Sembra di no ma è di sinistra, sembra di no
ma è di sinistra, sembra di no ma è di sinistra. Da domenica su tutti i giornali supporter Renzi è come le Hogan:
sembra che fanno cacare ma sono bellissime, sembra che fanno cacare ma sono
bellissime, sembra che fanno cacare ma sono bellissime… Training autogeno
spinto, Giucas Casella Asocial Club. Renzi ha vinto, e guai a chi non si
convince. Una vittoria netta, a sopresa, un pronostico impossibile tipo
Barcellona-Sambiatese: era stampato da talmente tanto tempo, che se non si
sbrigavano collo spoglio al discorso della vittoria di Renzi si sbiadiva
l’inchiostro. Cronaca di una sorte annunciata. Certo, un sacco di gente è
andata a votare. Un sacco in più delle previsioni, per l’esattezza. Ma Cuperlo
coll’appoggio di Bersani, Fioroni e D’Alema che raccatta la cacca del labrador
ai giardinetti non è una candidatura: è un vangelo riempi-seggio
secondo Matteo. Anzi, Matteo Primo. Il primo segretario della Nuova Sinistra. E siamo daccapo
all’inizio, alla codona di paglia sul tema che spunta subito nel primo discorso
di Matteo I. Illuminante. Ha voluto chiarire subito che no, questa non è la
fine della sinistra — a quello c’avevano pensato D’Alema e assimilati da mo’ — vi sbagliate: questa è l’ennesima
imitazione light della destra, una dieta liberista ma con tante verdurine e
omega3. Un Veltroni meno sfigato e vigliacco, un Blair tarocco in differita di
dieci anni, una versione craccata e craxata della sinistra Apple, un reload
dello zoo di Bettino. E infatti l’unica cosa chiara del giovane Tony Renxi è l’attacco
ai sindacati e alle pensioni di reversibilità delle vedove: repertorio da
rivoluzionario impavido, coraggio a palle d’acciaio proprio. Però c’è da
capirlo, eh. Va per esclusione. Se attacca le banche s’incazza l’alleato e
sostenitore Piero Fassino in arte Abbiamo
Una Banca; se attacca la finanza off-shore s’incazzano tutti i finanzieri
sponsor off-shore che c’ha; se nel paese più mafioso del mondo fiata su mafia e
questione morale s’incazza il sindaco fascio-affarista inquisito De Luca, che a
Salerno gli ha fatto prendere il 90mila percento dei voti. E non parliamo di
evasione fiscale o conflitto d’interessi, ché altrimenti gli amichetti Silvio e
Flavione non l’invitano più a casa a giocare. Perché ‘sta nuova sinistra è
così: gira, conosce, fa cose, vede gente senza pregiudizi: ma per fascia di
reddito. Briatore sì e Landini no, per dire. Più Figa e meno Fiom sembra di no
ma è di sinistra, sembra di no ma è di sinistra… Mauro, Maltese, Giannini e
altri onanisti mentali di Repubblica, avanti tutta che tanto non rimanete
ciechi: più di così è impossibile. E allora? Ora che avete portato a casa il
vostro ultimissimo modello di MacNiente, di Renzi-Station, di Matteo-Box,
divertitevi. Che colori, che grafica, che videogiochi di parole!!! Come quando col
musetto tutto fiero il Segretario Upgrade annuncia che lui a Firenze il
palasport l’ha chiamato Mandela Forum, mica cazzi. Che è come dire che se
trattieni una scorreggia combatti l’inquinamento atmosferico. Fumo di culo e
niente arrosto; merda parolaia; marketing stronziforme. Che funziona, che
vende, che al pueblo sempre più coglione ed esasperato piace sempre di più.
Perché la sostanza è un’altra cosa, la politica è un’altra cosa, il merito è
un’altra cosa. E’ una lettera di domenica mattina proprio su Repubblica (nella
foto la comoda versione Braille), nella pagina degli editoriali di Mauro, Scalfari
e compagnia non vedente. Riassuntino della lettera: bello Mandela, piace a
tutti Mandela, soprattutto perché se ne sta in Sudafrica morto, Mandela, e qui non
rompe i coglioni a nessuno coi diritti civili. Proposta nella lettera: senza
ipocrisie e facce di culo, allarghiamo o almeno iniziamo a parlare
dell’allargamento del diritto di cittadinanza ai cinesi sfruttati che muoiuono
nei capannoni come topi — anzi no: peggio, perché almeno ai topi non facciamo pagare
l’affitto per le trappole che li ammazzano, dai topi non ci facciamo fare i
maglioni sottocosto, coi topi non facciamo finta che siano invisibili. Niente
clandestini uguale niente ricatti, più cittadini consapevoli e meno cadaveri
intombati. Firmato Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana. Un tipo
strano. Niente scandali, niente mazzette, niente amichetti guappi o leopardati,
bilancio della Sanità in attivo. Niente massoni, niente berluschini, niente
leopolde frufrù cazzabubboli e programmi kinder sorpresa. Niente vergogna delle
proprie convinzioni, zero arrapamento per i conservatori travestiti o per i
travestiti conservatori, cioè Blair e la Thatcher. Buon’amministrazione, politica
solida, brutte giacche ma belle idee: difendere il lavoro, parlare di dignità e
diritti, stare dalla parte dei più deboli. Meno Mandela sui muri dei palazzetti
e molto di più nei programmi politici. Due palle, insomma. ‘Na rottura di
coglioni infinita. Materiale obsoleto, pesante, preistoricume lento che nemmeno
la Playstation 2 o il Commodore 64. Lo sappiamo, e chiediamo scusa. Nel tempo
della sinistra touch, una sinistra che tocca i problemi anziché lo schermo è
fuori moda. Crea disagio, confonde, imbarazza in società come un Armani da sera
messo due volte. Nooo, questo Rossi non va bene. Al nuovo Partito
Democratico-Cristiano che inciucia, che governa e si oppone, che svolta per
finta e affonda per davvero ne servono altri: i rossi di vergogna.
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