Amici Papalutisti per voi e per le politiche meno
sentite — e più politicamente risentite — della storia uno spoiler alert che
non spoilera un cazzo, una previsione del meteo di oggi ma data domani:
Silvione ha vinto le elezioni. Attenzione. Non le vincerà: le ha già vinte. Come
quasi tutte quelle degli ultimi 24 anni senza condizionale — comprese queste con Di Maio, quindi pure senza
congiuntivo.
Vincerà perché ha già vinto: e non perché — o non soltanto — potrà fare le Larghe Intese
col trasformista centrista-sinistrato Giolittoni o le Laide Intese col
ceffo-destra di Salvini-Meloni; e neppure perché saprà sopravvivere al
naufragio del Pd a trazione integrale e attrazione fatale per il Lazzareno che
non muore mai: solo d’amore per Renzusconi. No. Non clamorosamente vincerà
perché — qua sì e quasi clamorosamente, trattandosi dello statista di Salutation e Romolo&Remolo — ha vinto culturalmente. Vincerà perché non ha
rivali o alleati — solo replicanti, più o meno validi nel copiargli i metodi
più scellerati, sguaiati, fotti-italiani già incazzati e sempre più inguaiati.
E che però preferiscono l’originale alla copia, giustamente e nonostante tutto:
ché nonostante la gran copia di tentativi d’imitazione, è ancora meglio persino
la duplice coppia Vespa-Silvione che firma il bis del Contratto/Con-Pacco e con
l’Italia in copia carbone. Silvione ha già vinto e vincerà perché — vera o
presunta, finta o tinta come i suoi capelli, pulita o bisunta nei mezzi e nei
cavilli — la guerra contro di lui sembra l'accrocco dei Berluscloni. E il
peggio è che come film a episodi è anche peggio di Guerre Stellari — e per il profumino
che si sente più che altro sembra Guerre
Stallari. Anche nel senso dell'indimenticato e pluripregiudicato stalliere
super-starworm Vittorio Mangano...
E allora cominciamo da qui. Partiamo, partitiamo
tutt’insieme, dai! Vediamolo cattivo partito per cattivo partito, il festival
del cattivo candidato messo dal malpartito politico d’appartenenza o solo
d’opportunità. Si chiudono le liste, si aprono le gabbie: dentro tutti,
purtroppo nel senso del seggio parlmamentare anziché di sirena e cellulare… Ecco
a voi ana shit-parade che non va in
ordine di voti o di probabilità, ma solo di mossa di merda o di merda smossa:
di raccolta vuoti — mica a perdere, purtroppo — di probità.
E siccome Ignoblesse
Oblige, non si può che iniziare dalla Lega Nordimberga già per
l’Inidpendenza della Padania e adesso per l’Invasione della Polonia. Quella col
Führer Taragno Matteo che giura non solo sul Vangelo Secondo Me e secondo
Mengele perché pensa d’averlo scritto lü:
ma pure sul rosario di candidati che peggio in giro non ghe ne pü. Dal Dio Po all’Io Pure a Salò, una sorpresa da Moschetto
Kinder. A noi la Lega costola della sinistra era sempre sembrata una cazzata —
ed essendo di D’Alema, per quanto smentita, era da imperizia giurata — ma che
in versione Flat Tax e Forza Dux finisse ala nord della Casa Pound era proprio
impensata. Su nei sondaggi, sempre più in basso coi magheggi e gli oltraggi.
Alla storia d’Italia, e persino alla loro storiaccia di padani piangi e fottitalia.
Dai barbari sognanti ai labari garrenti, listati a lotto dall’estrazione dal
cilindro e nell’urna di andreottiani pimpanti. La situazione per la Lega è
talmente grave che dobbiamo addirittura dar ragione a Bossi: una volta loro le
mazzette le prendevano, ma Andreotti lo combattevano; ora non disdegnano la
fucilata o la mazzolata Mad In Macerata,
ma in compenso c'hanno l’Andreottiana più pret-a-portè che c’è, conquistata e
candidata. Moriremo democristiani, ma a grazie a dio e a Giulia il Divo Giulio
non è morto: è solo passato da essere paragonato a Belzebù a essere
paracadutato in un collegio di Cantù… E se la Bongiorno si vede dal Salvino, in
caso di vittoria prepariamoci a un bacio-bomba Salvini premier-Riina Junior!
Incoscienza, doppiezza, giochi col fuoco e colla Fiamma perpetrati con forza
(Nuova) e in perfetta coscienza. Sporca. Andando a Traini di terrorazzisti pericolosi in strada
almeno quanto in lista. Spregiudicatezza, ambiguità morale, faccia tosta e
sempre bene in vista e in televisione: e diteci se non è roba già vista, tutta
sua, proprio sua di Silvione! Copiata punto (di sondaggio più alto) per punto
(di non ritorno e più basso…), al punto che la lista potrebbe chiamarsi Noi Come Tanti Silvioni. Gente che balla
col diavolo, gentaglia che ballerebbe pure sui tavoli sui tacchi e coi
Farinacci di paese — persino con Milly Carlucci — pur di qualche voto segreto o
palese, ma secreto e spremuto dal buco nero e di culo del Paese. Ma occhio,
malocchio Montezemolo e Pinocchio, di cattivocchio il Miliardario Pedofilo e
Pro-Euro di Bruxelles che vuole adottare il marmocchio... Con bugie furberie e
albagie a pacchi hai gioco facile: è quello in gioco dopo, il difficile.
Abbasso negri, musulmani, ricchioni; la colpa di tutto è dell’Euro,
dell’Europa, dei burocrati laidi e ladroni! Ok, eppoi, quando ti accorgi che al
governo non hai la bacchetta magica né il vagone piombato per far sparire tutti
i guai gli zingari e magari pure i banchieri ebrei, come fai?! Evocato per
metterlo nel sacco e nelle urne, poi ‘sto Demonificio è difficile rimetterlo
nel tubetto.
E a proposito di non capire un tubetto o — vista la
grandeur del super menteur che c’ha come secretaire
— un tubo, non parliamo del Pd. Infatti ne patiamo. Non per noi, né per lui.
Per tutti i mai abbastanza illusi o delusi dai collusi e fetusi mai abbastanza
che ci si accalcano, ma che loro ancora votano. Un partito con così tanti ex
Forza Italia che sembra un’ex Forza Italia, con più inquisiti (29) di tutti che
pare proprio Forza Italia e un esproprio alla bassaforza di sottogoverno più
bassa che c’è in Italia. Anche tralasciando la Boschi in versione Trentina da ‘mpezzo
o Heidi ti sfanculano pure i Mario Monti, i DeLucas come i Sopranos, i nipoti
dei boss candidati a più non posso e più blindati dei bossoli — tralasciando e
scialando in tutto questo, restano macerie e macellerie, riciclati ovunque e
ricicciati dappertutto. Addirittura lo sfregio di Casini a Bologna e l’alleanza
di pregio colla Lista +Europa-Elettori
della più o meno berlusconiana Bonino a nulla: gente che nessuno, di sinistra e
con un po’ di cervello anche se con un popò di stomaco, di votarla si sogna. Il
partito con più paracadutati della Folgore, un partito con così tanti paraculi
indagati e/o inguaiati che pare folgorato sulla via di Hammamet. E a proposito
di Folgore. Messa da parte la Questione Morale, ammainato e ammannito
Berlinguer come uno stronzo pauperista oltretutto d’una noia mortale,
archiviata la Bandiera e anche la guancia rossa, per il Grande Leader Senza
Macchia e Senza Vergogna sarà mica tempo di ammirare o ammansire pure la camicia
nera? Comodo fare gli antifascisti a chiacchiere al 25 Aprile o da Sant’Anna di
Stazzema, eppoi essere a-fascisti di fatto che nel post-Macerata e alla
malaparata scappano davanti alla vergogna finendo giustamente alla gogna, dal terrorismo
neofascista che secondo loro è un falso un
problema. Il fascismo criminale e illegale prende piede il fucile e le
strade, il partito (il)legittimo erede della tradizione antifascista e
costituzionale prende la via di fuga, il questore di Macerata si prende la
colpa perché Sua Eccellenza Minnito Mussolini ha fatto una vile cazzata. E’
così che succede. A forza di vergognarti delle tue origini, origini vergogne
del genere; a furia di dolosi calcoli politici per non dire politicisti,
vengono fuori calcoli dolorosi che manco alla colecisti. Ed è questo che
capita. Per non perdere la possibile (e sempre più labile…) alleanza colla
feccia berlusleghista — anche grazie alle politiche migratorie vigliacche e
provocatorie del Minnitismo anti-scafista e un po’ razzista — ha perso la fede
e la fedina, la faccia e forse pure la supersiste facciata antifascista. Di
tanta speme, di tanto spam elettorale, cosa ci resta? Renzi che nello spot tipo
Mulino Bianco che sembra lo sport dell’Omino Bianco (VEDI QUI: https://www.youtube.com/watch?v=C5vQDaeOoIU) per pulirsi l’incoscienza
di questi anni di governo scatta atletico in bici davanti all’elettore
scettico. Sicuro che non vuoi votare Pd?
Pensaci: noi abbiamo la pizza e il Pil alti, mentre in Africa si muore di Ebola… Venuto bene, fa
ridere per non piangere e rodere, e visto le balle che racconta da leader, c’è
il caso che ce lo leviamo dalle balle che abbiamo nei boxer. Ma ci sono
polemiche anche su questo — pare che il Giovane Favolardoso l’abbiano dopato
mettendogli alle costolette una muta di risparmiatori Banchetruschi stanca di
stare zitta e muta, definitivamente e legislativamente fottuta…
Dementis
in fundo. Quattro parole per i Cinque Stelle sono anche troppe, visto che si sono
giocati quasi tutta la credibilità a un due tre sballa… Scemi che nelle liste e
nelle proposte da sciamani sciamanti si sono fatti via via scemanti. Svaniti —
di testa, di protesta che non diventa mai davvero proposta — ancora prima di
cominciare a cominciare. Sono il caso più impressionante, penoso, scoraggiante.
Persi Casaleggio padre, il Grillo padre fondatore (ora frondista e
polemizzatore) e la bussola, gli tocca arrangiarsi con Di Maio il leader in
bambola. Fuori tutti mercanti dal tempio e tutti i mancati bonifici, col tempo
i quattro mariuoli rimasti dentro il Movimento cominciano a essere troppi e
troppo equivoci. Partiti colle migliori intenzioni, si ritrovano partito in
mano a correnti, capibastone, maneggioni e massoni. Mai nessuno si era sfatto
così tanto in così poco tempo. Soldi che spariscono, solidi argomenti che
avvizziscono. Gente che vuole curare il cancro della corruzione o del colon
colla meditazione, coll’omeopatia della corruzione ma più piccola, collo yoga e
tanta acqua a colazione. Faide, inquisiti, fallimenti politici umani o
amministrativi con fortissimi mal di
plancia: non sanno stare all'opposizione, non sanno fare attenzione, non
sanno stare al comando. Il potenziale primo partito rischia già di andare a
fondo: Potenza di un Caiata (che comunque non è una cazzata…) può dare un
calcio alla fortuna elettorale presente per aver preso il presidente del
Potenza Calcio. Insomma. Partito proprietario, Casaleggiocentrico e
casinocratico, infognato e infeudato nella lotta fra indegnitario e
indegnitario, con uno stagista/pupazzo come non segretario. Giggino ‘O
Manichino dell’Oviesse ci prova, dice, fa, sbraita di brutto e si sbaglia di
verbo, lancia proclami che oramai sembrano Sos: l’impressione è che entrato
come ex stagista al San Paolo nonché indossatore di consenso extralarge, gli andrà
già bene se dalle elezioni non uscirà come ex futuro statista grato a San Gennaro
per un calo che è solo XS…
E quindi. Promesse impossibili da mantenere e anche
solo da ascoltare; candidati sbagliati e linguaggi sballati, inascoltabili
inguardabili e presentabili giusto a qualche professore di criminologia o
d'Italiano Storia e Geografia delle medie; tutti a rincorrere il peggio
ricorrendo alla scusa che quell'altro è peggio; nessuno scrupolo, tutti facendo
la corte al Mafiofascio coll’obolo facendo finta di far gridare al Miracolo.
Berlusconi ha già vinto perchè è in tutti i partiti, e ok, ma non solo: è in
tutti loro, perché è anche tutti noi. E’ ll Berlusconi in sé e pure in me di
Gaber, che diventa il Berluschino per tre in ogni presunto e bisunto leader.
Nessuna sorpresa, allora. Siamo noi, siamo lui, impossibile dire oramai se è
lui che ha plasmato/plagiato/peggiorato noi, o noi lui. Tv, Derisi e Cazzoni in
tutto il mondo? Un po’ Barbara D’Urso, un po’ Marcello Dell’Utri, un bel po’ di
Macello Dell’Urso per tenere buoni massaie e mafio-massoni, le une e gli altri?
Scandali, merdoni politici e sfondoni economici, corruzione di minori e di
magistrati, amicizia promozione e difesa d'imbecilli patentati o di bacilli
criminogeni acclarati? Non importa, tutti dettagliuzzi perdonati! Non solo da
noi, che siamo il paese di don Matteo Messina Denaro ma ci vediamo e rivediamo
in e nel Don Matteo di Spoleto e di Terence Hill. Dalla Culona Inchiavabile
Merkel al Fighetto Insopportabile Macron, nell’Europa malata che si aggira
attorno allo spettro del Populismo Furioso e Neofascista, pur di uscirne e
grattarsi la rogna dagli a dare lo status di statista moderato a chiunque,
anche a chi esce dal passato malato del pus Piduista... Oramai per spiegare la
politica d’impopolare stoltezza, non resta che la saggezza popolare. E quindi.
Se Parigi tenesse lu mere sarebbe na
piccola Ber’, e la piccola Europa che oramai è una grande Italia uguale: non c'ha il
mare, ma è piena di bari. Che mentono, s'illudono, si e c’imbrogliano. Proprio
come noi, che vogliamo sempre il lieto fine, meglio se finto; noi che l'illieto
fine non è una possibilità, nemmeno per finta, manco nella pubblicità del
Buondì, che infatti hanno eliminato perché ci ha fatto salire i cazzi fin qui.
La mamma che si becca l’asteroide, la brioscia che si vende con un po’ di humour
nero e senza il solito mix di bimba colle lentiggini e milfona collo stacco di coscia? Non esiste, alla tele come nelle urne tutto questo ben di dio patria e
famiglia non andrà a male, tutto questo male non puo non andare a buon fine.
Non c’è pericolo BerluscoAriano, alla fine ci sarà il Miracolo Euro-Italiano.
Mammona Italia e Matrigna Europa - noi coi berlusleghisti quasi al 40 percento,
loro coi nazisti al centopercento di Afd secondo partito al 20 - non si stanno
beccando in culo un asteroide grosso e sanguinoso come un'emorroide.
Tranquilli, ci pensa e ce lo dice, ci pensa perché lo dice, lo dice perché lo
pensa e ce lo predice guardando il cielo, l’Onnipresente Silvione, l’Onnipresidente
pure Proctoastrologo.
P.Q.M.
Per Questi Motivi, Per Questa Manica di
babbuini imitatori peggiorativi, o anche Porca
Quella Madonna (scusate, ma lo sapete: noi Papalutisti siamo
bestemmiatori assai e poco salutisti, e per questo coi nostri post non solo non
abbiamo futuro, ma nemmeno un posto ad Avvenire...) ecco perché Silvione ha già
vinto e vincerà ancora. Nonostante le nostre madonne, grazie a questi
mascalzoni e per questi motivi. Più uno, non il più grave ma di sicuro il più
urticante. Questo. L’indigeribile classe dirigente e ripetente della sinistra
non più Radical Chic — magari! — ma Asinal Cheap: piena di sé e di paté come un dirigibile, talmente
improvvisata sciancata e vuota di senso (se non degli affari, della convenienza
in società per soldoni e in politica, dell’opportunità e dell’opportunismo
impolitici) e d’idee da essere non solo non dirigente, ma pure indirigibile. In
ordine sparso, scarso, trafelata, approssimativa, raffazzonata. Eccoli qua, o
quaqquaraqquà, i più anti-Berlusconi del Paese, a patto (del Nazareno) che la
cosa non intacchi di centesimo i santi e De Benedetti milioni al mese. I meglio
fichi del bigoncio, i peggio nemici di Silvio da rendere malconcio per il bene
sommo del nostro Stivale, che si sono rivelati renzisti o alla meglio terzisti
del nostri stivali. Eccolo, l’oro di Silviopoli. I princìpi sonanti dei suoi
principali avversari: che sono il principio della fine per la sinistra e per la
democrazia, che più o meno consciamente hanno sempre come fine un sinistro
principato demorenzista con Silvio più bello e più bullo del reame. Quelli che
promettevano di spodestarlo e tempo cinque minuti in una stanza finivano per
promettere di sposarlo. I Renzi d’oggi che sono i D’Alema di ieri. Quelli che
squadravano come squadracce di manigoldi manettari e maniaci visionari i
girotondi, che prendevano per il culo chi lo prendeva sul serio, quelli sempre
in conflitto mai cogl’interessi, ma col conflitto a Reo Silvio. Riproposti pari
pari in questi tempi bui e in Italia poco rari. Ubi Di Maio, Silvio non cessat! Sentite le dichiarazioni di vuoto,
no? Meglio Berlusconi dei Grillini! Soloni, pazzi non furiosi ma anzi pensosi:
partiti di testa, che alle elezioni pensano e credono ancora di potere far loro
capi capetti e capi di cazzo dei partiti
di testa. Dagli Scalfari ai Calabresi, dai grandi vecchi ai poveri cocchi di
Stampubblica; antiberlusconiani antichi, quasi antidiluviani, che si sono trovati
d'accordo con questi nuovi toy-boy da compagnia agnelliana e da compagnia dei
berlusrenziani. Anti-B. di serie C, come comodo: che come tanti Commodo hanno
tradito se stessi — ma non i propri interessi — e sono andati matti per il
Cesarismo di Renzi e il Matteismo di Silvione. Leggi porcata, Banchetrurie,
Deforme Costituzionali — tutto, perfino il Rosatellum come un post-coitum del
Referendum, era roba da valutare e rivalutare, da godere e rigodere, da votare e rivotare Sì, sì ancora ad libitum. Tutti decisi,
tutti arrazzati: a cambiare o accoppare il Paese, alla fine è lo stesso, su certe bisogna andare recisi: poi si sono
svegliati. Siccome può vincere davvero — senza Nazareno, senz’appello e senza
Matteo Lo Stampello — ora Silvione torna l'uomo Nero! Appelli, contrappelli,
contrordine ex ex compagni! A farne il Patito della Nazione, un martire e un maitre a gouverner, abbiamo fatto la
cappella! Ci siamo sbagliati, ma adesso ci siamo svegliati: ubbiditeci, votate
Renzi e i suoi (m)alleabilissimi (m)alleati. Che schifo, che pena, ‘sti paggi a la page della pagina degli editoriali
quasi peggio e più disonesti di Silvione, che almeno è sempre lui: lo zozzone
che promette e propone più pane e più figa, più cazzi se sei marchettaro e meno
pene se sei evasore o mazzettaro. Dai, a darvi addosso non avremo scherzato,
avremo persino scazzato, ma a fin di bene: voi anti-Nazareno e pro-No al referendum
vi abbiamo scacciato di brutto e tacciato di tutto, ma vi vogliamo ancora bene!
Ci vuole l’unità, ora più che mai: non il fu-giornale di Gramsci, ché quello
Renzi ha deciso che doveva morire per farne un non giornale, una cosa fru-fru
che servisse a lui. Come tutta la tradizione, l’intelligenza, il valore della
Sinistra italiana. Ma non importa, prima di metterla sul rigore e tirare le
conclusioni guardate chi c’è in porta! Votate utile, non votatevi all’inutile
ma dilettevole! Ci sono i barbari alle porte, e allora chissene se da dentro
casa viene odore di merda forte! Per Samuel Johnson il patriottismo è l'ultimo
rifugio dei mascalzoni, con questi qua il Turonasismo e il Votoutilismo lo sono
dei Renzusconi. Basta così, grazie; basta cosi che ci domandano stupidissime
grazie. Inutile sprecare ancora parole al vento e al voto che non si deve
sprecare. Hai voglia di editoriali-appello-papello di Folli folli, di Eugenio
Scalfuori di testa, dello straziato Mario Calabrisello suo. Inutile fare la
mozione degli affetti: è un patetico raschiare il fondo dell'antiberlusconismo,
dopo anni a tirare il carro e a provare di tirarci il bidone del
Berlusrenzismo. Andrà male, ma è così che deve andare. Male, puro e semplice: niente
male minore, niente meno peggio che poi è sempre il meglio peggio: niente bene
o male sono stato partecipe, più che complice. Andrà come andrà. Ci toccherà un
governo fascioleghista Salvini-Meloni, uno trasfoRenzista a papale guida Giovanni
Paolo Giolittoni II? E’ lo stesso. Avrà ancora, sempre, per sempre e pur sempre
(ri)vinto Berlusconi. Più probabile il secondo del primo, ma tanto saremo già
saltati alla frutta. Le Laide intese che temiamo — ma non sappiamo ancora se —
mettono orrore, ma le Larghe intese che temiamo e già sappiamo mettono il
magone e sanno di squallore. In ogni caso. Domenica consultiamoci
elettoralmente e consoliamoci vicendevolmente: vada come vada tutti noi
(forz)italiani abbiamo molte fecce al nostro Arco(re).
P.S.P.V.: Post Scriptum Prae Votum. Poi. Detto, mal detto
o maledetto tutto questo, potrebbe sembrare, ma noi non è che vogliamo fare gli
stupendi o gl'intelligentissimi stupidi. Visti i tanti No Vax e Sì Silvio Dux
in giro, in questi anni non avrà funzionato il vaccino anti-Berlusconi di cui
parlava Montanelli; ma noi lo stesso non abbiamo fatto quello anti-affluenza: qui
al Papaluto andiamo a votare, non saremo stupendi e saremo pure stupidi, ma mica siamo imbecilli. Il partito del non voto
è l'unico che non deve vincere, l’unico partito preso che è un partito perso,
con cui perdono tutti. Noi il nostro voto ce l’abbiamo, il nostro diritto-dovere
l’abbiamo fatto e lo facciamo, mica abbiamo fatto voto di castupidità. Non
resteremo puri, ignari, ignavi e semplici. Forse resteremo fottuti, ma
pazienza: almeno non ce ne saremo fottuti in partenza. Meglio inculati che
ignavi, meglio impegnati ma liberi che disinteressati e schiavi. Ci prendiamo
responsabilità, non prendiamo paura, non c’interessa prendere la patente d'indifferenza
politica pura. Votiamo Liberi e Uguali, proprio perché crediamo che per essere liberi
non dobbiamo mai pensare tanto sono tutti uguali. Grasso che cola, D’Alema ci
cova, uno prende i voti e l’altro gli fa le scarpe e pure la suola… Forse. Ma —
simbolo o embolo, sia pure preambolo a un capitombolo — preferiamo chi ha
candidato qualcuno che ha combattutto la mafia — ma veramente — a chi ha
candidamente ammesso (anche in lista) che a lui interessa molto la salute di
Dell'Utri e della (anti)mafia non gliene frega niente. Antifascismo senza
timidezza, legalità senza se e senza ma, nessuna esitazione nel dire che chi
non fa tutto quello che può contro criminalità e corruzione come cittadino e
come uomo è una schifezza. Proposte concrete — ma basate su ideali, non su
mance ai liceali — su scuola, lavoro, precariato: per combattere la mafia e
abbattere la Mafia-tax che si mangia il pane e i denti d’un Paese cariato, che
cerca disperatamente (e follemente) di mettere investimenti in un secchio
bucato. Mica poco: minchia, poco. Forse è niente, forse è troppo, certo è
abbastanza per convincerci. E certo c'è D'Alema sempre presente, sempre lì
colle sue ideone inciucione di governo del presidente. Non è il massimo, ma non
sarà il Massimo della sinistra ai minimi a farci cambiare idea. Liberi e Uguali,
quindi: con convinzione, con qualche ubbia, ma senza molti dubbi. E pure senza
la convinzione di compiere chissà quale eroismo, ma neppure un errore, noi
votiamo: per salvaguardare certi valori, senza sentirci Giusti fra le Nazioni,
ma sentendo di fare qualcosa di giusto per la più sbagliata e sbaragliata delle
Nazioni.
Buonanotte, buon voto, e buona fortuna.
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