Dopo l’invenzione delle banche del fascismo e dei neutrini
in galleria della Gelmini, pensavamo che l’Italia avesse smesso di regalare
capolavori al mondo. Pensavamo noi di Macondo, i soliti pessimisti. E invece
eccola qua l’ideona. Al diritto penale moderno la Corte di Cassazione non
basta, serve quella di Scassazione. Di più, occorre urgentissimo il quarto
quinto sesto grado di giudizio con finalissima e rigori: scassiamo tutto per il
Corto di Scassazione, per Melisso B cento golpe di spugna prima di andare a
dormire ai domiciliari. In qualunque altro posto del pianeta — pure in Micronesia,
pure a Mirabilandia — le sentenze della magistratura passate in giudicato non
si toccano, e il condannato passa in galera o ai servizi sociali o al
carrettino dello zucchero filato coi bambini di merda che sbavano e piangono
senza un cazzo di motivo. L’ultima è abbastanza tosta, ma a Mirabilandia colle
condanne non si scherza. Nel resto d’Italia sì. Cassintegrazione, suicidi di
disoccupati, il solito disastro della scuola che inizia fra le macerie? Ma che
cazzo dite: l’importante è l’Agibilità Politica. Che sarebbe poi l’Agibilità
Penale, che sarebbe poi l’Agibilità del pene in senso stretto e largo:
soprattutto largo, in culo alla giustizia all’uguaglianza e alla decenza.
Riforma della magistratura, dice Giorgio ‘O Napolitano. Riforma dei magistrati,
pensa Silvio il Corto. Un accordo lo trovano, comunque: anche perché il Boss
dei Quirinalesi quando vuole il trattamento alle Procure glielo fa — citofonare
Ingroia e chiedere di Mancino, se non ci credete. La magistratura che da potere
indipendente dello Stato diventa ‘na bocciofila a comando, i magistrati
cacacazzi che vengono promossi guardie alpine in Val d’Aosta o sullo Stelvio,
una passata di ruspa sulle condanne definitive ecciao. I grandi progetti
dell’Italia per il futuro eccoli qua. Colle menti più lucide della Nazione — le
stesse che ogni minuto ti spiegano fichissimi che in America, in Inghilterra
fanno così e cosà — a scordarsi
l’America e l’Inghilterra per studiare una soluzione da Cile di Pinochet, da
Bananas di Woody Allen. Tutti gli stessi, ‘sti grandi editorialisti che
studiano e viaggiano e tutto: belli i princìpi, belli i viaggi, bello tutto, ma
più bello di tutto è tenersi il Martini dry e il posto di lavoro al Corriere
via Arcore. Ma del resto per chi lo devi fare l’eroe, quando il nostro giovane
premier morto a vent’anni di democristianite per prima cosa va dai Ciellini a
Rimini col messaggio di rinforzo by Napolitano? Applausoni, eh. Amiconi, eh.
Applausoni per gli amiconi, in genere gente stupenda e rassicurante: Andreotti,
Forlani, Formigoni e addirittura qualche non indagato — ma per sbaglio. I
Ciellini del resto sono fatti così, battono le mani a chi gli somiglia: quando
le mani non ce l’hanno occupate da una mazzetta o una manetta. L’Italia
annunciata da NipoLetta Orsomando è come la Fiat di Sergio Minchionne:
vivacchia, anzi muoricchia, aspettando che qualcuno se la pigli. Magari una
multinazionale che tira, magari italiana. E chi meglio dell’unica, vera
invenzione italiana che assieme alla pizza il mondo intero ci copia? Cosa vuoi
di più d’una bella cessione d’azienda alla mafia?! Niente, ma tranquillo che
come a Mirafiori i soliti scassaminchia della Fiom li trovi sempre. Non molti,
perfortuna; sempre meno, ringraziando dio e il partito unico della Lupara che
Ride in parlamento. Ma ci sono. Razza dannosa, non comune, che non si fa i
cazzi suoi per fare il bene comune. Di tutte le terremotate istituzioni
italiane, infatti, l’unica che ancora produce e incide sul territorio è la
figura del Sindaco. Eletto da una legge elettorale decente e funzionante, senza
porcellum di mezzo ha la concreta possibilità — bene o male — d’amministrare.
Bene o male: e qui sta la differenza, e qui puoi diventare il Nemico in Comune
e in comune. Disdici un appalto, sposti d’ufficio un corrotto, non fai più
favori ai comparucci di panza e sostanza: cose reali, tangibili, piccole ma che
cambiano subito e sul serio l’andazzo. E allora ti devi guardare dai nemici
dichiarati, dai nemici occulti e dai nemici travestiti da amici che prima
t’appoggiano per quello che dici eppoi t’affossano perché fai quello che dici o
almeno ci provi. Sempre la solita storia, una Bruttiful in mille puntate:
l’ultima a pagare è stata Carolina Girasole, che per averci provato a Isola
Capo Rizzuto alle ultime elezioni è stata cacciata con ignominia e calunnie. Ma
ne vale ancora la pena, e per quanto? Di questo e molto altro parleremo con
Franco Froio, sindaco di Piopoli che ringraziamo per la possibilità di
confrontarci sull’operato d’una giunta che su certi temi sembra il Fantasma Formaggino;
e con Giannetto Speranza, sindaco che a Lamezia è speranza davvero; e con Maria
Lanzetta, sindaco dimissionario di Monasterace che dopo tante minacce e
delusioni la speranza forse non l’ha persa; e con Peppe Baldessarro, che ci
racconterà la vergogna del Caso Fallara e il processo alla grande speranza
della politica calabrotta Pippone Scopelliti. Proprio lui, il Presidente sempre
in Rayban e in udienza per le ruberie della sua amministrazione comunale. Lui
che può vantare il Consiglio Regionale più pregiudicato e ‘ndranghetista del
mondo, lui che ha lasciato Reggio sotto milionate di debiti e di scandali, lui
che ha malamministrato e malamministra, lui che è stato il sindaco più amato
amatissimo d’Italia nonostante il torbido e la puzza. Anzi, proprio per questo.
Perché da noi le buone intenzioni non te le perdona nessuno, ma le peggiori te
le votano tutti. Non ci credete, non l’accettate, non ci volete stare? Allora
state con noi in piazza a Montepaone Lido, Giovedì 22 alle 21,30: ci vediamo lì
— se avete una testa portatela, si divertirà.
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