martedì 24 dicembre 2024

A CHRISTMAS CAROGN


E dopo l’assolto a Palermo e l’assalto a Magdeburgo, aspettiamo con ansia che Babbo Fatale ci porti una proposta congiunta Salvini-Musk-Afd (ovvero i Nazisti dell’Illinois, ma in Germania…): qualcosa tipo il sequestro e la deportazione preventiva su una nave piombata di tutti i medici e gli studenti in medicina non ariani, a meno che non si siano ravveduti diventando Suv e Super Nazi-Muskiani... Senza ipocrisie né presunzione, ma giusto con un po' di suggestione, dopo l’Assoluzione Finale del Ministro dei Trasporti Speciali su Open Arms all’iniziativa potrebbe trovarsi anche un bellissimo nome — tipo Open Auschwitz. Nel mentre la tromba della propaganda in Italia e la tomba della verità e delle vittime innocenti in Germania annunciano un Timendo e Tremendo Buon Natale a tutta l’Umanità che ha da tremare e temere, vista la Disumanità da paura che se la cavalchi ti porta al potere. Ma andiamo con ordine, ché ad andare forte il Disordine Nuovo Razzifascista e Mondiale di qualche ricco pazzo ci pensa da solo.


Per missione, omissione, tornaconto o manomissione il Capitan Russia dell’Italia che lavorava dall’Interno ha abusato della sua funzione: e per difendersi non ha addotto alcuna argomentazione, semplicemente ha indotto il solito vittimismo a cazzo nella pubica opinione. Ho sequestrato le persone e la mia pubblica funzione, ma non per uso privato: per difendere la Patria, la pasta, il Natale e il Panettone! Faccio male, a fare il male ma per il vostro bene?! Un po' la tesi dell’eroico e troppo presto dimenticato Luca Traini — non per niente elettore ed iscritto della Lega — che per risolvere il grave pericolo della sostituzione etnica aveva massacrato un negraccio di merda e di passaggio avviando una meritoria operazione di polizia igienica e punizione italica. Non una novità, semmai una rinnovata nocività mentre si ritornella su un’innevata Natività.  Da Hitler al Fuhrer del bar col videopoker, va sempre così: folli dittatori o folle di colleghi pazzi criminali però senza seguaci-elettori, quando butta male si buttano sempre sulla mamma e la buttano sempre in politica. Meglio ancora se la politica è del tuo partito, possibilmente avvocato: così, dopo mesi che l’hai pianto e urlato, finalmente arriva la sentenza politica di cui il Paese era già stato avvisato. Solo, d’assoluzione come manna anziché di mannaia e condanna. E in questo senso bisogna dire che Salvini aveva preso tutte le garanzie e i garantismi: con la sua Mike Giulia Buongiorno a condurre il gioco, il Rischiatutto diventa Il Potente Rischia Niente tutto formalismi cavilli di battaglia e gargaisterismi. Basti ricordare che lei è l’allora pulzella di Palazzo Orleans e del processo Andreotti, alla fine del quale una prescrizione fu contrabbandata come piena assoluzione — e per cui dei magistrati-ma-veri-mafiosi che l’osarono ancora oggi si dice che andrebbero arrestati tutti. E infatti. Siccome il tempo non passa in vano ma in peggio, all’assolto di Stato il plauso eppoi via all’assalto allo Stato col tradizionale presepe del pestaggio del magistrato. Vespa, la Porro-Pornostampa di destra o governista, la scorno-stampa della fu sinistra senza più vergogna né un’opinione né un giornalista: un sopruso evitato, un uomo perseguitato, un governo che deve difendersi dal complotto migrante mascherato e magistrato; non è importante, non interessa, a parte che non è più rilevante poi Salvini non lo devi sbattere in paginone ma lo devi battere politicamente. Meraviglia, il Tafazzismo intensivo della centro-centro-centro-sinistra che mallea e si attaglia al Tartufismo eversivo della sconciodestra. Risultato? Salvini delinquente e premiato, (in)degno ministro della Meloni delirio-onnipotente tutta boccacce battutacce e premierato. Così funziona, perché funziona così in un Paese disfunziona. Il fatto non sussiste, un misfatto — se fatto bene e ministeriale — s’archivia, anzi ti premia e t’assiste. Tant’è vero che dopo il pieno trionfo ottenuto da cliente aulla Giustizia, ora punta a tornare da Punisher anti Pusher al citofono e all’Interno. Certo qualche formalità bisogna ancora sbrigarla, e qualche forma di costituzionalità che ancora regge bisogna sbaraccarla… Urge regolamento di conti, di commi, di poteri dello Stato che devono diventare servi senza fiatare o nemici senza sconti.    

Ad esempio. Ora che il Martire Matteo è stato assolto, come di regola e consuetudine, resta solo da condannare e incarcerare i pm scafisti e schifosocomunisti che l’hanno indagato e processato. Ma questo — come avrebbe detto l’Indimenticato e Impunibile Iperimputato Silvio B — è un regolamento di conti interno alla sinistra. La famosa ingiustizia a orologeria, come l’ha definita Silvione il re dei Rolex smistati nella sua elegante orgettineria. Dalla toga rossa lo si poteva sospettare, ma adesso lo possiamo proprio affermare: Babbo Natale è un buonista perdonista e di sinistra, visto che porta doni ai bimbi buoni e perdoni ai bamba buoni a nulla e cattivisti in tutto alla Salvini. Un bel regalo sotto l’albero di Natale, per chi l’albero del Natante lo vuole sotto il mare — ma come detto non è che l’inizio, perché la Befana Melona travestita da mezzasega-mezzastrega del Nordio metterà nella calza nel sacco e sotto processo chi si è permesso di non mettere i politici al di sopra del bene della legge e del male. Si chiamerà separazione delle carriere: di qua quella dei giudici in carriera perché sanno e vogliono obbedire al potere, e di qua quelli che una carriera non la vogliono più avere. Del resto, da Renzi in su, dappertutto l’aria che tira — al piccione, al giudice indipendente e al pm impiccione — è questa. E la sentenza su Salvini ne è la naturale conseguenza. Una sentenza politica, senza dubbio né questione: perché al di là della vulgata cioè della divulgatissima puttanata, le sentenze politiche in Italia storicamente non sono quelle di condanna, ma di assoluzione. Del potere che assolve al suo ruolo, che assolve se stesso coi suoi abusi malcostumi e abomini, che condanna il Paese al carcere a malavita dei suoi Bravi-ministri sani Griso e Salvini. Una sentenza più che scontata e dunque per nulla scontrata. Perché sta bene — o non così male — a tutti. Ché salva chi comanda ma governa per finta o zero, e contemporaneamente toglie chi si oppone sulla carta e per gioco dall’imbarazzo di farlo non al Fanta ma davvero. E quindi Meloni esulta, il governo non salta, l’opzione-opposizione ancora una volta non esiste, si esime e quando fiata non esalta. Ricorda a ragione che le sentenze si rispettano, che loro la destra la vogliono battere al voto e non in tribunale: e ricorda tanto quello che aspetta a buttare la palla in tribuno perché sennò butta male. Avessero osato condannare la stagione del Salvinismo, i giudici avrebbe condannato un sistema che non si processa anche se si condanna da solo all’immobilismo. Impossibile, improponibile, impraticabile. In questo senso l’assoluzione è squisitamente politica: e non è una critica: è proprio una notazione istituzionale, funzionale,  tecnica. Se fa comodo a tutti, noi come potere dello Stato non vogliamo fare l’incomodo a nessuno. La magistratura che rispetta l’economia politica del sistema della Repubblica. Perché una sentenza non nasce nel vuoto assoluto, nel mondo ideale, ma in questo mondo senza un’ideale che non sia vuoto e dissoluto; i giudici come tutti sentono il clima, magari non l’ascoltano ma ne risentono, soprattutto quando fra Novax e Sì Dux in giro c’è una bella efferve-scienza politica della democratura al suo climax. Per accogliere le tesi dell’accusa ovvero la realtà dei fatti che sussistono subissano e avanzano, i giudici in camera di consiglio avrebbero dovuto avere troppo coraggio, anziché la giusta prudenza — a nessuno si può chiedere di essere eroi, sebbene a costo d’errori che ahinoi fanno giurisprudenza. Perché il processo di Palermo ne farà eccome: anzi farà proprio gioco a Meloni che del diritto e del dovere all’accoglienza — coll’Albania genialmente trasformata non in una discarica di carcerati migranti, ma in una Spa militare a cinque stellette per carcerieri uncazzofacenti e mica paganti — si prepara a finire di farne strame. Perfortuna da Palermo non vengono solo cattive notizie, ma anche il presidente Mattarella, la migliore cattiva notizia possibile per i piani di riforma che solo per il vangelo di TeleMeloni sono la buona novella. Lui, che da custode dei valori dell’odiata Costituzione antifascista, ribatte colpo su colpo di spugna a chi la vuole cancellare in quanto di provata e olioricinata costituzione arcifascista. Non a caso è proprio la sua figura di riferimento (ma rischiando una grossa figura di merda, al referendum e al momento…) che, coll’elezione del premier a mandato più populista che popolare, si vuole umiliare spogliare e possibilmente spopolarizzare. 


E siamo al punto. Di non ritorno, di ritorno a capo, di nessun ritorno per nessuno se non per il capo. Siamo sempre lì, all’è perché qualcuno li ha votati che Salvini/Meloni/Trump/Voldermort/Il Barone Ashura sono lì. Dice: che vuoi obiettare, se il popolo vota Duce? Ad esempio che votare democraticamente per un’elezione — anche se è già successo in Germania e Italia negli anni Venti di Guerra Mondiale con gran successo — non implica né autorizza a votarsi demagogicamente all’autodissoluzione o all’autocratizzazione. Quindi tu sei di quelli che se alle elezioni il popolo non ti dà ragione, allora cambiamo il popolo? Sinceramente sì, anche se oggi non è molto popolare, ma noi la politica la intendiamo — e quando no, colla politica c’incazziamo — come miglioramento della condizione, dell’istruzione, dell’abitazione e insomma della complessiva cosa popolare: ma davvero, non come i populisti che fanno il pieno di voti e di vuoti speculando e perculando sulla casa popolare. Noi, illusi e tardi tardo-Illuministi, vorremmo cambiare le persone in cittadini democratici anziché contian-grillini demagogici anche a costo di spargimenti di soldi, sangue e lacrime spremuti all’evasore pingue, scuole ospedali e investimenti. Un vasto programma, che purtroppo somiglia troppo a ogni nefasto proclama della politicanza vastasa e bassa di gamma. E comunque quello sarebbe il piano A: come A Quale Santa Claus in Paradiso ti vuoi votare, per fartelo votare?  Difficile, impossibile, troppo lungo ma necessario e realizzabile perché nel breve sia realmente utile. Con un progetto che in dieci anni ti affronta problemi ignorati e/o insoluti che ci fai, se entro metà legislatura o meglio per il tg di mezza sera non ti porta visibilità e voti? Troppo giusto, e infatti c’abbiamo il piano B: come Buon Natale di Merda, merde! Una cosina sentita, forse un po' antipatica, ma una mandata affanculo santa per le nostre coliti disperato-dispeptiche da conati cugini e cognati delle destre anti-democratiche. Eccolo qua, il radical sciocco neostalinista, amico del popolo ma del buon tempo: ché quando invece la gente non lo segue, ne consegue che l’elettorato è l’agente provocatore del Nemico del Popolo e del Nostro Tempo! Non è così, o non del tutto. Noi Papalutisti siamo sì nemici del popolo — ma per come l’intendono e l’inculano i papaveri e pappa populisti. Siccome noi più che a salvare Salvini siamo interessati a perorare il partigiano e presidente Pertini, con lui diciamo: a brigante brigante e mezzo, col razzista un razzismo politico-culturale con ogni mezzo. Non perché ci sentiamo migliori, ma perché — anche se egualitari — non ce la sentiamo di sentirci uguali a certi ministri-magliari. Noi non crediamo alle razze, crediamo di saper distinguere le persone, ma non crediamo sia il caso di farlo con questa malarazza di persone. Che non sono la maggioranza del Paese, a dispetto di quello che ripete la maggioranza parlamentare nonché larga minorazione mentale del Paese. Bisogna distinguere, e noi la facciamo, a differenza di quello che fanno quelli che noi ci accodiamo anche se non concordiamo. Gente che a questa demo di demagogocrazia fascio punto zero forse non crede, di cui forse non gode, e che però non può godere di attenuanti se si adegua perché stare nelle minoranza sfigata gli rode. Noi lo sappiamo che in questo Mare Nero c’è chi è Mogol e c’è chi è Battisti: chi compra il consenso e chi spera di vendere qualche disco volante orecchiabile ai complottisti: ma chi canta e basta, alla fine è socio nel formaggio con chi scrive gli assegni e i testi. Inevitabilmente si finisce vittima, quando voti e ti voti a un carnefice; ma non incolpevolmente, se vuoi qualcuno che per te faccia il carnefice e vittime mentre tu che sei complice fai pure la bella vittima. Se il mondo fa schifo io che ci posso fare, a parte fare schifo? Ecco noi per quelli che siamo nella merda allora facciamo l’onda, non facciamo l’ola merdaiola con tanto di tifo. Quelli che amano l’uomo forte duro e maschio, quelli che al patrimonio dell’Umanità e dell’Unesco preferiscono il Pazzimonio colla Disumanità dell’Unico ElonMuskio, quelli che si sognano figure di spicco e da spacco ma nel presepe della vita sono figurine di merda una tacca sotto le papere e il muschio; quelli che a essere colti e intelligenti preferiscono non essere colti perché loro sono furbi, i tizi cani e porci della famiglia tradizionale degli sgorbi alla Gianbruno e alla Sgarbi, quelli che guardano OnlyFans mentre si vedono la benedizione Urbi et Orbi. Voi che ve ne fregate del prossimo, ma pure di quello prima e quello dopo, voi che non avendo alcuno scopo — a parte darvi un tono e una tana — fate il fine del topo. Voi che pensate di starvene al caldo, al sicuro, al riparo: proprio come si sta nella merda di somaro. Ma non la bella bestia che conosce la fatica — l’animale male che conosce la vita e quindi può ignorare la Storia. Ieri Nazionalsocialista, oggi Nazional-Sovranista: se hai votato o taciuto per non aver più paura, sappi che avrai terrore; se hai sempre temuto e quindi tenuto alla sicurezza, sappi che di sicuro avrai solo una securitate alla porta da parte del tuo Premier Forte e Lordo Protettore. Così vi va, anche se non vi va. Chi crede alla maniera forte, cade spesso in errore e di mala morte.  In pochissimi casi, in porchissime Case, il motto magno e mignotto Odio Patria e Famiglia porta buone cose: di sicuro non a te, ultima ruota del cazzo che ti apri telegram e ti senti migliore amico di Mosca cocchiera. Quelli come te sono gli utili idioti, che a un certo punto sono solo idioti fottuti: mentre i soliti si fottono gli utili dopo oltre ai voti. Chiedi se non ci credi, documentati eppoi qualcosina domandati. La Nazione, il Sangue, il Suolo? Alla fine resta solo una nazione nel sangue e rasa al suolo. Pensi come tutti hanno pensato di proteggerti? Allerta spoiler, sotto il cumulo di cazzate da Sieg Heil Fuhrer: tu e i tuoi figli sotto le bombe, e per campare tua moglie e tua figlia sotto a fare pompe. I tuoi autori e fautori del Questo Non Ce Lo Dicono, questo se lo scordano e non te lo dicono: ma questa è la Storia, altroché quelle dei complottisti, e anche se è tutta una macchinazione che contrasti vedi poi come ti ricredi e ti contristi. Ma basta, anche se è Natale, non vogliamo guastarvi il piacere di gustarvi il Nuovo colla Sorpresa. Svolta questa parte di auguri — sinceri, che colgano nel segno e possibilmente nel sonno come sicari — passiamo agli auguri di parte: a chi non si sa perché ancora ci legge, a chi non si sa come ancora ci legge, a chi non ci regge né ci legge ma non ha problemi a essere pecora nel gregge se l’alternativa è essere a pecorina davanti ai denari dei Re magi e aerofagi delle Scorregge. A voi come sempre Buona Notte — non solo di Natale — e buona fortuna, con queste Christmas Carogn che nascono sempre e non finiscono mai o mai abbastanza male.                             


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