare un pò di novità nella politica di Renzi anche tu... Perché il bello alla fine è questo. In America, giusto o sbagliato, il nuovo di De Blasio è nuovo davvero. Facce nuove, idee nuove o comunque diverse. Non farà bene? Avanti il prossimo. Da noi no. Da noi il nuovo è sempre di terza mano, sempre lo stesso e degli stessi, è ringraziare la madonna se De Mita non c'ha tempo e Cuffaro non c'ha l'ora d'aria: altrimenti appoggiavano Renzi pure loro. Renzi, il nuovo italiano, cioè il nuovo per finta, il nuovo impossibile. Anche non fosse il paraculo arrivista e inconcludente che è, anche fosse una compilation di Kennedy Batman e Berlinguer, con una zavorra di vecchi coccodrilloni affamati così dove cazzo vuoi andare? Dimmi con chi vai e ti dirò se torni a casa. Se la squadra è questa che minchia di partita ti vuoi giocare? L'unica possibile, la stessa di Letta nel derby personale fra democristiani 2.0: la partita del potere da spartire facendo finta di governare, il solito catenaccio di Fanfani-Andreotti-Forlani che manco il Trap ai tempi d'oro. Una supercazzola pittata di fresco messa su da chi a momenti ci finiva, al fresco. Perché se in Spagna e Germania il Falso Nueve funziona soprattutto con Guardiola, in Italia il Falso Nuevo funziona soprattutto per non finire in guardina.
domenica 3 novembre 2013
PREFETTA PERFETTA
Non pensateci nemmeno ad attaccarla, che questa mena. La Prefettona di Ferro mica scherza. Contro di me un attacco politico ma non sono Berlusconi: in effetti somiglio più a Mickey Rourke in The Wrestler (fotoconfronto per credere...). E anche a Mussolini e Churchill e Bud Spencer, se è per questo e se la guardi di profilo. Ma soprattutto, a proposito di profilo, il nostro minestrone dell'Ingiustizia Anna Marione Cancellieri ha sempre avuto quello istituzionale da mastino napoletano che ti dice che la saldezza della Repubblica è assicurata. Assicurata alla Sai di Ligresti, abbiamo scoperto. Giulia non sarà nipote di Mubarak ma è sempre figlia di don Salvatore, la superstar delle mazzette from Paternò to Milano da circa trent'anni. Intrallazzatore universale dal sottobanco a Mediobanca, trombamico di La Russa padre (gli ha assunto il figlio Geronimo in Premafin, la ditta familiare), gran pagatore di Craxi (ha cementificato mezza Lombardia grazie a lui), schiavo d'amore di Silvio ma anche arrapante oggetto del desiderio delle coop rosse (Unipol gli ha appena passato 11 milioni dei soci risparmiatori a titolo personale per comparsi Fondiaria Milano e Sai e fare la pubblicità con Silvan: Silvan, porcatroia...), Ligresti ha trascorso più tempo in galera che a casa. E modestamente si è sempre trovato benissimo fra i colleghi delinquenti, eh. Ma purtroppo 'sta genetica è una puttana traditrice e 'ste generazioni nuove non c'hanno la tempra. Neanche il tempo di carcerarla per le simpatiche attività di famiglia che la figlia Giulia quest'estate inizia a stare male: perde peso, sbrocca, non ha appettito - e grazie al cazzo, direte voi, con quello che si sono mangiati in questi anni... Invece no, no ragazzi. Non scherzate, questo è un caso umano. Una pregiudicata, sì, ma pure una povera afflitta delle nostre carceri che sono un inferno: più afflitta che povera, per fortuna sua. Crescere in mezzo alla cartamoneta ti rende più debole, più fragile, più delicata e sempre più emozionata e dolcemente complicata - 'na specie di Fiorella Mannoia, ma cleptomane. E mica sei malacarne di tossico, malato, spacciatore, negro e mortodifame che in carcere - se non t'ammazzano - puoi creparci ed essere buttato ai cani che sai a chi gliene fotte. Quelli stanno bene dove stanno, alla fine hanno rubato quattro soldi; Giulia invece ha patteggiato crimini per milioni, e giustamente può chiamare il ministro dell'Ingiustizia sul cellulare per chiamare un cellulare che la porti ai domiciliari. 'N'amica di famiglia, vedi tu il culo. Una che frequentava da sempre casa loro. Una paracula che si vendeva come Prefetta di Ferro. Una che si mette subito a disposizione: dice proprio così, come i mafiosi - che per un ex Ministro dell'Interno non c'è male. E non c'è male neanche per la Procura di Torino: la Cancellieri non ha abusato del suo potere e non è indagata anche perché nessuno dall'amministrazione penitenziaria l'accusa, fanno sapere. E figuriamoci se c'è male per la politica: quando la Ligresti esce tutti zitti, adesso che scoppia il casino tutti a fare le puttane pulite e scandalizzate. L'amministrazione penitenziaria rende poi noto che loro s'interessano di tutti i casi difficili, non solo della Ligresti: praticamente la più bella battuta del millennio. La Ministrona nel frattempo - copertissima da LettAlfano, Giorgio 'O Guappo Napolitano, tutto il Pdl alias Forz'italia alias Ruby Tuesday ma anche gli altri giorni della settimana - dichiara: Ho la coscienza a posto - è lì che tengo belle in ordine tutte le raccomandazioni per mio figlio... E siamo arrivati, come al solito. Ogni scarraffone è bello a mamma sua: anche quando mamma somiglia a un Triceratopo (fotoconfronto bis). Siamo arrivati a lui: Piergiorgio Peluso. Peluso come il cognome del papà, ma peluso come il triplo mento di mammà. Manager bravissimo, soprattutto a nascere nella casa giusta. Entra in Unicredit ma poi è talmente un fenomeno che i Ligresti vogliono assolutamente assumerlo. E lui gli finisce di distruggere le aziende, oltretutto salutando con 5 milioncini fra buonuscita e stipendio per passare a Telecom come direttore finanziario: giusto in tempo per sdirrupare lo sdirrupabile anche lì, eppoi via che arrivano gli spagnoli a raccogliere i cocci. Che carrierone Piergiorgio, puttanamaria. Anzi, Annamaria. Mamma Saura sarà orgogliosissima: prima dai comparucci di famiglia Ligresti, poi in Telecom quando lei è ministro dell'Interno e a Telecom - guardacaso - deve decidere se assegnare o no gli appalti più ricchi d'Italia... Bello Piergiorgio di mammà, che da solo non sai farti neanche una sega. Nausea molta, novità poca. Ladri, raccomandati, incapaci, grandi figli di e grandissimi figli di puttana - la solita Italia dove l'unico diritto che hai è chiedere Chi conosci in ospedale, in municipio, in tribunale? Un paese che affonda fra nepotismo generale e Nipotismo Lettiano, fra favori e ricatti, fra parole buone e ipocrisia cannibale. Un paese in cui nessuno davvero può alzare il dito accusatore: perché dal dito verrebbe una fragranza che non vi dico. Eau d'Italie, le parfum: l'odore del paese dove anche le Prefette Ferree in realtà sono Perfette Merdose.
mercoledì 9 ottobre 2013
I GIUREINCONSULTI
Sono il
vostro capo indiscusso, per questo vi seguo. Alla fine è andata così: talmente
triste da pisciarsi addosso dal ridere — un grande classico di Berlusconi, di Forza Italia e forza Italia
che un’altra figura di merda mondiale l’hai fatta. Ma del resto. Dire l’avevamo detto non è mai chic, però noi
non siamo chic e sempre una porca soddisfazione è. L’avevamo detto, allora, e i
lettori più regolari del cacapranzi della Marcuzzi strafatta di Activia lo
sanno: in circa 100mila Papaluti, l’avevamo detto. E scritto e postato e
stradetto. Tutto abbiamo fatto, tutto tranne addestrare qualche miliardo di
pappagalli a ripetere che ‘sto governo cadrà il giorno che dal cielo pioveranno
Mon Cheri. Rincoglionito e occupato com’è a passeggiare il cane e Frangeschina Telecafone,
Silvione avrà scambiato per cioccolatini al liquore qualche stronzo di Dudù — altrimenti
non si spiega perché ha insistito per spaccarsi le corna contro Letta Continua.
Siccome sarebbe un imbarazzo per lui ma soprattutto per noi, non pretendiamo
che le facilissime Profezie per Scemi se le cerchi qua: però manco Vespa gli va
bene più?! Bastava guardarsi la puntata di Porta a Porta prima del voto di
fiducia per risparmiarsi quella passata di Badedas al guano di scimmia. Ospite
Benito Benedini, uno che voi direte chi cazz’è; è uno leggermente più a destra
di Hitler, uno Zampetti colla tessera del Fascio, un industriale che fosse per
lui fabbricherebbe solo olio di ricino e manganelli, uno che vota Berlusconi
pure al televoto della De Filippi, soprattutto uno che si tira appresso tutti
gl’imprenditori di Milano e buona parte di quelli della Lombardia da una
quarantina d’anni. Un capoccia dei capannonari amici di Silvione, insomma, mica
Ho Chi Minh. Eppure quella sera lì, tel chi il Benedini bello fresco che ti
spara in camera: Questo guverno deve
andare aaavanti!!! Ciao Silvione Capone, ciao. Finito, fottuto come boss,
fuori dai giochi e colla serranda giù. E dire che era lui a volerla abbassare
all’officina LettAlfano, la serranda: voi non mi preparate i turbo accrocchi
Abarth per scapparmene dalla legge e io che sono il miglior cliente vostro vi
faccio chiudere tutto. Ma — e pure questo avevamo detto: quando cominci poi è una cazzo di
droga… — Silvio Pelliconi ormai è un
cliente, non il cliente che ha
sempre ragione in bottega. Draghi, Mediobanca, Confindustria, Giornaloni,
Chiesa, Letta Zio, Cei Anas e Aiscat; il Banchiere, il Corriere, le dentiere di
Scalfari e Napolitano: Berluscò
noi ti possiamo pure salvare, ma mettiti in fila, aspetta un indulto,
‘n’amnistia con calma e non romperci i coglioni — tanto al massimo te ne vai ai
servizi sociali per Natale, quando le arance da raccogliere sono più dolci…
Questo era, e questo è stato. Anzi, Stato: nel senso dell’Italia che cambia
ufficialmente padrone quando in realtà sono sempre gli stessi. Quelli che
c’hanno le chiavi dell’Alfetta di Enrico e Angelino. Quella che a Silvio gli è
passata sopra, ha tirato dritto, lo ha stirato sulle strisce del pigiama da
carcerato che non sarà mai però è meglio se si mette buono che Hammamet è
vicina. Strada libera, addirittura una mezza rivolta degli schiavi (finta, mi raccomando…)
per dare al governo l’agibilità politica che Silvione voleva per sé, come le
carezze della canzone di Morandi: in ginoooocchio da teeee, per l’appunto. Ma
aspettare e inginocchiarsi per fare che, poi? Cooome?! Non vedete, non sapete,
non capite l’urgenza e lo scopo??!! Per salvare il Paese, per spaccare il culo
all’Unione Europea in matematica, per consolare le vedove e gli afflitti e le
cesse baffute ancora vergini, per curare i calli ai segaioli, per difendere
tutti noi dall’Ingiustizia dalla Povertà e dal Barone Ashura (foto) come Mazinga Zeta… E cioè a dire per
proseguire un sostanzioso cazzo di niente. Le solite partite di giro sulle
tasse che sono prese in giro, le solite elemosine democristiane ai più
sciancati per derattizzarsi la coscienza, le solite eleganti manovre da Mammut
colla sciatica per arrivare alle politiche del 2015, anzi 2115, megli’ancora
5115 per non rovinare l’eccellente lavoro
svolto finora dall’esecutivo. E mentre l’esecutivo lavora d’eccellenza i
risultati si vedono. Telecom (piena di debiti) se la piglia Telefonica (piena
di debiti): più che banda larga, cinghia stretta; ma guai a dare la colpa a
qualcuno di ‘sto capolavoro — tipo tutti i magnager ammanicati colla malapolitica che Telecom
se la sono spolpata negli anni, tipo le grandi banche italiote che acchiappano
i soldi e scappano come sempre, tipo il mitico presidentissimo Bernabè che si
becca 6 milioncini di buonuscita anche se lui ha saputo solo dall’Ansa che gli stavano comprando l’azienda sotto
il culo… No, l’unico caso in Europa di un paese che per utilizzare la propria
rete di comunicazioni e sicurezza costruita coi soldi pubblici dovrà chiedere
il permesso a un proprietario straniero non è colpa di nessuno. Il brigadier
Cazzabubbolo dovrà imparare lo spagnolo ma se la deve prendere col clima, la
sfiga, l’oroscopo di Branko: la colpa non dev’essere di nessuno, perché la
colpa è degli amiconi che stanno dietro il governo e davanti a Silvio nella lista
dei preferiti. Quattro dita di sporco, tre d’incompetenza, due di facce come il
culo e due di facce presentabili ma manco troppo: il mischione che incolla il
governo eccolo qua, la ricetta perfetta per l’antiruggine che mantiene come
nuova la ferraglia della nostra classe dirigente e digerente. Altro
esempiuccio, giusto per farsi l’ulcera quanto la Fossa delle Marianne?! I Cinque
miliardi cinque per i comparucci della Cai scarnificati a scuole e ospedali per
salvare Alitalia che adesso diventa lo stesso Alitalià, ma al costo netto di
mezza baguette per Airfrance e d’un sanguinaccio d’euri per noi. Soldi facili
in bocca ai grandi prenditori, che splendidi collo splendido Letta stanno
studiando una splendida alleanza fra Alitalia e Trenitalia: nascerà Poveritalia, l’unica compagnia aerea col
cesso sempre rotto, il controllore petomane e gli ambulanti a bordo per tutto
il viaggio. Accucchiare il lebbroso e l’appestato. Che progetti, che visione,
che idee. Roba talmente losca e perversa che manco Cirino Pomicino incrociato
con Tinto Brass. Bella, Enrì! Poi in parlamento puoi dire, fare, baciare,
lettera testamento e legge di stabilità: però il centro di questa politica
centrista resta la tutela di poteri forti, che di forte ormai c’hanno soltanto
le cuciture delle pezze vista natica. Non a caso — nel programma e nel
programma-bis recitato a poesiola alle Camere — il presidente del Consiglio non
ha mai spiccicato la parola legalità. Perché
Henry Mi Presento al Pidielly non è
un coglione, anzi è un furbone pure coerente. Se il mio padre-padrino Giorgio
‘O Napolitano ha di fatto asfaltato le inchieste su mafia e politica, che sono
fesso io a parlarne?! Eppoi ‘sta lotta al crimine è merce che non serve, non
piace, è antiquariato che non rende. L’Italia deve avere nuovi obiettivi, nuove
puttanate, fuffa fresca per coglioni raffermi. Parola d’ordine e del giorno: Riforma della Costituzione. Giusto,
impeccabile, sacrosanto! Questa Costituzione ha rotto le palle, non va bene
più, deve cambiare con il Paese che è cambiato — troppo bella per un’Italia
diventata troppo di merda, effettivamente. Apposta il Quirinale, sempre
lungimirante, ha raccolto una super-squadra di Quaranta Saggi per riscriverla. Gente preparata, seria,
studiosi della madonna, il meglio che c’era. Quagliariello, per dire, che ha
superato le durissime selezioni solo perché all’ultimo Gasparri ha rinunciato
per partecipare a Sballando con le Stalle,
un talent in cerca di sparacazzate da trasformare in vaccari. I Nostri Eroi
sono già all’opera, e non si coglioneggia. Tutto il giorno a pensare, eh, a
costituzionare. Infaticabili, impegnatissimi, saggi. Tranne cinque non tanto
saggi, ma impegnatissimi lo stesso: a leggersi gli avvisi della Procura perché
truccavano concorsi all’università, favorivano parenti e mignotte, promettevano
posti agli amici gridandolo proprio al telefono. E si vede che questi sono i
saggi che possiamo permetterci oggi… La Repubblica fondata da giureconsulti
immensi che all’Italia democratica hanno dato la Carta Fondamentale, verrà
affondata da giureinconsulti imbarazzanti che all’Italia partitocratica non
possono nemmeno dare una fedina penale pulita: e forse ce lo meritiamo. Nel forse siete pregati di leggere
forsennato ottimismo. E siccome oggi siamo come la Rai con Montalbano (solo
repliche) vogliate gradire un commiato in versione reprise: buonanotte, e
buonafortuna.
domenica 8 settembre 2013
TUTTI UNITI CONTRO TUTTO IL MEGLIO
E dire che una volta si vendeva come l’Obama italiano. Oggi invece - sputacchiato da Putin, non cacato dagli alleati, in trip chimico su ‘sta Siria da missilare a cazzo e alla Bush – è Obama che si venderebbe figlie e mogliera per essere il Renzi americano. Qui in zona Papaluto il Fighetto del Chiantino ci sta sul culo, però lo stesso gli consigliamo di guardarsi il suo, di culo: e di guardare nello specchietto retrovisore ogni volta che va al bagno. Con tutti ‘sti fan all’improvviso per lui c’è il rischio uccello Paduli, anzi Pidduli. Vai Renzi, forza, miiittico Matteo, io sempre stato con te, eh, anche quando ero contro, anche quando ti volevo mettere il topicida nella finocchiona. Che tristezza, e che sveltezza a passare con lui. Fassino, Franceschini, Veltroni, Orlando e persino don Antonio Bassolino appositamente uscito dalla tomba di mondezza dov’era conservato: con un sostegno così ampio e fresco di catacomba, la prossima segreteria di Renzi il giovane sembrerà quella di Crispi e Giolitti da vecchi. Ad arrivarci, poi, al congresso. Correnti pericolose che nemmeno la tre e ottanta industrale, spifferi che manco al Colosseo, regole egizie scritte in sumero con sottotitoli in finlandese: più che le primarie al Piddì servirebbe un primario: di psichiatria. Per risolvere la paranoia staliniana dell’Unità, ma non nel senso della salamella arrosto o del giornale che ormai è bollito. Al congresso tutti uniti davanti, ché poi c’accoltelliamo con calma didietro. La verità è che ‘sti ex comunisti hanno buttato nel cesso il meglio dell’antico (la rettitudine morale, la vicinanza non paracula alle classi popolari, la preparazione culturale e politica della classe dirigente, tanto per dire due fesserie…) per tenersi il peggio. Ma aggiornato col peggio del peggio di oggi, colle trovatine berluschine, colle stronzissime furbate inciuciste. Una mostruosa cover-revival, insomma. Tipo Nicola Di Bari remixato da Moreno di Amici cantato con Mariano Apicella, tipo il comunistone Giorgio O’ Napolitano Filosovietico Nemico ‘e Berlinguer che adesso fa il SalvaLaPatria Beghelli di manica larga con Letta, Silvione, Mancino, Mori e compagnia delinquente. Politicamente di rosso non resta niente, ma zoologicamente sì: la ferocia da formicaio cannibale con cui ti e si sbranano fra loro — da formiche rosse, appunto. Guardate adesso. Giusto o sbagliato c’è un candidato segretario che piace alla base (suggerimento/avvertimento: più sbagliato che giusto, ricordatevi che a questi della base piaceva e piace ancora D’Alema, porcatroia D’Alema…) e che molto probabilmente vincerà. Normale, fisiologico, democratico che tu cerchi di contrastarlo nelle primarie, e contrastarlo anche in maniera tosta: se poi però va male, t’adegui e ci riprovi alla prossima. Non sia mai, che Lenin e Stalin piangono! La grande tattica bulgara degli anni 50 è arrivare al 97.000 percento di consensi, dare il cucuzzaro sano sano a chi non deve vincere, ma stravincere: così sembriamo un pugnettone compatto e compagno d’amici. Renzi sei forte, non posso batterti, io t’appoggio e un millisecondo dopo la vittoria te l’appoggio al culo. Meglio tramare che votare, meglio scannarsi che confrontarsi, meglio sparire che chiarire: le Botteghe non ci sono più, ma le Beghe Oscure vivono e lottano ancora insieme a noi, ex compagni e tutt’ora coglionazzi che ci credete!!! Il centralismo democratico, in pratica; in pratica l’esatto contrario della democrazia partecipata e trasparente; il Partito Democratico, il sostantivo che nega l’aggettivo. Tutti contro tutto, a partire da se stessi: a costo del partito stesso. Tutti assieme contro tutto il meglio, e a costo di tutti i costi: basta non dividersi davanti alla nostra gente. Ma vaffanculo, và. Allora meglio dorotei contro andreottiani, che là almeno un po’ di competizione e di sangue gruppo diccì negativo correvano. Dramma nel dramma, però, è che il Partito Antidemocratico è sicuramente il meno peggio in giro. Spariti i partiti popolari ci sono rimasti i clubboni e i clubbini populisti. Vi piace di più Forza Nuova Italia Popolo della Libertà ma soprattutto Libertà per il Presidente non mandatelo ai domiciliari che poi lì ad Arcore s’ingorgano tutte le troie della Brianza e noialtri puttanieri dell’esercito di Silvione ci dobbiamo arrangiare cinque contro uno? O vi arrapa di più il Movimento 5 Stelle, nel senso che per vedere le stelle con un calcio in culo basta ordinare un caffè nero quando GianBeppe Grilleggio dal blog talebano di Al-Qazzeida dice macchiato con zucchero di canna per tutti? O siete davvero degli zozzoni coprofagi della politica e vi piacciono i movimenti soprattutto di panza tipo Scelta Civica, prossimamente Sciolta Civica, quattro voti che a botta di coliche scazzose fra Casini e Monti stanno finendo in diarrea subatomica? Questo è il quadretto. Scegliete, o sciogliete, e perite. Sempre ricordando però che la democrazia in Italia è come la figa: non te la regala nessuno, ma te la possono fottere tutti. Ameeeeen.
mercoledì 21 agosto 2013
IL CORTO DI SCASSAZIONE
Dopo l’invenzione delle banche del fascismo e dei neutrini
in galleria della Gelmini, pensavamo che l’Italia avesse smesso di regalare
capolavori al mondo. Pensavamo noi di Macondo, i soliti pessimisti. E invece
eccola qua l’ideona. Al diritto penale moderno la Corte di Cassazione non
basta, serve quella di Scassazione. Di più, occorre urgentissimo il quarto
quinto sesto grado di giudizio con finalissima e rigori: scassiamo tutto per il
Corto di Scassazione, per Melisso B cento golpe di spugna prima di andare a
dormire ai domiciliari. In qualunque altro posto del pianeta — pure in Micronesia,
pure a Mirabilandia — le sentenze della magistratura passate in giudicato non
si toccano, e il condannato passa in galera o ai servizi sociali o al
carrettino dello zucchero filato coi bambini di merda che sbavano e piangono
senza un cazzo di motivo. L’ultima è abbastanza tosta, ma a Mirabilandia colle
condanne non si scherza. Nel resto d’Italia sì. Cassintegrazione, suicidi di
disoccupati, il solito disastro della scuola che inizia fra le macerie? Ma che
cazzo dite: l’importante è l’Agibilità Politica. Che sarebbe poi l’Agibilità
Penale, che sarebbe poi l’Agibilità del pene in senso stretto e largo:
soprattutto largo, in culo alla giustizia all’uguaglianza e alla decenza.
Riforma della magistratura, dice Giorgio ‘O Napolitano. Riforma dei magistrati,
pensa Silvio il Corto. Un accordo lo trovano, comunque: anche perché il Boss
dei Quirinalesi quando vuole il trattamento alle Procure glielo fa — citofonare
Ingroia e chiedere di Mancino, se non ci credete. La magistratura che da potere
indipendente dello Stato diventa ‘na bocciofila a comando, i magistrati
cacacazzi che vengono promossi guardie alpine in Val d’Aosta o sullo Stelvio,
una passata di ruspa sulle condanne definitive ecciao. I grandi progetti
dell’Italia per il futuro eccoli qua. Colle menti più lucide della Nazione — le
stesse che ogni minuto ti spiegano fichissimi che in America, in Inghilterra
fanno così e cosà — a scordarsi
l’America e l’Inghilterra per studiare una soluzione da Cile di Pinochet, da
Bananas di Woody Allen. Tutti gli stessi, ‘sti grandi editorialisti che
studiano e viaggiano e tutto: belli i princìpi, belli i viaggi, bello tutto, ma
più bello di tutto è tenersi il Martini dry e il posto di lavoro al Corriere
via Arcore. Ma del resto per chi lo devi fare l’eroe, quando il nostro giovane
premier morto a vent’anni di democristianite per prima cosa va dai Ciellini a
Rimini col messaggio di rinforzo by Napolitano? Applausoni, eh. Amiconi, eh.
Applausoni per gli amiconi, in genere gente stupenda e rassicurante: Andreotti,
Forlani, Formigoni e addirittura qualche non indagato — ma per sbaglio. I
Ciellini del resto sono fatti così, battono le mani a chi gli somiglia: quando
le mani non ce l’hanno occupate da una mazzetta o una manetta. L’Italia
annunciata da NipoLetta Orsomando è come la Fiat di Sergio Minchionne:
vivacchia, anzi muoricchia, aspettando che qualcuno se la pigli. Magari una
multinazionale che tira, magari italiana. E chi meglio dell’unica, vera
invenzione italiana che assieme alla pizza il mondo intero ci copia? Cosa vuoi
di più d’una bella cessione d’azienda alla mafia?! Niente, ma tranquillo che
come a Mirafiori i soliti scassaminchia della Fiom li trovi sempre. Non molti,
perfortuna; sempre meno, ringraziando dio e il partito unico della Lupara che
Ride in parlamento. Ma ci sono. Razza dannosa, non comune, che non si fa i
cazzi suoi per fare il bene comune. Di tutte le terremotate istituzioni
italiane, infatti, l’unica che ancora produce e incide sul territorio è la
figura del Sindaco. Eletto da una legge elettorale decente e funzionante, senza
porcellum di mezzo ha la concreta possibilità — bene o male — d’amministrare.
Bene o male: e qui sta la differenza, e qui puoi diventare il Nemico in Comune
e in comune. Disdici un appalto, sposti d’ufficio un corrotto, non fai più
favori ai comparucci di panza e sostanza: cose reali, tangibili, piccole ma che
cambiano subito e sul serio l’andazzo. E allora ti devi guardare dai nemici
dichiarati, dai nemici occulti e dai nemici travestiti da amici che prima
t’appoggiano per quello che dici eppoi t’affossano perché fai quello che dici o
almeno ci provi. Sempre la solita storia, una Bruttiful in mille puntate:
l’ultima a pagare è stata Carolina Girasole, che per averci provato a Isola
Capo Rizzuto alle ultime elezioni è stata cacciata con ignominia e calunnie. Ma
ne vale ancora la pena, e per quanto? Di questo e molto altro parleremo con
Franco Froio, sindaco di Piopoli che ringraziamo per la possibilità di
confrontarci sull’operato d’una giunta che su certi temi sembra il Fantasma Formaggino;
e con Giannetto Speranza, sindaco che a Lamezia è speranza davvero; e con Maria
Lanzetta, sindaco dimissionario di Monasterace che dopo tante minacce e
delusioni la speranza forse non l’ha persa; e con Peppe Baldessarro, che ci
racconterà la vergogna del Caso Fallara e il processo alla grande speranza
della politica calabrotta Pippone Scopelliti. Proprio lui, il Presidente sempre
in Rayban e in udienza per le ruberie della sua amministrazione comunale. Lui
che può vantare il Consiglio Regionale più pregiudicato e ‘ndranghetista del
mondo, lui che ha lasciato Reggio sotto milionate di debiti e di scandali, lui
che ha malamministrato e malamministra, lui che è stato il sindaco più amato
amatissimo d’Italia nonostante il torbido e la puzza. Anzi, proprio per questo.
Perché da noi le buone intenzioni non te le perdona nessuno, ma le peggiori te
le votano tutti. Non ci credete, non l’accettate, non ci volete stare? Allora
state con noi in piazza a Montepaone Lido, Giovedì 22 alle 21,30: ci vediamo lì
— se avete una testa portatela, si divertirà.
lunedì 12 agosto 2013
GOLPE DI SOLE A MANI NEL SACCO
Passi
per Napolitano, che ormai se poco poco glielo tocchi minaccia di farsi una pera
di babà al rum e di morire pieno d’overdose (Elio & Troubled Stories, Supergiovane). Passi —
ma già meno — per Draghi che pur di dargli una mano si mette a
leggerla, la mano, e a fare pure gli euroscopi (Europa, arriverà la ripresa; Ariete, arriverà una bella fica o un
maschione…): un giorno, forse in autunno, mò vediamo quando ma intanto
calmini e pregate: una cosa talmente rigorosa e scientifica dal capo della
Banca Centrale Europea, che se guardate le nuove banconote da 5 in controluce
ci vedete Paolo Fox. Passi, e qui è il vero programma di lotta alla
disoccupazione, per tutti i ministri, i sottosegretari, i capigruppo, i
presidenti di commissione, i parlamentari, insomma tutta la nidiata fresca
fresca dei figli di secondo Letta e del suo governo. Gente che s’è appena
piazzata, senza un passato e senza un futuro, impoltronatissima che una botta
di culo così quando gli ricapita, al loro culo? Questi giustamente vogliono resistere,
restare attaccati alla seduta comoda, tanto che hanno pure fondato
un’associazione: Nessuno Tocchi Lettino,
e il simbolo è una Frau passata col Bostik. Normalità, italianità,
governabilità alla morte — nostra, possibilmente. Ordinaria malamministrazione.
Poi zompi e girelli per i canali, e fra le repliche di Masterchef Papua Nuova
Guinea si vede uno che ti cucina questa meraviglia al tg: La recessione è finita, in Italia la ripresa arriverà. Minchia,
pensi subito, chi è ‘sto bastardo che gli copia gli oroscopi a Branko Draghi?!
Poi guardi meglio, e capisci che è uno che può: a Draghi gli ha fatto il vice
in Bankitalia, c’ha un carriera e un curriculum — anche se
adesso sembra più una gran faccia di curriculum. E’ Saccomanni, il ministro
dell’Economia; che però, con una passata di Bartezzaghi, sembra Mani Nel Sacco:
della puttanata. La Callas che canta ad Amici. Un Direttore Generale della
Banca d’Italia — uno dei pochi posti in Italia dove essere un
coglione raccomandato non è ancora obbligatorio — che si smerda
la carriera d’economista e di studioso così. Ci sarebbe da chiedersi perché,
però facciamo prima a chiederci per chi. Per i pezzi di Stato, di banche, di
giornali e di dentiere che sostengono le Fanghe Intese. Per i soliti che ancora
hanno il coraggio di difendere il Governo del Fare, che nel frattempo è
diventato del fare parole e silenzio. Parole loro sugli annunci di
provvedimenti urgentissimi, rapidissimi, bellissimissimi che vi cachiamo
subitissimo e prima di mò — ma meglio a ottobre. Silenzio o pietosa
omissività degli osservatori e dei presunti cronisti per un governo che sulla
tastiera c’ha solo il tasto Rinvio. Fortuna
che ogni tanto Enrico, il nostro amatissimo Presidente su Consiglio (dello
Zio), s’inventa pure qualche sapida gag per non farci intristire: Il governo non andrà in ferie — e
voglio vedere chi se ne accorge… Immobili, paralizzati, impantanati da
subito, inutili e incapaci di fare un cazzo come sono, chi se ne deve
accorgere?! Eppure la loro missione la stanno centrando in pieno: occupare il
vuoto, impedire scossoni, anestetizzare i cervelli, ammosciare le teste e i
testicoli. Più che per il culo, questi ci pigliano per stanchezza. Ma i mezzi
però li usano tutti, persino la Kamikazeconomy di Mani Nel Sacco. Il
ragionamento è semplice, la strategia in due parole: aspettate ragazzi, mica
possiamo sbaraccare ‘sto governo proprio
adesso. Ecco, c’è sempre un Proprio
Adesso. Proprio adesso che l’Europa, proprio adesso che la Legge di
Bilancio, proprio adesso che i conti pubblici: proprio adesso che abbiamo trovato
un Proprio Adesso per tirare avanti
altri sei mesi, altri sei anni, altri sei secoli. E allora proprio adesso che arriva la ripresa, come si fa a mandarci a
casa?! Poi magari in autunno la Merkel rivince in Germania e a noi sciancati
d’Europa ci apre la borsa, la Borsa e Obama si ripigliano, gli americani e i
tedeschi riprendono a comprare il maglioncino la mozzarella di bufala e la
borsa di marca italiana che però si sono comprati i francesi: magari il Pil
crolla soltanto di mezzo punto anziché due, evvoi a quel (mezzo) punto ve la
sentireste di buttare nel cesso un governo così? Proprio adesso?! Come se il problema in Italia fosse la ripresa.
Come se il dramma non fosse che i soldi — tanti o pochi, colla crisi e senza — se li pappano i soliti mazzettari e
tangentisti ed evasori: che i morti di fame puntualmente votano, che i giudici
ogni tanto condannano ma tanto a che cazzo serve. Il dramma in Italia è
l’ingiustizia, ma si parla solo di giustizia. L’agenda del governo eccola qua.
Manomettere, sabotare, straforare la legge per Silvio Pellusconi, per evitare
le sue prigioni domiciliari, per dargli agibilità
politica: che poi sarebbe più che altro agibilità anale, allargando il culo
della Costituzione ai livelli della Minetti e di Ferrara: tipo il parcheggio
sotterraneo di San Siro, per capirci. Lavoro tosto, quasi impossibile con
questo caldo e senza farsi venire un Golpe di Sole. Ma l’alacre esercito di
Silvio s’è già portato avanti, anche grazie al giudice Esposito. Un genio dei
nostri tempi e della comunicazione, un furbone, l’unico napoletano fesso, un
Presidente di Cassazione e da Cazziatone: ma come, tu sai che dopo vent’anni di
propaganda sui giornali in Italia i veri delinquenti sono i magistrati, e dopo
la sentenza vai a dare subito un’intervista ai giornali? Non un genio del Male,
no. Anche perché se fosse un genio del Male lavorerebbe con Silvio e i suoi
amichetti stregoni della Finanza Nera che imboscano milionazzi per le
mazzettazze da dare ai magistrati che le accettano, quindi imparziali e non
comunisti. Gente sveglia, scippatori d’emozioni e d’evasioni che adesso
vogliono annullare una sentenza della Repubblica per un intervista al Mattino,
che oltretutto vende pure molte meno copie, rispetto a Repubblica… E quindi,
via per lo sprint d’autunno. Aperta la corsa al merdone: fa le scorregge, se le
incendia collo Zippo, se le annusa e gli piace l’odore; c’ha Cara e tutti gli album di Christian
(foto Agenzia Cotonatissima); a tre anni ha tirato la coda al gatto, usa falce
e martello anziché le posate per mangiarsi i bambini, non c’ha Mediaset
Premium, non è mai uscito da Napoli ma probabilmente è lo strangolatore di
Boston… Esposito per noi del Pdl, il regalo che doveva arrivare: proprio
adesso.
lunedì 5 agosto 2013
PORCITALIA
Non sono uno scippatore, infatti sto scippando una vecchia: solo lui, per dimostrare quant'è un tipo della legalità, poteva commettere un'illegalità. Lui, il re dei condoni dalla mansarda alla strage colla sega a motore; lui, l'uomo più plastificato dei manifesti tarocchi che lo sostengono e del Saratoga che sostiene la Santanché; lui, l'innocente abusivo che parla da un palco abusivo. Lui, Silvione Capone ferito nel fisco e nell'onore. Alla fine l'hanno condannato, e lui è venuto a dircelo in televisione: oratoria alla Chavez, sceneggiata alla Merola, trucco alla Folliero - Silvio Mazzettoni a terra, piangete Femmine Ferrare e Vespe di Malavita!!! Dieci minuti di messaggio video in replica su tutti i canali per un criminale patentato dalla Cassazione. Riina s'è già prenotato per uno special di venti puntate: giustamente, e proporzionalmente. Silvione dovrebbe cadere, sparire, almeno ritirarsi - eccolo qua a rompere i coglioni più di prima, a cacare il cazzo, a scorreggiare rivoluzioni coi suoi leccaculo. Parlandone da vivo, Bondi dice che si rischia la guerra civile - che poi sarebbe l'unica cosa civile fatta dal Pdl in vent'anni. Sandro, guardati bene e guarda pure noi: ma quale cazzo di guerra, con 'sto caldo l'unico rischio è se si finisce il cocomero. Non ce la fate più, non ce la facciamo più. Né a incazzarci, né a reagire, né niente. Non c'è orgoglio, siamo tutti sudati. Ma come, dopo vent'anni finalmente vince la maggioranza silenziosa e delinquente del Paese, finalmente un suo membro (e che testa di membro...) brevettato è al governo, e nessuno esulta?! Anziché carnevale ci mettiamo a fare quaresima?! Ma perfavore, ma che minchia di Paese siamo diventati... Fortuna che ci sono ancora posticini incontaminati come Cosca a Cosca, dove le migliori menti della nazione studiano come aggirare una sentenza irrevocabile della magistratura: La Malavita in Diretta, praticamente. Grazia, Grazietta o grazie al cazzo Silvio lo salvano ecciao all'ennesima porcheria, ma alle Fanghe Intese comincia a stare sulle palle. Essì, perché il Mammasantissima dei Tangentesi adesso destabilizza il Sistema. Lui condannato a 4 anni di reclusione ma il Partito democratico a dieci d'implosione, per dire. Fra trastule, vecchie faide, nuovi scannamenti di Renzusconi e Lettini, B forse va ai domiciliari, però loro vanno a puttane di sicuro. Non a caso il segretario e presidente e guardiano dei cessi ufficiale s'è fatto sentire subito: se cade il governo le vacche non daranno più latte, le più bone non daranno più la figa, al bar si troverà solo il nuovo Magnum Trendy gusto frutto della passione e fritto di paranza!!! Avvertimenti, tricchetracche, bombe a mano, minacce di dimissioni, teste di cavallo nel letto - il tutto firmato Giorgio 'O Napolitano, il boss delle Larghe Intese per sì o per forza. Che sono nate anche per salvare il culo di Silvione. Anche. Perché ormai le natiche della faccia di Berlusconi sono solo il pezzo più appariscente del Sistema, non il più importante. Nel parlamento immobile striscia invisibile l'intenzione aumma-aumm di cambiare la Costituzione a maggioranza semplice, senza doppia lettura e con due incarti di Kinder Bueno come quorum del referendum confermativo. Si vota zitti zitti nelle Commissioni, che sembrano tanto la Commissione mafiosa che votava i Patti dinamitardi collo Stato. Fortuna che oggi sappiamo che non c'è niente, nessuna Trattativa: e neanche nessuno che indaga più sulla Trattativa, sennò 'O Napolitano s'incazza. Per disegnare l'Italia del futuro serve il silenzio, la calma, il passato: serve la Democrazia Cristiana 2.0. Un governissimo eterno e paralitico, il manganello discreto, una magistratura sottomessa, un Centro più storico che politico, Letta o Renzi che fanno Fanfani (derby tosco-democristiano, l'accento e la muffa ci sono...), Casini che fa Andreotti, Montezemolo che fa il gessato, Vendola e Grillo che fanno l'opposizione cogliona e senza potere... Un progetto bellissimo, roba da commozione e da P2. Ma stavolta appoggiato non soltanto dalla P2, appoggiato da tutti contro tutti: l'Osservatore Romano e Scalfari in rincoglionimento senile, il Corriere e il Banchiere, Confindustria colla Cisl, la Uil e le Winx. Naaano naaaano, la tua mano - dammela che l'ammanetto. La Nuova Compagnia di Schianto Popolare gliela canterebbe volentieri, a Silvio Mork. Lo scaricherebbe volentieri, a Silvio il Pork: tinto come Milva, isterico come Torakiki (foto agenzia Spank), stracarico di processi condanne e mignotte. Un pezzo d'inciucio, di ciuccio e d'antiquariato che adesso s'è messo in testa di rifare con suo figlio Marina Forz'Italia - troppo tardi, troppo poco: per salvarsi ai malamministratori del Palazzo serve una Porcitalia, subito. A noi che grugniamo, che non ci ribelliamo e che non ci salva più nessuno, almeno un altro pò di cocomero: bello fresco, hoink.
domenica 21 luglio 2013
PICCOLA STORIA SPORCA 2 - IL FILM: 007, LA PORCATA NON MUORE MAI
Come Prince. Il Pd - il Partito Precedentemente conosciuto come Democratico - oggi significa questo, questa è la fotografia (1): Preservativo Datato. Roba vecchia, scaduta, lattice clericale bucato, materiale politico Akuel che può scegliere fra il ritardante Letta o lo stimolante Renzi per raccogliere la sborra ogni volta che Silvio ha finito d'usarlo. Può o potrebbe scegliere, ma alla fine decide Napolitano, l'Anticoncezionale della Repubblica: il Gran Settebello gusto babà al rum che non fa nascere niente attorno a 'sto schifo di governo cesareo da quando Bersani l'ha rieletto presidente ufficiale ed eletto segretario non tanto ufficioso del partito. Guai a chi lo tocca, il governo, a chi lo disturba, gli fa gli scherzi o le pernacchie - non coglioneggiate ragazzi, che se vanno a casa questi come facciamo? Chi schiaccia il pulsante Rinvia ogni cinque secondi, chi rimanda pure il mestruo e il Natale, chi blocca il Parlamento in golpe sennò Silvio s'incazza, chi non decide una mazza a parte decidere di non decidere?! Guagliò, questo è un governo di scopo: nel senso di Io B mi scopo l'Italia fino all'ultimo evvoi mi parate il culo mettendoci il vostro. Frocio col culo degli altri - e gli altri siamo noi, come ricorda il notista politico Umberto Tozzi (foto 2). E parliamone, allora. Parliamo della dittatura del Kazakhistan e della Repubblica del Kazzostan; parliamo di noi e di loro, parliamo di Silvione che fa il favorone all'amico di petrolio Nazarbaev acchiappandogli gli oppositori con tutti i parenti; parliamo di come i ladroni ex sovietici in Europa si comprano Falcao e Hulk, mentre in Italia direttamente il Commissario Marchettoni con tutta la polizia di Topalinia e Ficalandia. Il ministero dell'Interno affittato dal russo cacarubli come un pedalò a Rimini. Apparati di sicurezza che sembrano apparati genitali: coglioni, per l'esattezza. Ma non esistono coglioni senza teste di cazzo - e allora lo vedete che un governo con dentro Alfano serve a fare pendant?! Perché la verità è questa: questo è un governo che serve, perché è servo di tutti gl'interessi che lo reggono. Salvare in qualunque modo Mr B, spianare colla ruspa qualunque tipo di resistenza, inastaurare a qualunque costo una democrazia cristiana 2.0 con giovani vecchi teleguidati da vecchi ancora giovanissimi. Però per farlo occorre pulizia, occorre scopare e scoparsi sotto il tappeto o la scrivania i rompicoglioni che rompono i Coglioni nominati ministro, capo di gabinetto, presidente barra bis. Occorre il lavoro sporco, insomma, e perfortuna da noi c'è sempre qualcuno con una divisa da cameriere o da coglionnello che te lo fa, il servizio. Segreto, si capisce. Piazzare bombe alle stazioni, pestare gente inerme al G8, fabbricare scandali puzzolenti contro i nemici del padrone, di tutto il puttan-tour mondiale fottere solo e soltanto Marrazzo colle marrazze, lanciare su commissione un rischiosissimo blitz di cinquanta merde armate contro una donna e una bambina di sei anni. Ecco a cosa servono i nostri Monnezza, ecco cosa fanno i nostri sotto007. Comandanti che obbediscono, spie che non sono buone manco a dirti quando sei in riserva. Fanghi umani, ma protetti dalle Fanghe Intese: generale Mario Mori, assolto perché il fatto non costituisce reato! In effetti evitare la cattura a Provenzano non è un reato - al massimo una cortesia a un socio di Trattativa... Sì, perché 'sta cazza di storia della trattativa Stato-Mafia (o c'è stata già la fusione, e si scrive Statomafia?) ancora non muore. Ingroia nominato guardia Alpina, la Procura di Palermo trasformata in un chiosco di pane e panelle, il Csm che a chi ne parla manda un'ispezione e una testa di cavallo: provi di tutto, però neanche Omino Bianco ti smacchia l'omino nero che inquina ogni possibile forma di resistenza civile alla criminalità in Italia. Anche la più piccola, anche la più simbolica. Come quella del sindaco di Monasterace, Maria Lanzetta. Che da anni - abbandonata tanto per non cambiare dal Preservativo Democratico - si diverte a fare il sindaco antimafia, a farsi bruciare la sua farmacia, a farsi scortare da due appuntati che oramai di lassativi e assorbenti interni sanno tutto. Ecco, alla fine le nostre Istituzioni regionali e nazionali colluse ci sono riuscite: da sabato prossimo il sindaco Lanzetta diventa ex, da sabato prossimo spazio a qualche FangoIntenditore di buon carattere, disponibile con tutti, simpatico e alla mano - anzi, alla mano armata. Persone pragmatiche e realiste tipo l'avvocato Francesco Paolo Oranges - come chi cazz'è? Lui è un mito vero, roba che neanche Max Pezzali: lui è il nuovo vicesindaco di Corigliano, il comune di Pasqualina Straface (la Britney Spears di Pippone Scopelliti) e i suoi fratelli: tutti mafiosi in paranza. Talmente mafiosi che gli hanno sciolto il comune, talmente culuti che il nuovo vicesindaco della nuova giunta fresca e legalitaria è Francesco Paolo, il Mito e il difensore di tanti loro comparucci 'ndranghetisti nei processi S.Tecla e Timpone Rosso. Una chicca, un colpo di classe e di lupara a quel pò di credibilità che resta alla società civile e alla democrazia delle leggi. Fuori una persona che lavora perbene, dentro un perbenissimo avvocato che lavorava permale: è con queste mosse alla Oronzo Canà che vinci la partita della legalità. Colla rima, e con tanta nausea: risultato finale, Piccole Storie Sporche 2 - Piccola Speranza 0. Qui studio, a voi ultimo stadio.
mercoledì 26 giugno 2013
A LETTA CON IL NEMICO
Innanzitutto complimentoni. Dopo questo ennesimo e clamoroso successo, Ghedini doveva difendere il nipote contro la nonna per il furto della marmellata: per non beccarsi la sedia elettrica, il nipote l'ha licenziato. L'accusa ne chiede 6, i giudici ne danno 7, Silvione si piglia la condanna e un'altra brillante figura di merda. Per quanto gli costa e quanto rende, come difensore gli conveniva tenersi Thiago Silva e spedire Piango Nicolò: magari al Patetico Mavalà FottiBalle Club. Ma se l'avvocatissimo che fa malissimo almeno si consola con parcelle che sembrano la Finanziaria dell'Austria, agli altri chi cazzo ci pensa? Prendete Gasparri: se condannano Berlusconi, botte tric trac e bombe a mano! E adesso zitto zitto, colla solita faccia intelligente di quando non capisce una mazza: cioè di sempre. Interdizione dai pubblici uffici? Niente di grave - Sirvio per trombarsi le mignotte c'ha pure l'uffici privati! Eppoi il Piduista Inconsolabile Cicchitto, il Circo ambulante Ferrara, i due di Casa Vampirello Sallusti e Santanché: adesso facciamo il casino!!!! E invece - anche secondo la sentenza di primo grado - l'unico a farlo, il casino, era Silvione. Colle Orgettine, colle maiale vestite da parlamentari elette, con tutta la flottiglia di testimoni a pagamento che ha portato in aula. Bella gente affidabile e disinteressata: chi gli faceva il ruffiano, chi l'amico, chi l'avvocato, chi i pompini - tutti senza fattura, ma tutti con l'ingoio. L'unico che l'avrebbe fatto pure gratis era Fede, ma già che c'era per il servizio di Lucidatura Culo a Saliva qualche milioncino se l'è imboscato. Bugiardi, ladri, magnaccia. Il Rotary Club sezione San Vittore. La forfora, il muschio, lo scolo di qualunque passabile democrazia europea e mondiale: che in Italia sono mezza maggioranza di governo, infatti. Ah già, il governo. 'Sto governo che - essendo Letta di Pisa - pende pende ma non cade giù. O forse sì? Se v'ingrifano i gialli meno appassionanti di tutti i tempi, la soluzione noi l'abbiamo data su questo blog un post fa. Se invece volete studiarvi gl'indizi da soli, ecco qua: appena condannato Silvione ha incontrato il Presidente del Consiglio per parlare di riforma della giustizia. Che poi sarebbe la riforma dei magistrati - riformati direttamente come al militare, mandati a casa e al loro posto la sessione pomeridiana di Forum con Rita Dalla Chiesa e Bruno Sacchi daa' Terza Ccì. Letta contentissimo: è stato un incontro molto costruttivo, io ho portato le arance e il secondino in parlatorio è stato molto cortese... Silvio come don Raffaé di De André? Carcerato come Mario Merola? Non cantiamocela e non suoniamocela, non facciamoci manco i film: uno come Berlusconi in galera non ci va - sennò quello ti travia pure i pluriomicidi perbene. La cella no, ma il violoncello malinconico nemmeno. Sì perché gli editorialisti, i direttori d'orchestra, i primi mandolinari e i trombettieri e gli zozzoni di fila delle Fanghe Intese sono tristi. E omertosi: solo Vendola e Grillo (fino a quando non gli parte la brocca...) hanno chiesto le ovvie dimissioni dal parlamento di Silvione. Per il Club Neodemocristiané di ovvio c'è solo lo stupore, la tristezza, lo sbigottimento. Ma come, allora anche da noi? Quindi quella scritta sulla legge uguale per tutti... Rassegnatevi, guagliò: il primo ministro non può trasformare una Questura nell'Ufficio Smistamento Mignotte - non può proprio, persino in Italia. E non può perché c'è qualcuno che ha la forza di ricordarglielo. Qualcuno che segue la legge e non la moda, qualcuno che col codice penale ancora non c'incarta il pesce, qualcuno che non crede che il pesce di B debba fottersi tutte le Istituzioni d'Italia. Turri, De Cristofaro, D'Elia. Segnateveli, questi nomi; ricordatevele, queste facce: fra poco saranno famosissime, e non perché hanno agito secondo coscienza anziché convenienza. Per il motivo opposto. PierPietro, la Signorina Signorini o qualche altro sicario Merdaset gli scoveranno un figlio stupratore, un amante bombarolo, un paio di calzini turchesi e cinque caccole attaccate sotto la scrivania. Il trattamento Boccassini-Mesiano, insomma, ti spezzo le gambe così impari. Menzogne, balle, diffamazione: ma finta o vera, la merda comunque è difficile da lavare via. Perché in Italia nessuno ti perdona di fare il tuo dovere. Perché in Italia le persone che resistono alle raccomandazioni, alle pressioni, ai mazzettoni la pagano carissima. Perché sono queste persone che bocciando il ciuccio ammanigliato a scuola, che non vendendosi la pratica al tangentaro, che mettendo la multa al padreterno e figlio di mignotta salvano l'Italia per un altro giorno. Le danno mezz'ora d'ossigeno, una pera di speranza. Sono il collante, lo spago, il filo di sputazza che tiene assieme il paese: altroché le Fanghe Intese e le menate Tutti Amici di Napolitano, che ormai la napoletana di caffé ci vuole per restare svegli ad ascoltarlo. I saggi di religione ebraica credono che, anche nel momento più buio, sulla Terra esistano almeno sei Giusti fra le Nazioni: e per ciascuno di loro nel tempo hanno piantato alberi che oggi sono un bosco. Noi - che siamo senza dio e senza pollice verde - per l'Italia c'accontenterremmo di quattro pomodori da insalata e una preccocara (foto Inps e Valfrutta). Basta avere pazienza, farsi ibernare e puntare lo scongelamento del microonde sull'anno 2321. Buonanotte, buonafortuna e buon scongelamento.
lunedì 17 giugno 2013
UN TURCO NAPOLITANO
La domenica: il giorno che l'uomo si è inventato per riposarsi, specialmente dall'editoriale di Eugenio Scalfari. Sintetico come la Treccani, frizzante come il vino cotto, maneggevole come un armadio quattro stagioni con dentro Ferrara che si mangia una quattro stagioni: il pippone di Barbapapà Eugenio è talmente micidiale che la Nord Corea lo scambierebbe colla bomba atomica. La via è stretta ma la marcia è iniziata, Missione ardua ma passo sicuro, Nano ma con una mazza così - roba che nemmeno i discorsi di Fanfani, il Corriere al tempo della P2 e del Caf, Repubblica al tempo di Scalfari... Ma oggi c'è Ezio Mauro, che ogni settimana deve mandare in stampa l'arrapamento senile del Fondatore Scalfari per il governo appoggiato dall'Affondatore Berlusconi. Una sveltina forzata e tardiva? Serve sesso maturo ma sicuro? Oggi c'è Lettalfano, l'esecutivo-preservativo! Nessun contatto, manco un saluto, zero contagi, nel rapporto da trombanemici ognuno ci vede cosa vuole: chi due palle, chi due coglioni. Tutto per un governo del fare, che poi è un governo del fare più tardi - dopo, a fine estate, ancora cinque minutini mamma. Un governo tecnologico, avveniristico, troppo avanti: se sulla tastiera voi antichi c'avete ancora il tasto Invio, loro hanno brevettato quello Rinvio. Imu? Schiaccia Rinvio. Iva? Schiaccia Rinvio. Supermegamaxidecretone con fondi per tutto e per tutti? Approva ma schiaccia Rinvio. Saccomanni? Schiaccia Rinvio. Però dopo a quello gli si schiacciano le pallotte e il pallottoliere e urla in stile Banca d'Italia: porcatroia guagliò, qua non c'è una cazzo di lira e l'unico aumento d'Iva evitabile è non far ingrassare ancora la Zanicchi. Perché c'è un limite a tutto. Alla governabilità, alla necessità, alla panza della Zanichi e alla falsità. Solo al tasto Rinvio no. O meglio, il Rinvio non finisce di funzionare fino a quando non vuole il Rinviato a Giudizio: la donna è mobile, il governo immobile, Ruby è comprabile - ma se venerdì arriva la condanna scatta il bordello: e non nel senso di cene eleganti. Se lo condannano per dove ha messo lo spinotto obbligando la Questura di Milano a fare da magnaccia, Silvio stacca la spina. E se non stacca, peggio ancora: vuol dire che il governo esiste e resiste perché - sottotraccia e sotto la soglia della vergogna - sta preparando un Crucilodone con tutte le soluzioni di Bartezzaghi e Ghedini per Silvio. Che aspettando di risolvere la Settimana Penalistica, fa il Papi della Patria: il governo mica rischia, parola mia, com'è vero che Zanonato è un killer e Mangano un ministro. Con questa luna nessuno cerebralmente apposto starebbe a pigliarsi la famosa tintarella di. Nessuno tranne Renzusconi e Letta, i Paninosauri degli anni 80 che toccagli la moglie e al limite l'iPad ma guai per le Fanghe Intese. Al punto che il giovane dell'Under 71 Epifani in confronto sembra un punkabbestia: va bene il governo e tutto, ma se Silvio lo butta giù noi possiamo sempre farne un altro con chi ci sta. Che poi sarebbero gli spappolati del Grillo sparlante, più un pò di Monti e Vendola. Non un capolavoro di governo, nel caso, e pure difficile: ma dopo la Lorenzin ministro anche una pisciata sulla sabbia sembra un Picasso semplice semplice. Eppoi c'è anche un discorso di previdenza, per non dire dignità: vista la famosa affidabilità di B, studiarsi le alternative è l'assicurazione furto e incendio sulle chiappe. Ma invece. Gli anziani membri ex comunisti e socialisti del Club NeoDemocristiané si oppongono, strepitano, non sia mai: inchiostro ai tromboni a 54 colonne, perorazioni a 200 pollici, l'uomo del Colle che sembra l'uomo del Monte e dice sempre no. Soprattutto se si tratta di grattare via un pò d'omertà da questo zoo di vecchie scimmie non vedo, non sento, non parlo coi magistrati manco come testimone e manco ammazzato. Ma meglio se s'ammazzano loro. Del resto le vendette trasversali del Csm (Corleonesi Sebbene Magistrati) contro Ingroia, l'ex Procura d'Ingroia, il setter e il maestro di Pilates d'Ingroia, dubbi non ne lasciano: c'è aria di tiro Mancino per chi rompe i coglioni. Per chi non intende 'ste Intese bellissime, per chi non dice che 'sta mmerda è finissimo cioccolato si prevedono Cose Turche. O Turche Napolitane (foto agenzia De Curtis). Nel senso di Erdogan export, nel senso d'una bella riforma col Presidentone Silvione Manganellone eletto dal popolo ed eretto dal viagra. Ordine, disciplina, pace e pene per sì o per forza. Tipo Istanbul. Solo che ad Istanbul almeno si canta Bella Ciao, mentre qua c'incanta ancora Silvio maramao: che non è morto, anzi, vive Letta e lotta contro di noi. Con prefazione del Genio Scalfari.
martedì 11 giugno 2013
L'IGNAZIO GIUSTO
Letta: Questa vittoria rafforza il governo - ma in ogni caso chiediamo scusa se abbiamo rotto i coglioni al Pdl. Epifani: una vittoria chiara e netta, un trionfo nazionale. ringraziamo tutti gli elettori e promettiamo a Silvio che non succederà più... L'aria che tira è questa. Il Pdl non tanto dispiaciuto d'aver perso, il Pd dispiaciutissimo d'aver stravinto: perché in confronto a quello delle Fanghe Intese, una camionata d'acidi ti fa l'effetto delle smarties. Effetti collaterali e virali, col morbo dell'inciucite che all'Ignazio che vince a Roma quasi ti fa preferire l'Ignazio che a Milano canta Gelato al Cioccolato come Pupo (video http://video.repubblica.it/edizione/milano/milano-la-russa-show-canta-il-gelato-libero/131527/130034). Un ex ministro della repubblica - secondo lui di Salò, ma repubblica - che si attacca al cono di Pisapia: contro gente così non perdi nemmeno se vuoi. E infatti il Pd più che una campagna ha fatto una scampagnata elettorale, abbandonando come al solito i candidati mentre s'invasellinava il culo per Silvio. Voleva, fortissimamente voleva, però a perdere non c'è riuscito lo stesso. Tutta colpa di 'ste cazze di primarie, di 'sti candidati troppo perbene che ancora circolano, di 'sti cazzi d'elettori che per quanto li fai vomitare al seggio ci vanno ancora (sempre di meno, ma prima d'arrivare allo 0% programmato ce ne vuole...). Perché le elezioni e l'astensionismo si vincono col curriculum, colla competenza, colla credibilità: non colla pettinatura, le puttanate geniali e i tweet. Coll'Ignazio giusto, non coi Renzi e i Letta sbagliati che giustamente s'alleano. Perché questo è un segnale terribile, pericolosissimo: il politicismo come l'antipolitica si possono levare dai coglioni in stereofonia: colla politica. Vera, semplice, onesta e preparata. Praticamente 'na tragedia. Niente scienziati della politica che poi sono peracottari delle Istituzioni, né peracottari travestiti da scienziati delle Istituzioni che poi non fanno un cazzo a parte perdere gli scontrini per fottersi il rimborso. Persone normali, popolari ma non popolaresche, che hanno studiato anziché fatto finta, che hanno una vita e un lavoro, che non hanno bisogno d'essere presidenti o famosi, che se gli dici Riforme pensano a una giusta causa, non alla prossima causa di Silvione. Da Treviso alla Sicilia, vincere si può e si deve. Ma con questi che poi vogliono amministrare davvero, che vogliono cambiare qualcosa, che non vogliono fare i pali e i testimoni di Geova delle Fanghe Intese - con questi non ne vale la pena: di nuovo grazie, ma non si ripeterà più.
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