lunedì 26 maggio 2014

PIAZZA PLEBISCITO


Partito in calo e arrivato al 40%. Partito Democratico e arrivato democristiano. Finisce il Berlusconismo e inizia il Berluschinismo. Renzi ha addirittura esagerato: se anziché 80 euro ne dava 60, vinceva lo stesso e si risparmiava qualcosa per le prossime elezioni. La sostanza è questa. Nell’Europa di ricino tira un’arietta niente male: trionfano simpatici fascisti alla Le Pen, antisemiti alla Orban, in parlamento si sistemano belle personcine e Black Brothers che al prossimo giro potrebbero farci un pensierino anche i Nazisti dell’Illinois. Insomma in Continente quando va bene e non sono direttamente hitleriane vincono le destre populiste. In Italia invece pure: solo che siccome noi siamo avanti, di populismi di destra ne avevamo tre. Marketing per tutti i cattivi gusti. Il populismo carcerato di Silvione, il populismo invasato di Grillo, il populismo mascherato di Renzi. Mascherato e retribuito, per l’esattezza. Mascherato da centrosinistra e retribuito dalle casse pubbliche. Essendo Fonzie ma non fesso, Renzie ha puntato alla mancia e alla pancia dell’italiano. E ha vinto, perché in quella zona lì con noi si vince sempre. Francia o Spagna purché se magna; fra Beppe e Berlusconi, prendo gli euri anche se non sono milioni. La storia insegna, l’italiano impara a regolarsi. Che ci guadagno io? Non è uno scandalo e nemmeno un crimine: è l’Italietta che ha eternamente bisogno di un signor padrone, è la democrazia dei pacchi di pasta e dei pacchi in tv, è Achille Lauro, è il meno tasse per tutti, è il populismo che dice d’essere di sinistra ma viene da destra e dal governo e quindi ha la precedenza sugli altri. Anche perché gli altri sono quello che sono. Silvione che molestava le minorenni mo’ è ridotto a molestare le vecchie e a disturbare Marina perché si candidi sennò alle politiche Mediaset va sottozero di bilancio. Grillo di Vinciamo Noi o mi dimetto è diventato Vinciamo Poi e mi dimetto mai. Triste, più triste dell’esibizione a Porta a Porta in cui fra i due insetti molesti che s’accoppiavano il più credibile è stato Vespa. Che fuffa e che barba, che barba e che noia, Beppe mio. Tutto ‘sto casino eppoi i 19 miliardi (19!!!) che servono per il reddito minimo garantito me li copri tassando il gratta e vinci. Ovvio che sei crollato, ovvio che chi tocca Brunone muore di noia. Tu hai dato il 5 a Vespa, eppoi Renzi ti ha dato il 20% di scarto. E adesso? Adesso niente, questo è il bello. Pura scuola democristiana: prendi i voti da tutti, quindi non puoi scontentare nessuno. Né gli alleati di governo che hai dissanguato, né gli elettori che ci sono cascati e adesso aspettano il loro turno o possibilmente anche il bis. Un tweet la mattina presto e un sorrisino la sera. Ancora spazi televisivi da riempire; ancora mance da spartire; ancora pance da riempire. Galleggiare, darti il contentino o l’illusione del contentino che arriverà: dateci tempo, però. Magari una cinquantina d’anni, come la Dc. Perché non è che moriremo democristiani è che non sappiamo vivere senza esserlo. In un Papaluto passato su Renzi avevamo scritto che andava velocemente da nessuna parte. Dopo il pieno di voti e di elogi super ci correggiamo: in tre mesi è arrivato in fretta a piazza Plebiscito, come nuovo reuccio d’Italia e persino d’Europa. Ma stia attento a non restare a tasche vuote, ché se finisci gli spicci da piazza Plebiscito a piazzale Loreto è un attimo. Avanti popolo, alla riscossa: e soprattutto alla riscossione.


              

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