martedì 10 dicembre 2013

ROSSI: MA DI VERGOGNA


Sembra di no ma è di sinistra, sembra di no ma è di sinistra, sembra di no ma è di sinistra. Da domenica su tutti i giornali supporter Renzi è come le Hogan: sembra che fanno cacare ma sono bellissime, sembra che fanno cacare ma sono bellissime, sembra che fanno cacare ma sono bellissime… Training autogeno spinto, Giucas Casella Asocial Club. Renzi ha vinto, e guai a chi non si convince. Una vittoria netta, a sopresa, un pronostico impossibile tipo Barcellona-Sambiatese: era stampato da talmente tanto tempo, che se non si sbrigavano collo spoglio al discorso della vittoria di Renzi si sbiadiva l’inchiostro. Cronaca di una sorte annunciata. Certo, un sacco di gente è andata a votare. Un sacco in più delle previsioni, per l’esattezza. Ma Cuperlo coll’appoggio di Bersani, Fioroni e D’Alema che raccatta la cacca del labrador ai giardinetti non è una candidatura: è un vangelo riempi-seggio secondo Matteo. Anzi, Matteo Primo. Il primo segretario della Nuova Sinistra. E siamo daccapo all’inizio, alla codona di paglia sul tema che spunta subito nel primo discorso di Matteo I. Illuminante. Ha voluto chiarire subito che no, questa non è la fine della sinistra — a quello c’avevano pensato D’Alema e assimilati da mo’ —  vi sbagliate: questa è l’ennesima imitazione light della destra, una dieta liberista ma con tante verdurine e omega3. Un Veltroni meno sfigato e vigliacco, un Blair tarocco in differita di dieci anni, una versione craccata e craxata della sinistra Apple, un reload dello zoo di Bettino. E infatti l’unica cosa chiara del giovane Tony Renxi è l’attacco ai sindacati e alle pensioni di reversibilità delle vedove: repertorio da rivoluzionario impavido, coraggio a palle d’acciaio proprio. Però c’è da capirlo, eh. Va per esclusione. Se attacca le banche s’incazza l’alleato e sostenitore Piero Fassino in arte Abbiamo Una Banca; se attacca la finanza off-shore s’incazzano tutti i finanzieri sponsor off-shore che c’ha; se nel paese più mafioso del mondo fiata su mafia e questione morale s’incazza il sindaco fascio-affarista inquisito De Luca, che a Salerno gli ha fatto prendere il 90mila percento dei voti. E non parliamo di evasione fiscale o conflitto d’interessi, ché altrimenti gli amichetti Silvio e Flavione non l’invitano più a casa a giocare. Perché ‘sta nuova sinistra è così: gira, conosce, fa cose, vede gente senza pregiudizi: ma per fascia di reddito. Briatore sì e Landini no, per dire. Più Figa e meno Fiom sembra di no ma è di sinistra, sembra di no ma è di sinistra… Mauro, Maltese, Giannini e altri onanisti mentali di Repubblica, avanti tutta che tanto non rimanete ciechi: più di così è impossibile. E allora? Ora che avete portato a casa il vostro ultimissimo modello di MacNiente, di Renzi-Station, di Matteo-Box, divertitevi. Che colori, che grafica, che videogiochi di parole!!! Come quando col musetto tutto fiero il Segretario Upgrade annuncia che lui a Firenze il palasport l’ha chiamato Mandela Forum, mica cazzi. Che è come dire che se trattieni una scorreggia combatti l’inquinamento atmosferico. Fumo di culo e niente arrosto; merda parolaia; marketing stronziforme. Che funziona, che vende, che al pueblo sempre più coglione ed esasperato piace sempre di più. Perché la sostanza è un’altra cosa, la politica è un’altra cosa, il merito è un’altra cosa. E’ una lettera di domenica mattina proprio su Repubblica (nella foto la comoda versione Braille), nella pagina degli editoriali di Mauro, Scalfari e compagnia non vedente. Riassuntino della lettera: bello Mandela, piace a tutti Mandela, soprattutto perché se ne sta in Sudafrica morto, Mandela, e qui non rompe i coglioni a nessuno coi diritti civili. Proposta nella lettera: senza ipocrisie e facce di culo, allarghiamo o almeno iniziamo a parlare dell’allargamento del diritto di cittadinanza ai cinesi sfruttati che muoiuono nei capannoni come topi — anzi no: peggio, perché almeno ai topi non facciamo pagare l’affitto per le trappole che li ammazzano, dai topi non ci facciamo fare i maglioni sottocosto, coi topi non facciamo finta che siano invisibili. Niente clandestini uguale niente ricatti, più cittadini consapevoli e meno cadaveri intombati. Firmato Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana. Un tipo strano. Niente scandali, niente mazzette, niente amichetti guappi o leopardati, bilancio della Sanità in attivo. Niente massoni, niente berluschini, niente leopolde frufrù cazzabubboli e programmi kinder sorpresa. Niente vergogna delle proprie convinzioni, zero arrapamento per i conservatori travestiti o per i travestiti conservatori, cioè Blair e la Thatcher. Buon’amministrazione, politica solida, brutte giacche ma belle idee: difendere il lavoro, parlare di dignità e diritti, stare dalla parte dei più deboli. Meno Mandela sui muri dei palazzetti e molto di più nei programmi politici. Due palle, insomma. ‘Na rottura di coglioni infinita. Materiale obsoleto, pesante, preistoricume lento che nemmeno la Playstation 2 o il Commodore 64. Lo sappiamo, e chiediamo scusa. Nel tempo della sinistra touch, una sinistra che tocca i problemi anziché lo schermo è fuori moda. Crea disagio, confonde, imbarazza in società come un Armani da sera messo due volte. Nooo, questo Rossi non va bene. Al nuovo Partito Democratico-Cristiano che inciucia, che governa e si oppone, che svolta per finta e affonda per davvero ne servono altri: i rossi di vergogna.      


            

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