Gli hanno persino
detto di andare a lavare i cessi da don Mazzi, ma lui che c’ha l’orgoglio ha
risposto a tono: se voglio lavare un cesso mi basta fare una doccia. Decaduto
che pare deceduto, oramai l’unica grazia che può chiedere è per il Milan messo
da coma: con due addì per evitare l’addio troppo caro di Galliani. Alla
vecchiaia è diventato pure tirchio, Silvione. I più affezionati (e senza
motivo…) a questo blog diarroico sanno cosa avevamo previsto su di lui: magari
ti salvano, ma non ti cacano più. Non sei più il cliente più importante del
negozio, sei solo quello più vecchio. Il rompicoglioni che vorresti sfanculare,
ma come si fa? Si fa che Alfano — un po’ per finta, un po’ no —
si fa il Nuovo Centrodestra. Che con dentro
Cicchitto, Schifani e Sacconi sembra nuovo come il grammofono e la Duna; che
con Formigoni, Pippone Scopelliti e altre super-hit degl’Indagatos Mariachi
(foto) scaricate da Ahiahi-Tunes più che un centro-destra sembra un centro-detenzione.
Un partito di governo che pare un dipartito in vista del voto: un morto che
parla nella smorfia Napolitana. Perché ormai la famosa repubblica presidenziale
ce l’abbiamo già, anzi, residenziale: nel senso che si fa tutto a casa di
Giorgio, il boss dei Quirinalesi. Leggi, strategie, cazzi e mazzi di governo.
La mitica vendita pidiellina delle spiagge, per dire, era ‘na cosa quasi fatta.
Ma ‘O Presidente Previdente s’è opposto: Guagliù
non scherziamo, che senza le spiagge io la sabbia per insabbiare le inchieste
di mafia sugli amici miei dove la prendo?! Stop, idea saltata. E mica salta
solo quella. Tutto può saltare, se gli salta in testa a Giorgio. Partiti,
alleanze, candidature al Colle — tutto, tranne il governo di Letta l’Intoccabile. E del resto è
proprio grazie al patto cogli Allettati (Gianni il Vecchio ed Enrico l’Antico)
se al Quirinale c’è ancora un Napolitano anziché un Romano: magari Prodi.
Peccato sia stato asfaltato dall’incapacità di Bersani (che almeno si è levato
dalle palle) e dal patto NapoLettano (tu al Quirinale bis, noi al governo)
colla famosa carica dei 101. Che non sono dalmata, ma cani sì. Traditori al
guinzaglio di Letta — e si capisce il perché — e probabilmente di Renzi: ma quello si deve capire ancora. Nel
frattempo ci ha rassicurato parecchio sentire che il Renzusconi la parola sinistra l’ha pronunciata solo quando al
confronto su Sky gli hanno chiesto dov’era il cesso. Già, il confronto su Sky:
roba arrapantissima, tipo un porno con Paolo Limiti, tanto entusiasmante da
vedere che i ciechi non sono mai stati così felici. Che spettacolo, queste
elezioni Ultimarie: perché sono e saranno le ultime che si fanno in un Partito
Democratico-Cristiano dove puoi scegliere fra Renzi, D’Alema e uno scappato di
casa alla Civati che prima fa le cose giuste eppoi chiede scusa scusissima per
averle fatte. Tristezza perfavore vai via, e portati appresso pure ‘sti begli
esemplari. E mentre Vendola al telefono se la ride sui tumori dell’Ilva e su
‘sto cazzo, solo una cosa sembra chiara: larghe o strette, le Fanghe Intese
sono su misura per Grillo. Lettalfanico in salsa cattocomunista, il piattone
stitico che vogliono tenere in cottura fino al 2015 manda fuori di testa la
gente. Che — come dicono sempre su Rete4, anche se poi non si ricordano mai di
dire chi ha governato fino a venti minuti fa l’Italia… — non ce la
fa più; che — come dicono i sondaggi — anziché impazzire va a farsi un po’ d’incazzoterapia in piazza con
Beppe. Certo a Genova è arrivata circa
la metà dei manifestanti previsti, ma il populismo tira ancora. E purtroppo
tira dentro anche l’ombra di quello che è stato un premio Nobel: Dario Fu,
altroché Fo, a impreziosire una pagliacciata tutta promesse. Soldi e internet
al mondo intero, rinegoziamo il debito pubblico come l’Ecuador (?!), accattatevi il
divvuddì mio e il libro di Casaleggio — camionate di telemarketing e fuffa cazzara che annegano qualche buona
idea troppo simile a una buona intenzione, e niente più. Anche qui tristezza a
pacchi, e anche nostalgia di puttanate vintage — non c’è più il milione di posti
di lavoro di una volta! No, ma c’è un posto da un milione al mese per la
Pascale. Eppoi c’è di nuovo Forza Italia, Silvio giovane come vent’anni fa
quando ancora non aveva i capelli, ci sono ancora le televisioni, c’è Dudù
pettinato come Casaleggio anche se Twitter gli sembra una marca di lubrificante
anale, al Berlusconi 2.0. Che poi in realtà è un Grillo 1.0: con Signorini e la
De Filippi al posto del web, ma ci siamo. Una versione classica del vaffanculo
sportivo. L’ha detto proprio lui, del resto: siccome sono come Beppe, fuori dal
Parlamento e incandidabile perché pregiudicato, anche per me non cambia niente.
Allora non tutto è perduto. Mettici
un po’ di pane, un po’ di figa, un po’ di Europa bastarda che c’ha rovinato
(mica come Tremonti…) e forse qualcosa s’è salvato: circa 8 milioni di voti.
Otto milioni di persone pronte a rivotarlo: forse non è stato poi tutto
sbagliato. Forse era giusto così, forse, ma forse ma sì: al voto ci toccherà di
nuovo un Silvio in sella e in Sally. E adesso chi cazzo glielo dice a, Vasco
Rossi...
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