domenica 25 settembre 2022

ENUCLEAZIONE PRECOCE

Si buttano giù Draghi, e pensano tranquilli: tanto poi si buttano giù di tutto, quelli. Da qui si recita a soggetto, è tutta discesa agl’inferi degl’infingardi e infimi, dei miserabili piazzisti piazzatori e cazzari che urlando al passante e al tradimento cercano d’appioppare all’esimia clientela il loro complimento-oggetto. Un’Agenda Draghi tarocca ma quasi nuova, una mezza rivoluzione sui diritti civili semiseria e mezza vecchia, una flat tax forse e fosse vera ma di sicuro nociva… Ci votino siori, ci votino! Ci caschino siori, ci caschino! Le Idi di Luglio, i lidi d'agosto, le liti di settembre… La cosa buona è che è quasi finita, la più incredibile è che siamo sopravvissuti e ancora qua — tutta una vacanza in campagna elettorale, a perseguitarci e percularci fra spiagge feste dell'unità e sagre dell'ubiquità, è roba da rimandarli al loro paese, sti vu vutà! Peccato che sia il loro, e anche il nostro. Un Belpaese di merda, di grandi meraviglie e piccole canaglie, di candide e candidate merde. Abbindolato e avvelenato da una campagna elettorale fra le meno sentite e le più risentite, tutta promesse e premesse impossibili, cazzate strasentite eppure incredibilmente ascoltate accreditate e assentite. Roba che non sai se è peggio chi non vota più perché non crede né gl’interessa più niente e nessuno, o chi per ingenuità interessata finge di credere di tutto da tutti — o astensionismo disincantato o assegnismo di Stato, insomma. Ha credito di tutto, anche se tutto è a debito? Sì dai, magari stavolta, che ne so… Certo, certissimo, come no! E quindi vai di milioni, megarivoluzioni, gigamiliardi — magna-magnanimità di panze piene dalle mirabolanze vuote. Come le maggior parte delle tasche, come le case e le casse degl’italiani riempite solo dalla scassa di risonanza della propaganda che strappa applausi mentre stacca assegni coperti dalla banca del battimano tipo bene bravo bische. Il solito gioco d’azzardo col mazzo degli altri. Salari extra ed extra deficit mentali prima che monetari, investimenti non sul futuro ma pirata sulle strisce, assicurazioni di bonus senza malus né rischi d’investimento a vuoto o a muro — lo scostamento di bilancio che ha come bilancio, al momento e a consuntivo già parecchio consunto, solo uno scostamento dalla realtà. E questa è solo la parte buona, quella costruens, non vi diciamo quella destruens e corrumpens — quella che punta non alla testa ma alla pancia degl’italiani, e soprattutto conta di comprarsela corrompersela e riempirla colla testa degli ucraini. Amico, elettore, compatriota e complice italiota: senti a me, fingi di salvare il tuo Paese distruggendone un altro! Anche per quest’inverno non ti puoi fare il Moncler cogli Swarosvki? Beh, tieniti al il culo al calduccio con bel giubbino in pelle di Zelensky! Se non vuoi chiudere il bar di famiglia, chiudi gli occhi e la bara sui torturati e gli uccisi e le loro famiglie. Gas suo vita mea, cara Italia mia… Eccolo il ragionamento illuminato e riscaldato dei termostatisti idraulici paraculi e compatriottici, i bombamici diretti di sponda o eterodiretti di Putin, quelli che se vogliamo tagliare qualche bolletta astronomica di qua dobbiamo tollerare qualche bombetta atomica — però piccola, tattica, simpatica — di là… Quelli che, per carità, vogliono la pace ma combattono per la guerra fra poveri di qui contro i poveretti di là o già dell’aldilà. Insomma. Sugl’italiani al verde Conte e Salvini, misti a un bel po' di rossobruni finti perché in realtà sono biondo ariani e staliniani, hanno rifatto la premierata ditta giallomerde. Fortuna che però ce sta Gggiorggia che ce penza e ce sarva, la madre donna italiana e cristiana che è na mano santa paa’ sacra famija cristiana itajana! Lei sì che è contro Putin, che massacra donne e bambini: ma perché lei è direttamente con Orban, che massacra direttamente le donne che non vogliono avere bambini…    

Programmi politici molto lucidi e coerenti, moralmente irreprensibili e scintillanti, che vanno vendendo un Paese Migliore vellicando vendicando e rivendicando però la sua parte peggiore.

Ma non molto peggiore di chi, a queste manovre di bassa Lega e alta Ducina, non riesce a rispondere se non con qualche tara da ideuzza tarda e tardiva vocina. Sarà perché per noi del Papaluto il vero 25 Dicembre è il 25 Aprile, ma l’antifascismo è come il Natale: elezioni o no, o è sempre o è mai; artigiani, pensionati, precarie partigiani e operai: al tuo ex elettorato di riferimento, oggi più che altro di ferimento, non ti puoi rivolgere solo quando sei in campagna e nei guai. Così si consegnano gl’italiani che non mangiano in pasto alla destra, perché la sinistra centrista in periferia da tempo ha perso il tempo il polso e il posto. Chiedi a questi, chi è il Pd? Il partito Ztl, Ddl Zan e anti-Zar Putin: tutte battaglie giuste, chi lo nega, ma per cui non puoi perdere né perdere di vista la guerra dei salari e dei precari colle buste della spesa o della paga. Uno zero in condotta non solo politica, non tanto elettorale, quanto tragicamente culturale. Che ha consentito persino l’egemonia culocentrica culatonofobica e gramsciana dell’Oscurantista Moderno, il mass-medievale giornale che tra Libero Verità e Giornale alimenta la propaganda fasciocristiana no-frocio e proprio grasciaputtana. Tagliata unta e spessa, tagliata e munta spesso. Ogni paginata una porcata, ogni pagina un cazzata talmente grassa crassa e puttana che manco per incartare il panino alla porchettata. Ma è proprio facendo carne e carta di porco che la destra volta alta nei saggi nei sondaggi e pure nei seggi, astronomica e gastronomica che te la leggi e già pasteggi a motteggi a pestaggi a morte e a mortazza: è tutta colpa della sinistra zozzona busona e pro-gay, se va tutto in culo a voi operai! In Italia non si fanno più bambini né quattrini, perché nessuno tranne i nostri leader conviventi cornificanti e pluridivorziati difende la famiglia tradizionale dall’avanzata di quella gender e tradizio-anale!

Questo è il livello della partita e di certi partiti — un diritto contro l’altro, il diritto all’amore di qualcuno che chissà come va contro il diritto al lavoro di qualcun altro, il diritto al posto di lavoro conculcato e coinculato dal diritto pervertito e protetto di chi lo prende in quel posto coi soldi col potere e con piacere e non perché senza lavoro. 

Poveri contro ricchi, ricchi in conto ai poveri, diritti che grazie a parecchi diventano una questione per ricchi che vanno contro i poveri. Una visione della società che punta tutto sulla paura e sulla rabbia, che ti punta la paura alla testa mentre la rabbia mira alla pancia; una concezione e una previsione di vita triste, limitata, opprimente obsoleta e deprimente. Senza contare l’istruzione, la sanità, l’ambiente… 

Ma in generale: nessuno che davvero abbia un’idea di Paese, qualcuno sembra avere un’idea del Paese, ma come tutti gli altri alla fine ha solo l’idea di dividerlo per prenderselo senza poi dividere, il Paese. Lo scenario è questo, lo scemario pure.

 

Tutto questo però lo sapete già; com’è vero che se avete seguito di questo sapete già tutto, e se non lo avete fatto non ne volete sapere niente; ma noi dei Papaluto non siamo come la bella penna dell’altra bella gente: siamo mica qui a dirvi com’è andata o cosa va, ma come andrà e cosa accdrà. Questo è un post non da postumi su pipponi e previsioni e proiezioni, ma già sul post elezioni. Noi del Papaluto, grazie alle nostre innate incredibili e stranote doti di cloacoveggenti, a leggere i fondi del barile siamo sempre avanti — e non ci limitiamo a dirvi per fare gli stronzi votate, allargate il culo e stringete i denti. E dunque, aprite le orecchie e la finestra che il Vostro Vate annusa vi legge e vi accusa cosa c’è nel nostro water. Non che ci voglia ‘sto gran naso o ‘sto fiuto: l’unica cosa difficile da sentire è la voglia di annusare più forte del rifiuto. Chi si è messo insieme e saprà vincere — la nuova destra FranciscoFrancamente FascioFashion No Vax FlatTax e SìVox con attaccato un po' di centro storico-istrionico d’affari e malaffari — non riuscirà a governare; chi forse saprebbe governare — il centrosinistrato o il sinistra-scentrato che si disfa da sé facendosi in quattro per disfarsi in tre —  o forse lo farebbe meno peggio anziché coi meglio peggio, non potrà vincere perché insieme in pace e in coalizione non sa stare. Watericinio finito qui, e per farlo più che la scienza serviva giusto un q.b. di q.i. La maggioranza del governo Meloni c'è già nel Paese, è chiaro, ma bisogna aspettare il fine settimana e un momento: per capire se sarà stramaggioranza palese in Parlamento. Magari con molto margine e zero argine al cambiare la costituzione in senso autoritario anti-antifascista e presidenziale: magari bis, e de profundis, col sigillo e il succhiotto di Silvione sulla Magnaccia Charta come nuovo e giovanile presidente della Corte Prostatico-Prostituzionale. E questo innanzitutto per la volontà sempre sovrana, anche quando è un po' somara, degl’italiani. ma anche grazie alle lungiminchianza di chi in questi mesi ha già zappato toppato pulito e consegnato tutta la campagna elettorale ad avversari, alleati ed alleati oggi avversari. Primus in fabula Letta, che mollato giustamente Conte per via della favoletta pseudopacifista e criptoputinista Ucraina si è fatto giullarescamente mollare dal clown Calenda per la via del clan Renzi d’Arabia Esaudita. Tenersi vicino gli alleati quando è scomodo e si è lontani dalle elezioni, e quando arrivano e servono mollarli o essere mollati: ‘sto famoso campo largo agli altri che ci hanno sfruttati eppoi cannibalizzati, non sembra roba da scienziati. Oltretutto, vuoi rinunciare ai 5 stelle rossobrune? Ma perché devi rinunciare anche ai suoi elettori e ai suoi voti? Dal reddito di cittadinanza in poi difendi, espandi e rivendica provvedimenti che sono perfettibili ma sono anche i tuoi, che ti sono costati lotte e conflitti quando li hai votati… E invece niente, il Pd di Letta sembra il Pvd: partito delle vedove Draghi, non troppo diverso dall’Alleanza Meccanica di Renzi Calenda e dei loro Drughi. E così fra pupazzi di Putin e pupe di Orban, ci avviamo al primo governo presieduto da una donna tutta casa del fascio e famiglia: possibilmente coatta, che obietta e magari vieta l’aborto, a parte la vieta e abietta figura dell’aborto Berlusconi garante dell’Europeismo in quanto migliore amico di Putin e miglior predecessore di Orban… Perché oggi ovviamente Ungheria a tutta forza, ma prima di tutto e di tutti sempre Forza Italia. Non diffidate delle imitazioni, ma non dimenticate chi ha i brevetti su certe invenzioni. L’editto di Sofia, il lettone di Putin, la nipotina di Mubarak e magari la brandina di una cella per gli oppositori alla sua Riforma ad personam piduista e Liciogella. Se è di fascismi eversioni democratiche e perversioni autoerotiche e autocratiche che si tratta, a noi da Benito Mussolini a Ben Inquisito E Condannato Ma Sempre Benvenuto Berlusconi non ne trovi uno che ci preceda non ci faccia una sega o ci batta.

E dicevamo. Rimane solo da capire se questo cenciodestra — ché il centro è talmente striminzito è zozzo che pare uno straccio, o una fogna di fico per la destra da autocrate e autospurgo… — vince di molto o di poco, posto (a tavola) che cambia molto poco. Tanto finisce sempre e da sempre che s’attovagliano eppoi s’accoltellano. Non per niente e non per vantarsi, ma manco si è votato che la destra in Sicilia e in 48 ore ha avuto due candidati agli arresti per mazzette voto di scambio e varie mafiette: il problema non è avere eletti a mani basse, la questione è farli restare a piede libero o almeno fargli avere il seggio senza avere già le manette. Vincono gli attriti, gli appalti, gli appetiti. Anche maggioranze oceaniche affogano in un bicchiere d’acqua e si strafogano con un tozzo di pane e volpe in polleria eppoi in Procura e in pellicceria. Proveranno a dare una svolta a destra colla benedizione Urbi Orban et Putin che sono il meglio e il futuro, a concordare qualche condono edilizio fiscale ed escrementizio e a conculcare qualche diritto da dire abusivo fittizio o deteriore, ma poi il governo di Sua Eccellenzessa Meloni svolta per svolta al centro d’affari gaffe e scandali finirà dritto dritto contro il muro, il Paese che non campa e il consenso morituro che sta per passare a qualche altro tizio — magari peggiore. A quel punto di non ritorno, non gli resterà che il ritorno al Quirinale e punto: e a capo, del governo tecnico pompiere e spegni-guai ci mettiamo un Draghi un Draghetto un Grisù o chi per lui, mentre l’economia va giù e l’inflazione su. Giorgia correrà sotto le gonne di Mammattarella, che vedendola grigia completa ricorrerà al completo grigio di Marione vedendo il bluff del no al suo bis: perché quando ti chiama in causa il Colle, non è mica come quando Calenda si spende la tua agenda chiamandoti più che altro in caos. L’ennesimo. E quindi per finire, e per capire, torniamo a come tutto è cominciato e ricomincerà a finire male. 

Torniamo al 20 luglio, caduta del governo Draghi, caduta a trent’anni e un giorno dalla strage di via D’Amelio. Il Presidente del Consiglio, come minimo sindacale e isitituzionale, dichiara all’Aula e all’Arrabbiata: In questo giorno simbolico, vogliamo ribadire: giù le mani della mafia dal Pnrr! E ovviamente giù applausi universali e scroscianti, che poi in massima parte sono paraculi mondiali e sconcertanti. Sì perché chi applaude in parole opere e soprattutto omissioni non ha fatto nulla, perché le mafie tenessero giù le mani: chi le le batte, le mani davanti alla mafia le ha alzate o le ha usate per mettersi qualcosa in tasca. Se Meloni Berlusconi e Salvini candidano candidamente fasciomafiosi neri come la pece, Conte sul tema col cervello deve fare pace: mette in lista Scarpinato e Cafiero de Raho come candidature di levatura di legalità e di rappresentanza, ma poi difende impugna e propugna tal quali provvedimenti come il Superbonus e il reddito di cittadinanza che per le cosche sono superbonissimi redditi di sostentamento speculazione e riciclanza. Se trovi un amico al comune e in cantiere trovi un tesoro, ed è giusto che se non hai un lavoro tu abbia un reddito: ma poi ti deve servire non per pagarti il fumo lo sfizio o un vitalizio, ma per trovarti un lavoro. Così come i mitici e salvifici soldi del Pnrr dovevano servire principalmente per aprire gli ospedali, non per chiuderti il balcone e rifarti la casa coi fondi europei e statali. Immobilismo totale, immobiliarismo endemico, illegalismo terminale. Ma Draghi è un banchiere, per lui pecunia non olet, i soldi non puzzano e il sangue non macchia: che siano della mafia o no, discorsi strappalacrime e applausi a parte, cchiu Pil pè tutti che qui deve ripartire la macchina. Se chi ha buttato giù il suo governo è una cosa a metà fra Totò Riina e Totò Peppino Conte e la Malafemmina, c’è da dire che il buttato giù non è né Churchill né De Gaulle né Salvador Allende: come Salvatore non è nemmeno il Prodi uno, uno buttato giù in un modo che a distanza di 25 anni ancor ci offende… 

Perché l’Agenda Draghi forse non esiste, ma che si parli ancora dell’Agenda rossa del sangue di Paolo Borsellino proprio non deve esistere. E infatti di legalità o non si parla e basta, oppure si parla e basta. E se d’illegalità non parla nessuno, dalle segreterie dei partiti alle periferie dei disperati l’illegalità parla un po' con tutti. E fa buono e cattivo tempo, begli affari e malaffari un po' dappertutto. Il treno dei vincitori anche stavolta passerà per il voto di scambio: per il binario più conveniente e giusto, non necessariamente il più onesto. 

La verità è che in Italia tutto funziona perché quasi nulla funzioni. Ogni cosa è fatta o malfatta per diventare lenta, losca, cosca. E non importa se la mafia delle varie parrocchie porti il mitra o la mitra, la bomba o la bombacarta da bollo, il tritolo come strategia o la tattica del cetriolo della burocrazia, il doppiofondo in macchina o il doppiopetto da sprofondo in parlamento — i soldi non arrivano mai a chi spetta, ma al potente e prepotente che previdente e premimente già se li aspetta. Una volta, quando c’era Berlinguer e ancora la politica, si diceva questione morale; ma adesso possiamo dirla semplicemente una questione tecnica, idraulica, molare: come li metti i soldi in un secchio bucato da secoli, sforacchiato da boss e bossoli, sbranato da malviventi e milledenti e sbatacchiato che trasecoli? Non puoi, eppure devi farlo; anzi vogliono, perché chi se ne fotte del buco se tu per fare politica affari e carriera c’hai il tarlo? Tecnico o politico, draghiano meloniano o marziano, nessun governo avrà mai la forza e la possibilità di risolvere questo problema idraulico. E non solo perché non ci capisce un tubo, ma perché in Italia chi se ne interessa come ricompensa percepisce un cubo di cemento con sopra delle croci anziché un tubo di baci…

E quindi, siccome la situazione è messa da requiem, noi abbiamo deciso per l’insano gesto. Voi amici del Papaluto non imitatelo a casa, ma magari al seggio sì. Noi andiamo a votare, e vi diciamo anche di più, vi diciamo persino per chi. Ve lo diremo, lo faremo, e magari lo malediremo — ma noi adesso chiudiamo il post, apriamo la porta e andiamo a votare il Pd e Letta. Pensando tutto quello che abbiamo scritto, e sicuri in questi anni ci farà scrivere descrivere e demoralizzare peggio. Ma c’è un peggio peggiore di questo, il rischio del buio chi molla pesto. Un peggio che si migliora colla responsabilità e l’impegno, mica tirando due bestemmie e quattro cazzate come un pugno. Potremmo dire tante cose, a cominciare dal partito-baluardo e dal voto utile, ma ovviamente si potrà sempre replicare con un partito bastardo e traditore che merita un veto perché oramai inutile. Forse, ma sempre meno futile di chi oscilla fra massimalismo e trasformismo, fra infantilismo e opportunismo, fra sciatto trasformismo e scialapopulismo. No che Letta non ha il fisico del supereroe, né il costume del superpolitico: ma è un bene, perché è una persona perbene anziché un supereroe politico che poi più che il mantello usa il passamontagna per il solito colpo in banca degl’impegni a vuoto dopo essere andati al voto. Basta uomini ragno che tessono la tela solo per le loro beghe e per le nostre braghe… Non è poco avere e votare per un po' di decenza, per una minoranza forte e chiara che faccia fronte e resistenza, per ricordare chiaro e forte a chi viene a governare ma non a comandare che di fronte ha chi — molto spesso minoranza — ha costruito difeso e ricostruito il Paese sui valori della democrazia dell’antifascismo e della Resistenza. Comunque la pensiate, buona notte buona fortuna e buon voto: per quanto poco lo pesiate, sarà sempre buono e non sarà mai a vuoto. 


Nessun commento:

Posta un commento