A parte
l’assurdità: è come se uno vuole una sciarpa e s’alleva in casa una pecora
intera. A parte l’obsolescenza: l’idea primonovecentesca risale a quando per
andare da tuo cognato che abitava nel paese vicino ci volevano tre giorni di
cavallo e per andare a Milano — tipo Totò in Totò Peppino e
la Malafemmina — chissà quanti giorni di mare. Però che c’entra. La pecora è buona
pure da mangiarci. Il low cost è buono per risparmiare ma l’high cost è meglio
se devi intascare. Eppoi Toto è Totò, Milano è Milano, l’Expo è l’Expo — nel senso
della più grande esposizione mondiale della corruzione, dello spreco,
dell’idiozia sprecona e corrotta. Portare il mondo qua spendendo i miliardoni
di euro, quando con qualche centinaio te lo giri tutto e t’avanza il resto. Roba
folle, ma solo se non siete politici, appaltatori, appaltatori e politici che
s’appattano per ramazzare tutto e dopo metterla in culo a voi, ‘sta ramazza.
Una lotteria dell’arraffo, un Jackfot bello grosso e assicurato, un film di
duecentesima visione. Expo, Mondiali, Europei, Olimpiadi, punto G8-10-20-100
così aumenta il godimento dell’inculata. Casi diversi, casini uguali.
Manifestazioni che oramai hanno fatto il loro tempo, ma soprattutto hanno fatto
la loro scuola: di furto con scandalo. Ruberie, porcherie, conti regolarmente e
irregolarmente sballati, massacri ambientali e sociali per ritrovarsi in mano
piscine olimpioniche per pantegane, ruderi firmati Calatrava, cambiali firmate
da noi. La Grecia ha iniziato a scavarsi la fossa svenandosi per le Olimpiadi
del 2000, la presidente brasiliana Dilma Rousseff sta finendo la sua sparandosi
una memorabile doppietta Mondiali-Olimpiadi. Sparandosela nei coglioni, ché i brasiliani sono
stranamente disturbati dall’idea di non avere medicine negli ospedali però gli
stadi nella giungla amazzonica per le scimmie urlatrici sì. Fare odiare il
calcio ai brasiliani che non vivrebbero d’altro, fare maledire le Olimpiadi ai
greci che le hanno inventate — brillanti risultati, ragazzi. Prossimo obiettivo, non far piacere
più il cazzo a Malgioglio? Questo in generale, poi ognuno fa come vuole: se se
lo può permettere. Per dire, il prossimo Expo l’organizzano a Dubai. Ottimo,
vai sceicco! Vai Dubai, che il grano ce l’hai! Alla fine chi non si rompe di
‘sta menata paga e i petrodollari sono suoi. Ma noi, noi?! Noi che ancora ci
ricordiamo i Mondiali: a Italia 90 il Novanta non era l’anno, era la paura. Un
esempio per sgradire. Per aver costruito agli andreottianissimi fratelli
Matarrese il San Nicola a Bari (soldi interamente pubblici, progetto di Renzo
Piano, 60mila posti per 120 presenze effettive a settimana…) le nostre tasche
gli altri santi li stanno ancora bestemmiando. Un deficit a forma di stadio, ma
più grosso. Anche no, grazie. Non a caso l’unica cosa buona del governo Monti è
stata ritirare Roma dalla corsa alle Olimpiadi e al suicidio. Abbiamo perso una
medaglia già sicura nel salto in alto coll’asta pubblica, ma ci siamo
risparmiati qualcosina di soldi da mettere nella groviera di bilancio della
Capitale in cui rosicchiano tutti. Ma coll’Expo niente, non c’è stato niente da
fare: ce lo siamo beccato. Doloroso e anale, tipo l’herpes. L’Expo a Milano,
graaaaande. Uno dei più dispendiosi eventi al mondo nellà città più cementista,
più tangentista, più ‘ndranghetista al mondo. Strano che poi abbiano arrestato
tutti per mazzette ‘ndrangheta e cemento. Ma l’occasione non si poteva perdere,
proprio no. Una mano santa per il
commercio, lo sviluppo, il turismo. Il commercio degli appalti e dei voti, lo
sviluppo della speculazione edilizia, il turismo criminale. Ma anche per
scoprire le antichità, che mica sono soltanto a Roma. Loro c’hanno il Cupolone
di San Pietro? Noi c’abbiamo la Cupola di San Vittore. Loro c’hanno i Fori? Noi
c’abbiamo il Buco, con relativa Banda. Frigerio, Luigi Grillo, Greganti e
compagnia brutta: ma anche in Compagnia delle Opere, di Silvio e Previti, delle
Coop biancorosse. Democraxiani, berlusleghisti, cattocomunisti vecchi e nuovi.
Tutti mischiati, tutt’insieme collusamente. Dei marpioni vintage della mazzetta
non manca nessuno, infatti molti erano già in carcere. Tranne uno, tranne
l’uomo che — parlando di valorizzazione dei monumenti — ha
rilanciato l’immagine del Colosseo nel mondo a sua insaputa: congratulazioni
per l’arresto, Claudione Scajola. E non pensate, non c’è sarcasmo: semmai orgasmo,
eiaculazione per la sua ostinazione. Inaffondabile, senza vergogna, la faccia
come il culo — a tenuta stagna. Dagli anni 80 questa è la terza volta che lo
blindano con accuse sempre più gravi, e ogni volta la carriera gli è andata più
su. Più la fa sporca, più fa strada. Sindaco, parlamentare, ministro e ministro
bis. Allora stavolta che voleva spedire lo ‘ndranghetista latitante Matacena a
Beirut col mafioso latitante Dell’Utri in un unico pacchetto-bomba (oramai con
‘sta gentaccia in circolazione la guerra civile in Libano si sta facendo ‘na
brutta fama…) minimo minimo lo fanno Presidente del Sistema Solare. Auguri. E
augurissimi anche agli altri di ‘sta nuova Cupola, che poi è la vecchia, che poi
è Tangentopoli ma in peggio. Perché se lorsignori che rubavano sono ancora lì — considerati
e rispettati da questa Bellitalia —
chi ha provato a contrastarli vent’anni fa è
ancora lì che chiede scusa del tentativo. Perché se lorsignori sono temuti e
rispettati per la ladreria congenita a nostro carico, agli ex del Pool di Mani
Pulite nessuno perdona d’aver cercato di curarla. Oggi quasi nessuno ha fatto
carriera, quasi tutti hanno lasciato la magistratura, i più onesti si chiudono
in casa, i più fessi si buttano in politica e la casa del partito che hanno fondato
l’intestano al figlio. Il più fortunato è D’Ambrosio, che è morto e non può più
vedere ‘sto schifo. Borrelli, D’Ambrosio, Davigo, Colombo, Di Pietro e gli
altri — cattivi esempi, gente che al tempo non s’è fatta li cazzi sua, anche pecché non c’era Razzi a spiegargli
come. Dopo le monetine a Craxi, abbiamo stravotato il migliore amico di Craxi.
In vent’anni siamo passati da Resistere
Resistere Resistere per la democrazia di Borrelli a Esistere Esistere Esistere per il vitalizio di Razzi. E abbiamo detto tutto, e non c’è più
niente da fare. Perché se lorsignori restano uniti formando la Cupola, i
magistrati di Milano fanno la Cappella (nelle foto due celebri esempi): intesa
come la cazzata di dividersi. Invidie, gelosie, lotte di potere. Corruzione
sempre più forte, contrasto alla corruzione sempre più debole. Ma in fondo hanno ragione, a non voler
fare la fine di Mani Pulite. Meglio usarle per pararsi chiappe e carriere, le
mani. Nella peggiore democrazia occidentale è l’unica. Gli altri paesi non sono
Puffolandia, i porci stranieri ci sono e mica sono tutti Peppa Pig. Solo che
all’estero se ti beccano per te la carriera è finita: non come da noi che il
meglio inizia con una condanna e puoi vendicarti di chi ti ha condannato. Anche per delinquere in Italia vige
l’Immeritocrazia: Qua è tutta malvivenza
(sempre Razzi, ma è colpa di Crozza…) ma largo per i giovani non ce n’è manco
qua. E forse non è un male, eh. Perché la favola dei giovani è bella fino a quando
‘sta bella gioventù arriva al potere — e scopri che è una brutta favola. Li vedi all’opera e capisci che
è un melodramma, appunto. Prendete il nostro Arthur Renzarelli, giovane
simpatico dinamico e col giumbotto. Gli scoppia in faccia il merdonExpo e lui
che fa? Pulizia nel partito, fuoco e fiamme, provvedimenti urgenti contro il
riciclaggio, una di quelle tirate in camicina bianca che gli piacciono tanto?
No no. Il presidente del Consiglio tace, il segretario del Pd si nasconde, il
presidente del Consiglio e segretario del primo partito italiano gioca ai
quattro Cantone: ne mette uno a vigilare all’anticorruzione, uno a fare la
guardia all’Expo adesso che non si può fare un cazzo, gli altri due vediamo se
al videopoker sottocasa o a garantire la regolarità del Tombolone di Natale. Il
nostro Renzie all’ammeregana — sperando che nessuno canti la canzone dei suoi accordi con
Verdini, credendo di essere il segretario del Pd di Milwakee — dà un
cazzotto al jukebox e fa partire il disco Lasciamo
lavorare la magistratura. Una grande hit lanciata da dj Forlani. Ma le apparenze sono salve, qualcosa è stato fatto subito. A pensarci bene l’Italia è
davvero il posto migliore per l’Expo. Noi davvero abbiamo un patrimonio unico
da mostrare. Merce marcia da riempirci Esposizioni Universali, Saloni
Intergalattici, Mega Show Room. Anzi Sciò Room, ché sta gente avariata — se non
avesse il nostro consenso, se non la pensasse come noi, se alla fine non ci
stesse bene — sarebbe solo da scacciare.
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