domenica 21 aprile 2013

CITOFONARE CAVOUR

Bersani che piange e Berlusconi che ride, per dire. Dire che il Napolitano Bis come la Cassia qualcuno per strada lo lascia - altroché buona soluzione per tutti. Tutti tutti no, ma Bonaparte: di sicuro il Napoleone di Gallipoli, Massimone D'Alema. Che non potendo vincere la corsa più merdosa del mondo - come scrivevamo ieri - s'accontenta di far perdere gli altri (eccolo in uno scatto di repertorio che festeggia col cappellone e collo scaltro compare Renzi, foto Hanna&Barbera). E insomma ancora Lacrime Napolitano, che secondo molti salva la situazione: un pò come il Vesuvio ha salvato Pompei. Da noi intervistato il noto politologo Leo Fragoty della Claire Valley School of Politics ha affermato che la situazione è scientificamente definibile 'On catta cà scivulavi. E in effetti pure noi non siamo caduti perché siamo scivolati: nella classica situazione dell'assurdo. Un segretario e un partito barricati nell'inciucio che hanno torto marcio, non si sa se più torto o più marcio; un movimento che ha avuto molti torti sulla formazione del governo e che ha ragione sul Quirinale, ma che anche quando ha ragione ha torto marcio. O marcia: su Roma gridando al golpe, e pure su Rodotà per difenderlo da Rodotà che dice che golpe non ce ne sono. Colpe sì, ma quelle sono difficili da ammettere. Fortuna che alla fine Beppe annulla tutto, con doppio beneficio: nessun cretino rivoluzionario si fa male, Grillo torna a farci pisciare dal ridere come ai tempi belli. Involontariamente, ma pazienza. Le ultime risate che ci faremo, del resto. George Neapolitan the President mo' tiene il potere assoluto e prepara 'O Governo del cambiamento e dell'innovazione. Mentre al Quirinale installano la capsula criogenica e il set per la mummificazione modello Lenin Deluxe, Egli pensa e ripensa a chi incaricare. Monti Bis e Amato Ter (quater cinquina e tombola: abbiamo perso per il conto, la verità...) andrebbero bene, ma sono troppo giovani, vivaci, quasi dei punkabbestia anarco-insurrezionalisti... Allora Giorgio acchiappa deciso il telefono a disco e fa: chiamatemi Cavour! E se non risponde Crispi Salandra e Giolitti e facimm' ampress', che cazz'! Reintroduzione del grammofono, della tassa sul macinato, della malaria. Le riforme urgenti per un Paese decrepito pilotato da cadaveri che hanno solo la retromarcia. Ma che si mantengono giovani mangiandosi il futuro dei giovani. Indietro così, allora. Di larghe intese loro e chiappe larghissime nostre. Magari con un'alabarda spaziale antimagistrati in omaggio a Silvio, una bomba in regalo a chi tocca il patto Stato-Mafia, una mitragliata a chi non vuole toccare lo Statuto dei lavoratori o i lavoratori direttamente. Piovono pietre, si cacano macine sui più deboli - e allora la prossima marcia potrebbe non fare tanto ridere. Good night, and good luck. 



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