martedì 3 dicembre 2013

DARIO FU E SILVIO IN SALLY


Gli hanno persino detto di andare a lavare i cessi da don Mazzi, ma lui che c’ha l’orgoglio ha risposto a tono: se voglio lavare un cesso mi basta fare una doccia. Decaduto che pare deceduto, oramai l’unica grazia che può chiedere è per il Milan messo da coma: con due addì per evitare l’addio troppo caro di Galliani. Alla vecchiaia è diventato pure tirchio, Silvione. I più affezionati (e senza motivo…) a questo blog diarroico sanno cosa avevamo previsto su di lui: magari ti salvano, ma non ti cacano più. Non sei più il cliente più importante del negozio, sei solo quello più vecchio. Il rompicoglioni che vorresti sfanculare, ma come si fa? Si fa che Alfano — un po’ per finta, un po’ no — si fa il Nuovo Centrodestra. Che con dentro Cicchitto, Schifani e Sacconi sembra nuovo come il grammofono e la Duna; che con Formigoni, Pippone Scopelliti e altre super-hit degl’Indagatos Mariachi (foto) scaricate da Ahiahi-Tunes più che un centro-destra sembra un centro-detenzione. Un partito di governo che pare un dipartito in vista del voto: un morto che parla nella smorfia Napolitana. Perché ormai la famosa repubblica presidenziale ce l’abbiamo già, anzi, residenziale: nel senso che si fa tutto a casa di Giorgio, il boss dei Quirinalesi. Leggi, strategie, cazzi e mazzi di governo. La mitica vendita pidiellina delle spiagge, per dire, era ‘na cosa quasi fatta. Ma ‘O Presidente Previdente s’è opposto: Guagliù non scherziamo, che senza le spiagge io la sabbia per insabbiare le inchieste di mafia sugli amici miei dove la prendo?! Stop, idea saltata. E mica salta solo quella. Tutto può saltare, se gli salta in testa a Giorgio. Partiti, alleanze, candidature al Colle — tutto, tranne il governo di Letta l’Intoccabile. E del resto è proprio grazie al patto cogli Allettati (Gianni il Vecchio ed Enrico l’Antico) se al Quirinale c’è ancora un Napolitano anziché un Romano: magari Prodi. Peccato sia stato asfaltato dall’incapacità di Bersani (che almeno si è levato dalle palle) e dal patto NapoLettano (tu al Quirinale bis, noi al governo) colla famosa carica dei 101. Che non sono dalmata, ma cani sì. Traditori al guinzaglio di Letta — e si capisce il perché — e probabilmente di Renzi: ma quello si deve capire ancora. Nel frattempo ci ha rassicurato parecchio sentire che il Renzusconi la parola sinistra l’ha pronunciata solo quando al confronto su Sky gli hanno chiesto dov’era il cesso. Già, il confronto su Sky: roba arrapantissima, tipo un porno con Paolo Limiti, tanto entusiasmante da vedere che i ciechi non sono mai stati così felici. Che spettacolo, queste elezioni Ultimarie: perché sono e saranno le ultime che si fanno in un Partito Democratico-Cristiano dove puoi scegliere fra Renzi, D’Alema e uno scappato di casa alla Civati che prima fa le cose giuste eppoi chiede scusa scusissima per averle fatte. Tristezza perfavore vai via, e portati appresso pure ‘sti begli esemplari. E mentre Vendola al telefono se la ride sui tumori dell’Ilva e su ‘sto cazzo, solo una cosa sembra chiara: larghe o strette, le Fanghe Intese sono su misura per Grillo. Lettalfanico in salsa cattocomunista, il piattone stitico che vogliono tenere in cottura fino al 2015 manda fuori di testa la gente. Che — come dicono sempre su Rete4, anche se poi non si ricordano mai di dire chi ha governato fino a venti minuti fa l’Italia… — non ce la fa più; che — come dicono i sondaggi — anziché impazzire va a farsi un po’ d’incazzoterapia in piazza con Beppe.  Certo a Genova è arrivata circa la metà dei manifestanti previsti, ma il populismo tira ancora. E purtroppo tira dentro anche l’ombra di quello che è stato un premio Nobel: Dario Fu, altroché Fo, a impreziosire una pagliacciata tutta promesse. Soldi e internet al mondo intero, rinegoziamo il debito pubblico come l’Ecuador (?!), accattatevi il divvuddì mio e il libro di Casaleggio — camionate di telemarketing e fuffa cazzara che annegano qualche buona idea troppo simile a una buona intenzione, e niente più. Anche qui tristezza a pacchi, e anche nostalgia di puttanate vintage — non c’è più il milione di posti di lavoro di una volta! No, ma c’è un posto da un milione al mese per la Pascale. Eppoi c’è di nuovo Forza Italia, Silvio giovane come vent’anni fa quando ancora non aveva i capelli, ci sono ancora le televisioni, c’è Dudù pettinato come Casaleggio anche se Twitter gli sembra una marca di lubrificante anale, al Berlusconi 2.0. Che poi in realtà è un Grillo 1.0: con Signorini e la De Filippi al posto del web, ma ci siamo. Una versione classica del vaffanculo sportivo. L’ha detto proprio lui, del resto: siccome sono come Beppe, fuori dal Parlamento e incandidabile perché pregiudicato, anche per me non cambia niente. Allora non tutto è perduto.  Mettici un po’ di pane, un po’ di figa, un po’ di Europa bastarda che c’ha rovinato (mica come Tremonti…) e forse qualcosa s’è salvato: circa 8 milioni di voti. Otto milioni di persone pronte a rivotarlo: forse non è stato poi tutto sbagliato. Forse era giusto così, forse, ma forse ma sì: al voto ci toccherà di nuovo un Silvio in sella e in Sally. E adesso chi cazzo glielo dice a, Vasco Rossi...             

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