2023: la Cina non ci vaccina, il governo NoVax&SìDux tiene alta la Fiamma mentre getta la maschera e anche la mascherina, l’opposizione rincula non agisce e rincresce: ma nel complesso l’Italia gradisce anche se regredisce, e via via s’impoverisce s’incanaglisce e/o s’incasina. Vacche magre, grasse risate, ignoranze sostanze e arroganze delle solite mafie coschette e consorterie ingrassate. Danno nuovo, malavita vecchia. Più o meno questo penserà, senza poterlo dire, il presidente Mattarella nel discorso di stasera; il commissario Gordon che non vede l’ora di richiamare il suo Batman, l’uomo Pil-pistrello, l’uomo Dragons che è anche commissario ai conti Goldman Sachs: questo sembrerà, senza (non per molto…) ancora poterlo fare, mentre dal Colle più alto si guarderà ‘sta Roma Gotham City eterna, che oggi dalla brace è ripassata in padella alla sputtanesca, alla meloniana, cioè alla nuova vecchia maniera sfasciodemocristiana. Ma, al lordo delle nebbie fitte da Buscopan, bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno e il pitale mezzo vuoto: non siamo ancora all’olio di ricino, e quindi neppure all’orlo di questo risiko. Arriveranno altre purghe da gogna, altre puzze di fogna, altre cacate da paura da rogna e da vergogna. Basta aspettare, basta aspettarsi il peggio e per il momento tenersi buono il buono di questo governo, che tiene pronto per più avanti il suo meglio peggio. Intanto, per esempio e contro ogni pronostico, il Natale è passato e così il primo Manovrone dilatorio diversivo ma almeno non ancora presidenzial-eversivo in parlamento. Mica poco, per una scompagine di sgoverno che ignora l’abbicì e l’abaco, basata sul niente più che sul poco. Solo che al Natale siamo sopravvissuti, alla Manovra vedremo se quando e soprattutto quanto: ancora più sotto i più poveri, e più su ancora i poveri ricchi da sempre maltrattati e malvessati da cleptomarxisti malvestiti e malvissuti. Però se dio patria e famiglia vogliono i tempi della lotta di classe economy alla classe business, sono finiti. E questa finanziaria è già un bel segnale — di fumo negli occhi, per chi ancora crede che solo perché una viene dalla destra fasciostracciona e daa Garbatella e va al governo senza padrini e quattrini, poi possa davvero essere anche solo Sgarbatella le solite oligarchie di scrocconi e straricchi. Ma c’è tempo, calma, avremo maltempo e malomodo di dire che la misura è colma tipo latrina. Per ora fra un Merry X Mes e un felice Natale della X Mas, fra qualche scintilla coll’Europa e una bella Fiammata Tricolore in Italia, fra una toccata di palla benaugurante e una di pialla su quelle di Natale e famiglia non abbiente, la corsa è finita: evitando l’esercizio provvisorio esercitandosi con quache rito propiziatorio e talmente pro-evasore da essere provocatorio, la prima Finanziaria della Meloni è arrivata prima che s’iniziasse a dire che la Meloni manco è partita che è già arrivata, sfatta, finita. Anche se la sua Finanziaria è arrivata malfatta, incompleta, sfinente deludente e sfinita. Colla sensazione, anche per i suoi escrementizi estimatori, che Giorgia stia raschiando già il fondo e rischiando il Fondo salvastati d’ansia, di Bruxelles e di pressione, di delusione crisi e depressione. E crisi no, depressione nemmeno, ma un po' di delusione persino per qualcuno di voi, di quelli che per non tagliarsi anche le vene e l’ottimismo — oltre al reddito e al resto in Finanziaria — taglia corto e dice speriamo che questo governo faccia qualcosa di buono anche per noi. Ad esempio.
Magari non con doni per tutti, ma da Giorgia donna moglie e mamma Natala non vi aspettavate nemmeno condoni per tutti i soliti evasori e furbetti? Va bene riformare il reddito di cittadinanza, molto meno riformare le file all’Agenzia delle Entrate d’Emergenza di bilionari biscazzieri e Briatori che come sempre fottono sfruttano eppoi pure sfottono la Repubblica Bananitaliana che gli offre l’arresa dei conti e la rendita di cittadinanza? Ok, il nuovissimo vecchio codice degli appalti sarà pure un volano per l’economia, però è stato facoltativo e voluttuario anziché obbligatorio scriverlo come un codice morse tua mafia mia mentre tutt’intorno volano più che mai i ricoveri urgenti in galera per mazzettofilia? Sì in Parlamento ci sono tante distrazioni e nella Finanziaria tanti numeri, ma possibile che con tutti gli autobonus per tablet e smartphone a spese dei diciottenni figli di nessuno non ci fosse una calcolatrice per evitare il numero di approvare per sbaglio un emendamento-emerito smerdamento da mezzo miliardo di euro? Cari amici Papalutisti surrealisti e ipercritici, è la solita questione di prospettive troppo lunghe e aspettative troppo alte: qui si tratta di alzare in fretta qualche lira, oppure di dover alzare in frotta i tacchi già a primavera… Se dal governo più scarso della Storia vi aspettavate un approccio meno scrauso alla storia del governo, della legge di bilancio o delle legge di Murphy per cui se una cosa può andare male non solo ci andrà ma ci andrà andando in maggioranza con Meloni e bene alla maggioranza degl’italiani, beh, siete fuori strada. Andate fuori, invece, in strada, dove da domani in città si potranno ammazzare i cinghiali e mangiarli — alla faccia di chi dice che Gggiorgia affama i cittadini, ecco a voi l’umido di cittadinanza, perchè magari si stringe la cinghia ma cazzo guai a dire che colla Maldestra Sociale si stringe sul cinghiale… La verità è che, a parole o a pallettoni, ci ritroviamo tutti stesi bocconi — amari. La Fratelli o Fardelli d’Italia, Mameli o Meloni, il ritornello italiano è sempre quello di Flaiano: la situazione è grave, pesante, ma non è seria. Ora più che mai, oggi più di ieri e meno di domani, siamo in mano e in Manovra di Natale a gente che per mangiarsi il panettone dalla flat tax ai penionati minorenni ai fuck vax deve rimangiarsi tutte le promesse elettorali con cui a settembre aveva fatto il pienone coi candidati senza qualifiche e canditi. Persone improvvisate e personale scadente che se sa cosa vuole fare non sa come, e se per caso sa come poi non sa il perché, tranne perché il nostro è un governo votato dalla ggente per la gggente. Tutto come sempre, come al solito, solo sempre un po' peggio. No, col governo Meloni — a parte il governo Meloni — il problema è un altro. E’ che, impegnata a fare la Befana Postfascista e l’Ex Ariana che piange in sinagoga e in coccodrillo per Nonno Benito Anche Bonificatore Buono Ma Un Pochino Birbantello E Razzista, Ggiorgia non parta avanti le cose importanti. Importantissime, per noi che siano suoi grandi fan fin da quando era una piccola Fuan, un’azzione ggiovane ggiorgia e universitaria che si batteva per i valori d’una Patria Fieramente ItaloFlaiana, grave ma non seria: il Presepe. Sì sì, magari voi senza dio patria e famiglia con bambini gesù a carico ve la siete persa come vi siete persi i valori e le tradizioni, ma noi no. Tutti gli anni, prima che le cadesse ‘sta botta di culo sulla testa della Presidenza del Consiglio, lei presiedeva il Gran Consiglio di Presepanza. Prima di regalarci ‘sto Natale da Quaresima, lei già dai primi di dicembre ci faceva montare un’Ansa e un’Ansia da attesa che manco per la tredicesima: una scuola non faceva il presepe, qualche prete progressista o qualche bidello cripto-islamista non faceva abbastanza Ariano il bambinello o lo faceva fuori dal vaso cioè fuori dagli standard di San Gregorio Armeno o di Casa Cupiello? E lei, siccome o’ presepe ci piace e ci fa atmosfera quasi come il duce, subito ci faceva un caso un lancio d’agenzia e la poesia di Natale Patrio e Tradizionalista sullo sgabello. Uno scandalo, uno schifo, se tutti fanno l’albero del vandalo nordico importato da casa d’anticristo per la casetta di Gesù chi fa il tifo? Bei tempi, quanta nostalgia, che Meloninconia! Bastava prendere posizione, per prendersi un sacco di voti e tutta l’opposizione. Non che Giorgia sia cambiata, eh, è solo che purtroppo — purtroppo per l’Italia — adesso è Presidente e impegnata. Certo anche da Palazzo Chigi Giorgia ci prova a farci vivere il Natale di una volta, pieno di vecchie tradizioni e nuovi poveri, di disgraziati al freddo e al gelo e ricchi pregiudicati graziati mai al fresco ma collo champagne in ghiaccio e il flutes del maltolto al cielo; niente più Pos Spid e ricetta elettronica e vieni avanti chinino grammofono e ceralacca, che fanno atmosfera e magica notte dei tempi delle caverne più che della Grotta, ma senza di lei chi controlla che il bue sia davvero un bue anziché una vacca? E se lei è occupata a occupare il Palazzo e tutti i posti di potere, chi lo sa se è davvero abruzzese o molisano anziché senegalese o maliano il pastore? Chi le tutela ‘ste figure tipiche della memoria e dell’Italia, ora che tu sei in giro a fare memorabili figure di merda per l’Europa? Ma noi, Giorgia! A noi, l’Italietta Allora i veri arcinemici che ci stanno a fare? La facciamo noi la guardia al Presepe: consideraci i Balilla del bottaio dell’arrotino e della pecorella! Fare la guardia, Noi del Papaluto siamo qua, a mettere insieme i pezzi del presepe dell’Italia e degl’Italiani coi tuoi pezzi d’italioti improvvisati e quaquaraqqua.
Ovviamente un presepe della madonna delle lacrime e sangue così, non può che avere una Maria Giorgia che partorisce più con dolo che con dolore ‘sta finanziaria di Natale al contrario: tutta tagli per chi adesso ha già e dagli addosso a chi non ha ora né mai avrà. Accanto a lei, padre sputtanativo della Patria e presidente del Senato della Repubblica per lui Puttana nata il 25 Aprile, Giuseppe Ignazio Benito La Russa, quello che anziché coll’Abete il Natale Tradizionale lo festeggia col Pino Rauti, l’uomo della liberazione del poter dire sono il vicecapo di uno Stato Antifascista per costituzione ma che palle e che vergogna ‘sta Liberazione. Uno così, che la cosa più acuta che ha è il pizzo, il falegname che nel nostro presepe non ha una sega di meglio da fare che giocare coi soldatini a termine, un microcefalo che per maxinoia propone la mini-naja. Saremmo già messi bene così, ma c’è ancora da aggiungere e raggiungere l’apice della splendida cornice: dove andiamo senza il boia e l’asinello, senza mettere in posa e in prosa i due che nel governo sono i più messi così così. L’asinello ovviamente è Matteo nostro, l’ex pasta di Capitano col posto da ministro alle Infrastorture combinato così male che non lo vogliamo sminuire — macché asinello, lui è proprio un bell’asinone, uno che da quando non ha più la Bestia sui social e nei puttanata-tour in giro per l’Italia è rimasto solo uno strano animale senza basto né soma, e prossimamente solo bastone e somatizzazione: infatti Zaia e gli altri amici nella Lega si stanno organizzando per togliergli il peso di segretario politico, e mettergli sullo stomaco quello del reflusso gastrico del reuccio fatto mini-ministro ma fatto fuori e fesso perché l’unica infrastruttura che ha realizzato è la strada che ha portato il partito sul lastrico. Una prece, vogliamo ricordarlo così, che molesta gente al citofono o su instagram mentre colla tazza del cappuccino che sembra del water spara religiose cacate da bisogno della croce. Ma per una Lega Nord che va, una Lega Nordio arriva: eccolo il buon partito preso per seppellire ogni altra possibile Tangentopoli in Italia, proprio nel momento in cui tutta Europa è una grande Italia presa con una Mani Pulite nel sacco. Mentre tutto il mondo guarda allo scandalo che monta da Doha, grazie a lui in Italia si vede di smontare poteri d’indagine antimafia e corruzione dalle procure alla Dia. Praticamente un genio del tempismo in politica e del teppismo contro la magistratura, o almeno quella che ancora si azzarda a non obbedire alle mazzate e alle mazzette della o come la politica; il candidato e ministro al bacio, un Meloniano Legge e Ordine: solo un ordine piduista, berlusconiano, kissmeliciogelliano. Una magistratura in mano alla politica, a sua volta in manodopera in mafia e in massoneria con inquisiti e incappucciati, il tutto mano mano in culo alla democrazia alla giustizia all’uguagliuanza e a tutti gli altri principi oramai affondanti della Repubblica. Bello no? Più bello ancora è che lo chiamano Piano di Rinascita Democratica. Una vecchia idea che non muore, un po' come Nordio il pm fallito dell’inchiesta Coop Rosse col suo livore. Un progettino abusivo dal cuore antico ed eversivo che per andare finalmente a dama senza rischio della madama ha bisogno di un anti-Erode che ufficialmente vuole evitare la strage degl’innocenti, ma che in realtà è un anti-eroe al servizio deviato dei potenti che da Capaci in poi vogliono sempre la strage degl’inquirenti. E per questo Carletto è il Backstreet Boia perfetto, l’ammazza-inchieste troppo ben fatte e non richieste, il ragazzo del vicolo cieco per tutte le indagini e le intercettazioni troppo osé, un revival degli anni 90 di magistrato fallito che siccome non è riuscito a estirpare la corruzione, vuole estirpare direttamente chi invece ancora ci prova, non si è venduto, o peggio ancora ci è riuscito. Un presepe preclaro e stupendo che ci viene il vomito già così, ma come fai a non metterci anche l’Osceno del Paese? Ma perfortuna Giorgia ce l’ha proprio in casa. Trattasi di tal Francesco Lollobrigida, alias il cognato di vomito, uno che non è parente di Gina l’attrica, ma di Giorgia la sua benefattrice: il Fratello d’Italia e ministro dell’Agricoltura che non ha conoscenza diretta del campo solo perché ha sposato la meglio sorella d’Italia, quella della Meloni. Non contento, anziché starsene bello tranquillo a casa del fascio o in giro per monumenti a gerarchi e altre belle personalità e personcine di quando c’era Lui generalmente inaugurati proprio da lui, trova anche il tempo di parlare di tutto e con tutti: ma sempre senza dire niente. E solo quando va bene, perché poi ogni tanto Pappa e Ciccio con Giorgia si sforza e ti sforna pezzi di scienza di ricino che manco colla Duce Euchessina. Ad esempio, io governo ti taglio il reddito di cittadinanza a otto mesi, e per non perderlo devi accettare anche un lavoro da ottocento euro con pagarti vitto e alloggio a ottocento chilometri dalla tua famiglia? Giusto, e se non lo capite, ve lo spiega il Lollo di Pane Amore ed Economia: Bisogna accettare la prima offerta congrua, perché il lavoro si trova in tutta Italia: anche se uno come me l’ha potuto trovare solo in Fratelli d’Italia…
Potremmo andare avanti, la lista della spesa di qualche parola stupida e impietosa sarebbe troppo lunga. Con questi figuri del presepe le chicche stanno a mille, ma le chiacchiere a zero e la Meloni al trenta. Quindi hanno ragione loro, ma una ragione — oltre a farcela — dobbiamo cercarcela anche noi. E per trovarla basta buttare un’occhiata all’altra parte di sto presepe da buttare e da buttarsi una coltellata: perché l’Impiastro del Ciel di Giorgia&Giorgetti non dovrebbe essere alle stelle come gradimento, se l’alternativa sulla scena sono i Re Maghi dell’Opposizione sempre più da depressione e/o a detrimento? Prendete per esempio i Renzenda, la coppia del partito influencer che esiste solo sotto inciucio e su twitter, che in due mesi sono corsi a votare colla Meloni più volte d’un prostatico al cesso e più veloci d’una sveltina su tinder. Ora, va bene averci in squadra un socio come Renzi sempre bello mobile perché deve muoversi più veloce della procura e della squadra mobile, ma tu Calenda nel colpo della botta ai magistrati sei diventato complice della banda Meloni-Nordio-Berlusconi così rapidamente che sto Terzo Polo più che altro pare un Terzo Palo. Evvabbé direte voi, parliamo sempre del solito centrismo moderato ma solo fin quando non si parla di poltrone imbottite di cachet e di porcate; ma la cosa non cambia molto se ci buttiamo più o meno a sinistra: sul socialismo egocentrista del sindacalismo socialisticamente modificato. Una terra dei campi ma di nessuno presidiata da gente con titoli di studio televisivo, malati di giustizia sociale immaginari, socialisti nel senso di facebook instagram e cazzatismi vari. Quelli che la lista di candidati e l’agenda se la fanno scrivere da Zoro a Propaganda, che non idee di sorta o candidati colla stoffa, s’inventa s’affida e s’avventa su idoli di stoppa, di quelli che la prima difficoltà li stoppa e la prima offerta di badile&champagne li stappa. Parliamo ovviamente del Soumahoro che non luccica, l’uomo nero per i caporali, che scava scava si svela un uomo a nero, un caporale per i suoi compagni e un eroe dei suoi stivali: che poi non sono neanche i suoi, ma di uno dei suoi compagni a cui ha praticato con successo la manovra del fotticompagno così diffusa nello Stivale. Eppoi dice che sti stranieri non si integrano! Un eroe bipartisan, un sindacalista a strozzo, uno che dà ragione alla sinistra sugl’immigrati che vengono qui per lavorare onestamente: ma anche alla destra su quest’immigrati che se si tratta di vivere per non lavorare, onestamente, sono così bravi che vengono prima degl’italiani. Il tipico eroe italiano che tiene alla famiglia, che si fa il mazzo e una posizione, ma che poi siccome tiene famiglia si fa pure il Porsche e un mazzettone così pure colla scusa che sta facendo l’opposizione. Magari facendosi scudo degli stivali di gomma, mentre la suocera si fa gli scudi colla cooperativa e la mogliera si fa gli stivali di gucci col guarda-ruba di gamma. E insomma, o Carletto o Aboubakar, questa è l’alternativa per la sinistra pochissimo alternativa e tutta campagne o caviar. Pariolini veri e paladini tarocchi, se guardi a cenciosinistra uno straccio di qualcuno decente non lo becchi. Ma si cono interessanti prospettive per il futuro, specie guardando al dibattito interno al Pd per ricostruirlo daccapo, cioè rifare un altro capo con ricicciati riciclati ed ex rinnegati eppoi ridurlo a zero. Nel derby emiliano fra Bonaccini e Schlein — grigio governismo centrista vs elitarismo velleitario e irrilevantista — si parla solo di Conte e di correnti, non una parola che non sia di circostanza o da circo della supercazzola da perculanza su Panzeri, Cozzolino conti e corrotti correnti. Berlinguer e la questione morale non ci sono più, quello che conta è la corrente giusta per vincere tenendo molto alle poltrone e alla questione morale su. Ma Stefano ed Elly lo fanno per noi, si battono ma senza usare argomenti che c’intristiscono e ci abbattono.
E quindi, vista la situazione, la domanda non è perché nonostante le porcate poco furbe e le furbate molto sporche la Meloni continua a crescere oltre il 30% e passa: vista la sua presunta opposizione, ci sarebbe da chiedersi come mai il suo consenso non passa il 60… La verità? Poche idee ma confuse, molte parole ma colluse. La ricetta è sempre quella — semplicistica molto più che semplice, molto a effetto ma zero efficace, venduta come una terapia medica quando invece è una ricetta di bassa cucina ad alto tasso di gastroneria merdona e mendace. Da Berlusconi in poi, o da Berlusconi peggio che mai, la destra in Italia ha sempre cavalcato il peggio dell’Italia col mal di pancia: ed è sempre stata portata in groppa e in palmo di mano dagl’italiani col mal di pancia vuota, anche se ha sempre portato in Palma de Maiorca gl’italiani col mal di pancia troppo piena. Votata dai poveri che si prendono il lusso di votare da ricchi. E questo anche a causa della povertà (solo politica e spirituale, eh…) di chi dovrebbe rappresentarli, ma si è votato alla ricchezza e ai ricchi: e stranamente finisce per non essere votato più da nessuno. La sinistra all’angolo che fa la destra per stare al governo e al trogolo, fa solo più destra e il governo più a destra del secolo. Perché, alla faccia dei voltafaccia che dicono che non ci sono più così può fare governi ambimaldestri con entrambe, destra e sinistra esistono eccome. O meglio, la destra esiste ed esisterà sempre: perché si limita ad amministrare l’esistente, a mettere pezze cool al culo e a colore, a promettere di cambiare tutto senza poi cambiare niente; la sinistra, invece, se almeno non prova a cambiare tutto non esiste per niente. E infatti — alla feccia dello pseudogiornalismo porno hard di destra che dei sacchi di soldi degli altri scandalifica e si scandalizza mentre dei propri sacchi di merda si compiace e ci sguazza — di sinistra oggi in Italia e in Europa non c’è proprio nessuna traccia — e non solo bancaria. Nessuno snobismo o autoesaltazione, solo una pura constatazione. La sinistra nasce per rompere i coglioni e gli schemi, altrimenti muore: la destra nasce e muore per mantenerli a costo di corromperli, fin quando tu elettore coglione non ti rompi e li sgami. Del resto. Con tutto il dispetto per chi adesso è convinto di farti la lezione perché si è vinto un’elezione, un conto è avere come padri fondatori Gramsci e Berlinguer, un conto è averci padrini frodatori tipo Almirante il razzifascista da camerati con vista sulle Foibe e svista sulle loro fole e foie oppure Silvione che promette e mantiene pullman e pilovan di troie.
Detto e maledetto questo, in Italia e in Europa rimane uno stato depressivo dell’arte presepista, pre-comatosa e prettamente populiberista. Una destra al massimo a-fascista escrementizia eppure esondante, una non sinistra afasica ed affarista oppure elitaria segocentrica ed evanescente: il tutto nel quadro d’una democrazia liberale e senescente, venduta al libero ipermercato delle vacche dei cammelli e delle mezze tacche, ma pagate a prezzo pieno e con un pieno di stecche. Tutta contenta e tutta contante sul fatto che c’è sempre qualcuno che se la vuole comprare, che c’è chi spende ogni qual volta lei si svende. E in effetti grazie al Qatargate sappiamo che ‘sto presepe morente piace parecchio in casa reale Cupiello, agli emirati dei diritti e dei voti barattati col cash, del bishtcoin con cui — da Messi al Mes, dal pallone a tutto il gioco della democrazia a pallino — su tutto il complesso della civiltà e delle libertà occidentali puoi mettere il cappello il turbante e pure la mantella di cammello. Bello sapere in giro per il mondo dei tiranni, c’è chi considera un affare accattarsi sto vecchio affare della democrazia di cui non sappiamo che fare da anni. Magra no, visto quanto la pagano, ma ben agra consolazione sì. La tomba dell’Occidente democratico non sarà una fossa comune, ma un bel mausoleo full-optional nell Medio Oriente anti-democratico. Buonanotte e buona fortuna come al solito? Di solito sì amici Papalutisti, se avete l’abitudine perversa di leggerci sapete che l’ottimismo imperversa, e che il pezzo finirebbe così: ma è Papa-Natale, non si soffre più di pessimismo comico anche qui. Anche solo per spirito per niente santo di contraddizione coll’Italia dell’ipocrisia dell’antropofagia e della tradizione, per una volta vorremmo essere seri ma non gravi. E dirvi senza ridere che noi crediamo. Chiaramente non a bambinelli che nascono in culla, né all’Occidente che crede solo alla mangiatoia in ginocchio e in contanti dal tombamico del Medio Oriente che alla fine l’intomba ma prima se l’inculla: ma a quei quasi bambini che muoiono per davvero e per la libertà d’un popolo in catene e una liberazione in fasce. Le ragazze e i ragazzi di Teheran che finiscono incarcerati, torturati, stuprati e impiccati perché vogliono tagliarsi i capelli, scoprirsi il capo, scoprirsi liberi in barba coranica a qualunque capoccia bigottamente empio e quindi religioso. Se non fossimo ridotti a una gretta greppia che guarda solo all’Iban, noi oggi guarderemmo pieni di speranza — o almeno vergogna e disperanza — alla coraggiosa natività della libertà in Iran. Perché se è in Medio Oriente che la culla di certi valori ha deciso di farsi la tomba, è in quest’Oriente giovane coraggioso e che non media che possiamo ritrovarli: in ciascuno dei ragazzi che ha scelto la tomba, purché i valori dell’Uomo non siano soffocati nel sangue nel nome di qualche dio e in culla. Uno di loro, prima di essere impiccato, ha chiesto: “Non pregate per me, non leggete il Corano, ascoltate musica allegra”. Ecco, in memoria di Majidreza Rahnavard e a imperitura infamia di tutti coloro che promettono il paradiso in cielo per mantenere l’inferno del loro potere sulla Terra, noi ci permettiamo di sceglierla. Imagine, John Lennon. Nessun inferno sotto di noi, sopra di noi solo il cielo. Perché più bella della libertà di religione, c’è solo la libertà d’immaginare sognare e perseguire la libertà da ogni religione. Da ogni dio, più d’ogni altro dal dio denaro, da ogni abominio e superstizione del fare denaro per poi farsi dio. Ecco, noi del Papalusto il Buona Festa delle Feste quest’anno ve la Imaginiano così. Buon anno buona fortuna e buon Natale passato senza dio e senza speranza, ma credendo in un Natale futuro senza padri-padroni eterni e senz’addio a questa speranza.
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