Partito in
calo e arrivato al 40%. Partito Democratico e arrivato democristiano. Finisce
il Berlusconismo e inizia il Berluschinismo. Renzi ha addirittura esagerato: se
anziché 80 euro ne dava 60, vinceva lo stesso e si risparmiava qualcosa per le
prossime elezioni. La sostanza è questa. Nell’Europa di ricino tira un’arietta
niente male: trionfano simpatici fascisti alla Le Pen, antisemiti alla Orban,
in parlamento si sistemano belle personcine e Black Brothers che al prossimo
giro potrebbero farci un pensierino anche i Nazisti dell’Illinois. Insomma in
Continente — quando va bene e non sono direttamente hitleriane — vincono le
destre populiste. In Italia invece pure: solo che siccome noi siamo avanti, di
populismi di destra ne avevamo tre. Marketing per tutti i cattivi gusti. Il
populismo carcerato di Silvione, il populismo invasato di Grillo, il populismo
mascherato di Renzi. Mascherato e retribuito, per l’esattezza. Mascherato da
centrosinistra e retribuito dalle casse pubbliche. Essendo Fonzie ma non fesso,
Renzie ha puntato alla mancia e alla pancia dell’italiano. E ha vinto, perché
in quella zona lì con noi si vince sempre. Francia o Spagna purché se magna;
fra Beppe e Berlusconi, prendo gli euri anche se non sono milioni. La storia
insegna, l’italiano impara a regolarsi. Che ci guadagno io? Non è uno scandalo
e nemmeno un crimine: è l’Italietta che ha eternamente bisogno di un signor
padrone, è la democrazia dei pacchi di pasta e dei pacchi in tv, è Achille
Lauro, è il meno tasse per tutti, è il populismo che dice d’essere di sinistra
ma viene da destra e dal governo — e quindi ha la precedenza sugli altri. Anche perché gli altri
sono quello che sono. Silvione che molestava le minorenni mo’ è ridotto a
molestare le vecchie e a disturbare Marina perché si candidi sennò alle
politiche Mediaset va sottozero di bilancio. Grillo di Vinciamo Noi o mi
dimetto è diventato Vinciamo Poi e mi dimetto mai. Triste, più triste
dell’esibizione a Porta a Porta in cui fra i due insetti molesti che
s’accoppiavano il più credibile è stato Vespa. Che fuffa e che barba, che barba
e che noia, Beppe mio. Tutto ‘sto casino eppoi i 19 miliardi (19!!!) che
servono per il reddito minimo garantito me li copri tassando il gratta e vinci.
Ovvio che sei crollato, ovvio che chi tocca Brunone muore di noia. Tu hai dato
il 5 a Vespa, eppoi Renzi ti ha dato il 20% di scarto. E adesso? Adesso niente,
questo è il bello. Pura scuola democristiana: prendi i voti da tutti, quindi
non puoi scontentare nessuno. Né gli alleati di governo che hai dissanguato, né
gli elettori che ci sono cascati e adesso aspettano il loro turno o
possibilmente anche il bis. Un tweet la mattina presto e un sorrisino la sera.
Ancora spazi televisivi da riempire; ancora mance da spartire; ancora pance da
riempire. Galleggiare, darti il contentino o l’illusione del contentino che
arriverà: dateci tempo, però. Magari una cinquantina d’anni, come la Dc. Perché
non è che moriremo democristiani — è che non sappiamo vivere senza esserlo. In un Papaluto passato
su Renzi avevamo scritto che andava velocemente da nessuna parte. Dopo il pieno
di voti e di elogi super ci correggiamo: in tre mesi è arrivato in fretta a
piazza Plebiscito, come nuovo reuccio d’Italia e persino d’Europa. Ma stia
attento a non restare a tasche vuote, ché se finisci gli spicci da piazza
Plebiscito a piazzale Loreto è un attimo. Avanti popolo, alla riscossa: e soprattutto alla
riscossione.
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