mercoledì 9 ottobre 2013

I GIUREINCONSULTI

Sono il vostro capo indiscusso, per questo vi seguo. Alla fine è andata così: talmente triste da pisciarsi addosso dal ridere un grande classico di Berlusconi, di Forza Italia e forza Italia che un’altra figura di merda mondiale l’hai fatta. Ma del resto. Dire l’avevamo detto non è mai chic, però noi non siamo chic e sempre una porca soddisfazione è. L’avevamo detto, allora, e i lettori più regolari del cacapranzi della Marcuzzi strafatta di Activia lo sanno: in circa 100mila Papaluti, l’avevamo detto. E scritto e postato e stradetto. Tutto abbiamo fatto, tutto tranne addestrare qualche miliardo di pappagalli a ripetere che ‘sto governo cadrà il giorno che dal cielo pioveranno Mon Cheri. Rincoglionito e occupato com’è a passeggiare il cane e Frangeschina Telecafone, Silvione avrà scambiato per cioccolatini al liquore qualche stronzo di Dudù altrimenti non si spiega perché ha insistito per spaccarsi le corna contro Letta Continua. Siccome sarebbe un imbarazzo per lui ma soprattutto per noi, non pretendiamo che le facilissime Profezie per Scemi se le cerchi qua: però manco Vespa gli va bene più?! Bastava guardarsi la puntata di Porta a Porta prima del voto di fiducia per risparmiarsi quella passata di Badedas al guano di scimmia. Ospite Benito Benedini, uno che voi direte chi cazz’è; è uno leggermente più a destra di Hitler, uno Zampetti colla tessera del Fascio, un industriale che fosse per lui fabbricherebbe solo olio di ricino e manganelli, uno che vota Berlusconi pure al televoto della De Filippi, soprattutto uno che si tira appresso tutti gl’imprenditori di Milano e buona parte di quelli della Lombardia da una quarantina d’anni. Un capoccia dei capannonari amici di Silvione, insomma, mica Ho Chi Minh. Eppure quella sera lì, tel chi il Benedini bello fresco che ti spara in camera: Questo guverno deve andare aaavanti!!! Ciao Silvione Capone, ciao. Finito, fottuto come boss, fuori dai giochi e colla serranda giù. E dire che era lui a volerla abbassare all’officina LettAlfano, la serranda: voi non mi preparate i turbo accrocchi Abarth per scapparmene dalla legge e io che sono il miglior cliente vostro vi faccio chiudere tutto. Ma e pure questo avevamo detto: quando cominci poi è una cazzo di droga… Silvio Pelliconi ormai è un cliente, non il cliente che ha sempre ragione in bottega. Draghi, Mediobanca, Confindustria, Giornaloni, Chiesa, Letta Zio, Cei Anas e Aiscat; il Banchiere, il Corriere, le dentiere di Scalfari e Napolitano:  Berluscò noi ti possiamo pure salvare, ma mettiti in fila, aspetta un indulto, ‘n’amnistia con calma e non romperci i coglioni tanto al massimo te ne vai ai servizi sociali per Natale, quando le arance da raccogliere sono più dolci… Questo era, e questo è stato. Anzi, Stato: nel senso dell’Italia che cambia ufficialmente padrone quando in realtà sono sempre gli stessi. Quelli che c’hanno le chiavi dell’Alfetta di Enrico e Angelino. Quella che a Silvio gli è passata sopra, ha tirato dritto, lo ha stirato sulle strisce del pigiama da carcerato che non sarà mai però è meglio se si mette buono che Hammamet è vicina. Strada libera, addirittura una mezza rivolta degli schiavi (finta, mi raccomando…) per dare al governo l’agibilità politica che Silvione voleva per sé, come le carezze della canzone di Morandi: in ginoooocchio da teeee, per l’appunto. Ma aspettare e inginocchiarsi per fare che, poi? Cooome?! Non vedete, non sapete, non capite l’urgenza e lo scopo??!! Per salvare il Paese, per spaccare il culo all’Unione Europea in matematica, per consolare le vedove e gli afflitti e le cesse baffute ancora vergini, per curare i calli ai segaioli, per difendere tutti noi dall’Ingiustizia dalla Povertà e dal Barone Ashura (foto) come Mazinga Zeta… E cioè a dire per proseguire un sostanzioso cazzo di niente. Le solite partite di giro sulle tasse che sono prese in giro, le solite elemosine democristiane ai più sciancati per derattizzarsi la coscienza, le solite eleganti manovre da Mammut colla sciatica per arrivare alle politiche del 2015, anzi 2115, megli’ancora 5115 per non rovinare l’eccellente lavoro svolto finora dall’esecutivo. E mentre l’esecutivo lavora d’eccellenza i risultati si vedono. Telecom (piena di debiti) se la piglia Telefonica (piena di debiti): più che banda larga, cinghia stretta; ma guai a dare la colpa a qualcuno di ‘sto capolavoro tipo tutti i magnager ammanicati colla malapolitica che Telecom se la sono spolpata negli anni, tipo le grandi banche italiote che acchiappano i soldi e scappano come sempre, tipo il mitico presidentissimo Bernabè che si becca 6 milioncini di buonuscita anche se lui ha saputo solo dall’Ansa che gli stavano comprando l’azienda sotto il culo… No, l’unico caso in Europa di un paese che per utilizzare la propria rete di comunicazioni e sicurezza costruita coi soldi pubblici dovrà chiedere il permesso a un proprietario straniero non è colpa di nessuno. Il brigadier Cazzabubbolo dovrà imparare lo spagnolo ma se la deve prendere col clima, la sfiga, l’oroscopo di Branko: la colpa non dev’essere di nessuno, perché la colpa è degli amiconi che stanno dietro il governo e davanti a Silvio nella lista dei preferiti. Quattro dita di sporco, tre d’incompetenza, due di facce come il culo e due di facce presentabili ma manco troppo: il mischione che incolla il governo eccolo qua, la ricetta perfetta per l’antiruggine che mantiene come nuova la ferraglia della nostra classe dirigente e digerente. Altro esempiuccio, giusto per farsi l’ulcera quanto la Fossa delle Marianne?! I Cinque miliardi cinque per i comparucci della Cai scarnificati a scuole e ospedali per salvare Alitalia che adesso diventa lo stesso Alitalià, ma al costo netto di mezza baguette per Airfrance e d’un sanguinaccio d’euri per noi. Soldi facili in bocca ai grandi prenditori, che splendidi collo splendido Letta stanno studiando una splendida alleanza fra Alitalia e Trenitalia: nascerà Poveritalia, l’unica compagnia aerea col cesso sempre rotto, il controllore petomane e gli ambulanti a bordo per tutto il viaggio. Accucchiare il lebbroso e l’appestato. Che progetti, che visione, che idee. Roba talmente losca e perversa che manco Cirino Pomicino incrociato con Tinto Brass. Bella, Enrì! Poi in parlamento puoi dire, fare, baciare, lettera testamento e legge di stabilità: però il centro di questa politica centrista resta la tutela di poteri forti, che di forte ormai c’hanno soltanto le cuciture delle pezze vista natica. Non a caso nel programma e nel programma-bis recitato a poesiola alle Camere il presidente del Consiglio non ha mai spiccicato la parola legalità. Perché Henry Mi Presento al Pidielly non è un coglione, anzi è un furbone pure coerente. Se il mio padre-padrino Giorgio ‘O Napolitano ha di fatto asfaltato le inchieste su mafia e politica, che sono fesso io a parlarne?! Eppoi ‘sta lotta al crimine è merce che non serve, non piace, è antiquariato che non rende. L’Italia deve avere nuovi obiettivi, nuove puttanate, fuffa fresca per coglioni raffermi. Parola d’ordine e del giorno: Riforma della Costituzione. Giusto, impeccabile, sacrosanto! Questa Costituzione ha rotto le palle, non va bene più, deve cambiare con il Paese che è cambiato troppo bella per un’Italia diventata troppo di merda, effettivamente. Apposta il Quirinale, sempre lungimirante, ha raccolto una super-squadra di Quaranta Saggi per riscriverla. Gente preparata, seria, studiosi della madonna, il meglio che c’era. Quagliariello, per dire, che ha superato le durissime selezioni solo perché all’ultimo Gasparri ha rinunciato per partecipare a Sballando con le Stalle, un talent in cerca di sparacazzate da trasformare in vaccari. I Nostri Eroi sono già all’opera, e non si coglioneggia. Tutto il giorno a pensare, eh, a costituzionare. Infaticabili, impegnatissimi, saggi. Tranne cinque non tanto saggi, ma impegnatissimi lo stesso: a leggersi gli avvisi della Procura perché truccavano concorsi all’università, favorivano parenti e mignotte, promettevano posti agli amici gridandolo proprio al telefono. E si vede che questi sono i saggi che possiamo permetterci oggi… La Repubblica fondata da giureconsulti immensi che all’Italia democratica hanno dato la Carta Fondamentale, verrà affondata da giureinconsulti imbarazzanti che all’Italia partitocratica non possono nemmeno dare una fedina penale pulita: e forse ce lo meritiamo. Nel forse siete pregati di leggere forsennato ottimismo. E siccome oggi siamo come la Rai con Montalbano (solo repliche) vogliate gradire un commiato in versione reprise: buonanotte, e buonafortuna.   



               

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