lunedì 28 aprile 2014

LA BANDA DELLA MAIALA

E alla fine s’è scoperto che il famoso Nero Libanese non era il fumo: era Marcellone nostro, che coi diari finti di Mussolini nel trolley sbundato di contanti ha fatto il fugone vero a Beirut. Un uomo solo al comandodi polizia. Una fuga tipo Coppi. Ma non l’avvocato, il ciclista. Per l’avvocato oramai è tardi, oramai Marcellone è un altro film. Più di uno, anzi. Marcello è il Fuggitivo, come Harrison Ford; è O’ Latitante, come Mario Merola; è Prendi i Soldi e Scappa, come Woody Allen e Bettino Craxi. Vecchio Marcy Dell’Utrix, quante ne sai. E quante ne dici. Mangano era uno stalliere, io non sono mafioso, sono venuto in Libano per curarmi. Ci fai allargare il culo dal ridere, Marcé. E comunque non malignate, bastardi: non è scappato, ha solo preceduto Silvio per fondare Forza Libano e rifarsi assieme una vita. Meglio, una malavita. Essì, perché Dell’Utri è Dell’Utri: ma senza Silvio sarebbe niente, a che ti serve trovare lo stalliere quando non c’hai lo stallone da monta e da cosca? Quanti successi, quanti ricordi, quante intercettazioni indimenticabili. Quei bei capodanni degli anni 80 in cui Marcello (il Nero, ma anche il Libanese), Silvio il Dandi che Prendi le Televisioni in Monopolio e Bettino il Bufalo aspettavano le ragazze di Drive In: le fast-food per una fast-fottutina, perché chi tromba il primo dell’anno, si sa. E si sa pure che le ragazze alla fine fecero il pacco alle Olgettine 1.0 il software pornosoft mica funzionava bene come i modelli successivi, quelli senza bug e senza mutande… Vabbé, però è l’intenzione che conta. Silvio e Marcello, Marcello e Silvio più qualche pluriomicida o mazzettaro di passaggio: un gruppo, un sodalizio, una banda. Il Nero, il Libano, il Dandi la Banda della Magliana? Ma questi mica facevano rapine, puntavano alle sveltine: la Banda della Maiala, allora. Ve l’ho detto: hai voglia di cinema su Marcello, non basta mai. Ma proprio mai. Infatti se con Romanzo Criminale ce la siamo tolta con un libro un film e la serie in televisione, col Romanzo Manicomiale la roba da pazzi non finisce più. E non finisce più neanche su giornali e telegiornali, per la verità. Ma non nel senso dei paesi normali e civili, dove sulla latitanza del braccio destro mafioso dell’uomo politico pregiudicato che ha governato negli ultimi vent’anni ci farebbero gli speciali infiniti, le Treccani di giornalismo, le maratone televisive, le TiggìThon. No no, nella scaletta dell’Italia mafiocomandata e mafiorassegnata Dell’Utri il Libanese non ci finisce e basta. Non interessa, non è una notizia. Sì, però al suo comparuccio di stalliere, a Silvio che è stato condannato ma la pena se la beccano i vecchi che deve accudire una domanda, ‘na dichiarazione, qualcosa la chiediamo. E certo, certo. Che vi credete, che stiamo in Abissinia? Questa è una democrazia, colla stampa libera e indipendente e pure tosta! Presidente una frasetta a piacere, un pensierino per spiegare oppure i fiumi dell’Umbria, sempre se le va e non la disturba. E Silvione, splendido: Ho mandato io Dell’Utri in Libano perché me lo ha chiesto Putin per organizzare una conferenza di pace. Grandissimo. Un summit mafia russa-mafia italiana sulla pace nel mondo. Il prossimo criminale di guerra Putin che vuole una consulenza dal prossimo criminale in via definitiva Dell’Utri. Noi non ce lo meritiamo, Silvio. Davvero. E’ troppo un genio. Ma non ci meritiamo neppure una stampa così: nessuno dei presenti che abbia chiamato un’ambulanza, la neurodeliri, che almeno lo abbia attivato il servizio di scazzo alla risposta.  Quando mai. Benissimo Presidente, adesso una domanda sulle Riforme. Essì ragazzi, dai. Voi ancora state a pensare a ‘ste piccolezze, a ‘ste puttanate, a ‘sta roba da fissati?! Ma il passato è passato, la gente non arriva alla fine del mese, c’è il governo fichissimo e isterico di Matteo Frenzy che caca provvedimenti fichissimi e isterici, evvoi ancora siete fermi lì, alle fissazioni da manettari?! Ma siate seri, crescete, cambiate verso e cambiate gusti! Arrapatevi come noi alle Riforme: questa cosa bellissima, eccitante, goduriosa che in confronto fare 69 è come prendere il 69 barrato. Ma non è meravigliosa, questa legge elettorale di sana e robusta Incostituzione? E questo nuovo Stato, questo Senato dove i senatori li elegge la Regione, la Provincia abolita te la trovi al Comune e la Colonoscopia la puoi fare alle Poste? Non è moderno, funzionale, stupendissimo? Sì d’accordo, lo sappiamo che le riforme non si mangiano ma che c’entra, gli 80 euro al mese allora dove li mettiamo? Magari in busta ma senza rifregarsene un po’ da un’altra parte, magari a bilancio, e magari con tutte le coperture. E anche così, ma davvero con 4 carte da venti vi volete comprare il silenzio su vent’anni di storia politico-criminale del Paese? Nooo, figuriamoci se vogliamo comprarcelo: il silenzio è d’oro, ma perfortuna in Italia è pure gratis. Nessuno parla, ma soprattuto nessuno ascolta. Le nostre schifezze sui giornali non vanno anche perché sai a chi gliene fotte. La gente è stanca, anche in televisione vuole cambiamento o cambia canale. Ma giusto quello. Troppa fatica risolvere i vecchi problemi, meglio rimuoverli e cominciare da capo. Con problemi nuovi. Siamo fatti così, cioè male. Carenza di memoria e di palle. Indolenti, opportunisti o vigliacchi; oppure tutt’e tre insieme. M’inviti a casa tua e io mi frego l’argenteria: ma tu mica mi denunci o almeno non m’inviti più no no. Siamo in Italia. Compri altra argenteria e m’inviti ancora, però mi dici di portare un amico che forse non ruba ma almeno sa parlare, vestirsi, pettinarsi bene. Siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi. Che sulla piaga non ci mettiamo il cerotto ci mettiamo il cerone, i tweet alle 6 di mattina, il trucco da mignotta su un governo colla faccia di puttana di dirti che cambia tutto, cambia presto, cambia ogni giorno. E invece. Invece alla presidenza dell’Eni ci va la Marcegaglia, sorella di uno che ha patteggiato una condanna per una mazzetta Eni. Invece nel giorno del ri-arresto di Nicola Cosentino ‘O Mericano il parlamento fa l’Indiano e riduce le pene sul voto di scambio. Invece in una paese che si toglie il pane di bocca per far quadrare i conti, nessuno mette a pane e acqua evasori, falsificatori di bilanci, frodatori del fisco e mafiosi. Anzi col favore di Napolitano in eiaculazione mooolto tardiva li mette a tavolino per farci ‘ste fantastiche Deforme Istituzionali. Renzi, Alfano, Silvione, Verdini, Dell’Utri no perché è andato un attimo a curarsi la Carcerite. Ma tranquilli che torna subito: appena gli risolviamo i problemi di salute giudiziaria con una riformetta in supposte. In culo a noi, alla giustizia, alla decenza. Vedete, dire che questo governo è in perfetta continuità col peggiore passato non è qualunquismo è giornalismo. Pretendere che un trentanovenne al potere da tre mesi non puzzi già di sospetto e si paghi l’affitto da solo non è utopismo è civismo. Che un presidente del Consiglio sedicente progressista (e se dio esistesse e pagasse la luce, dovrebbe fulminarlo all’istante…) flirti, tubi, si dia i bacetti colla P2 e la P3 non è soltanto tatticismo miope è cinismo politico da discarica andreottiana. Altroché svolta, roba da c’era una volta. Quando c’erano solo il Dandi, il Nero e il Libanese. Quando c’era la vecchia Banda, insomma. Ma oggi che c’è l’upgrade, oggi che c’è l’aggiornamento, oggi che c’è il Fiorentino quella della Maiala non serve più: oggi siamo lieti di presentarvi la Banda della Maremma Maiala, signore e signori. Buonanotte, e buonafortuna.   


          

domenica 6 aprile 2014

VELOCEMENTE DA NESSUNA PARTE

Già dopo il discorso alle Camere per la fiducia tutto iPad, iMac e iPhone la Apple aveva lanciato un nuovo modello ispirato a lui: il Mac Aria Fritta. Poi sono iniziate le televendite in powerpoint. Un circo pedestre, una bancarella della puttanata, uno show che Mastrota ti fa duecento volte meglio e almeno ti regala la cyclette. Un musical a diapositive, una West Slide Story in cui l’Italia si salva vendendo la Thema blu di La Russa o la Dedra a pedali della Chicco customizzata per Brunetta. Oppure abolendo le Province ma lasciandole lì senza ridurre i costi, aumentando l’inefficienza e i consiglieri, inventandosi aree metropolitane per cui Campobasso diventa città contea e stato come New York. O ancora segando via il Senato collo stesso sistema: a parole, senza diminuire i costi ma la democrazia sì. E’ il Renzi Style, ragazzi. Tutto si fa in un lampo: e che ci vuole. Come l’anticalcare, la ceretta, i quattro salti in padella: cinque minuti per le pappardelle in tavola, il polpaccio deforestato, il cesso scrostato. Cinque, massimo sei: soddisfatto o rimborsato, mio popolo! E’ la Demagogia canaglia che ti prende proprio quando non vuoi, parafrasando il celebre politologo Al Bano Carrisi in suo seminario a Sanremo. La verità è che dopo due mesi di governo che sembrano cento la canzone è già chiarissima: con Renzi cambi verso soltanto nel senso che se prima facevi Boh adesso fai Uff e fra non molto Ahh che palle questo qua. L’abbiamo detto in altri Papaluti. Se Grillo è il Berlusconi Sport, Renzi è il Berlusconi Young: il modello ggiovane per i ggiovani, veloce, velocissimo, talmente veloce che una sveltina in confronto sembra una scopata tantrica di cinque ore. Giovane e veloce, ma col cuore antico dei vecchi figli dell’Italia mamma e mignottona. Mussolini lasciava le luci accese anche di notte? E Renzi twitta alle sei di mattina. Benito faceva zompare gli scolari nel cerchio di fuoco? E Matteito dagli alunni si fa fare uno swing col battimani che ai nordcoreani gli viene il complesso d’inferiorità. Perché Lui lavora sempre, perché Lui è amato dal popolo e dai bambini. Perché Lui non è come gli altri di prima: Lui fa, e fa pure alla svelta. E pazienza se fa a cazzi. Non sarà un risultato perfetto, ma l’importante è portare a casa qualcosa: ce lo dice sempre da tutti gli schermi e da tutti i tablet e i telefonini, il nostro caro Leader Kim Il Samsung. Qualcosa, ecco. Non proprio quello che serve, ma dopo sessant’anni di fallimenti sulle riforme che cazzo sottilizzi?! E che sei, un vecchio di merda che si lamenta tipo Rodotà e Zagrebelsky, ‘sti professori della minchia che non c’hanno manco la laurea degli scout in Ruota della Fortuna come Matteone nostro?! Tua nonna ti manda a prendere la pomata per i dolori e tu le porti un vibratore eddai nonna, non ci rompere i coglioni, ti dà sollievo lo stesso e spacchiamo il culo alla partitocrazia. Ho fatto male, ma ho fatto. E comunque se non riesco vado a casa. Anche questa la sentiamo ogni cinque secondi, e dovrebbe essere una consolazione: sì Matté tu vai casa, ma una casa ancora ce l’hai. Diglielo a quelli che sono fuori col mutuo e praticamente fuori di casa che adesso è delle banche. Che magari sono gli stessi che aspettano i famosi 80 euri ancora senza coperture finanziarie. E alla fine magari si scoprirà che sono in powerpoint pure quelli: ma scaricabili e stampabili in Pdf, se il macellaio se li prende per saldare il conticino… Tutto così, vedete. Tutto veloce. Tutto per finta. Tutto make-up prima del down. Parti che vuoi fare il Governone Renzi-Einstein-Mandela e arrivi con un governicchio Fracazzo da Velletri di sfigati e lottizzati. Parti con Gratteri ministro della Giustizia e finisci in un giochino di sottosegretari del tipo Indovina chi non è Inquisito. Parti fottendo Letta nipote che è troppo vecchio per il cambiamento eppoi passi le giornate a trattare leggi con Letta zio, lui sì un rivoluzionario bello fresco. Parti volendo rottamare Bersani e il decrepito politicame, si scopre che ti fai pagare la casa dagli amichetti in affari come il decrepito politicame: però come Bersani no, ché lui almeno l’affitto se lo paga. Predichi che sembri Mazzini, eppoi razzoli con Verdini. Ti senti il numero Uno, ma se serve senti anche la P2 e la P3. Tutto così: chiacchiere e distintivo, chiacchiere e istintivo paraculo istintivo. Ma la mano spessa d’effetti ed offerte speciali che ti sei dato non può durare. Già non dura. Lì sotto ci sono i fatti, per chi li vuole vedere. E per chi no, c’è una foto da guardare. Tu con Peter Cameron in visita a Londra, titolo: Blair guarda che cazzo hai combinato. Europa, economia, soprattutto politiche del lavoro d’accordo su tutto. Più flessibilità, più flessibilità, più flessibilità: che poi sarebbe precarietà, precarietà, precarietà. L’occupazione aumenta licenziando, la sete ti passa con prosciutto e pasta d’alici. Bella bellissima, questa Concordia: benaugurante quasi quanto quella di Schettino. D’accordo su tutto, ma soprattutto su una cosa. Senza Blair non ci saremmo, non faremmo i primi ministri. Un modello per noi, un cazzo di mito. Peccato che il compagno Cameron sia un conservatore figlio di conservatori uscito da un college conservatore per figli di conservatori milionari, un tipino simpatico e popolare che in Inghilterra sta privatizzando gli ospedali. Uno di destra, un tory scatenato. Che in confronto al nostro Arthur Renzarelli sembra Zapatero, Che Guevara, Landini della Fiom: in Inghilterra il conservatore che più conservatore schiatti Peter Cameron ha appena legalizzato i matrimoni omosessuali eeehhhi, non me l’aspettavo signora Cunningham!!! E poi dice che uno diventa anglofilo, in quest’Italia dove le lezioni inglesi si prendono a spizzichi e bocconi i bocconi più di merda, possibilmente. Ma del resto questo siamo. Un paese arretrato, poco civile, per niente serio. Un paese in cui anche le migliori riforme finiscono riformate: nel senso di scartate, come al militare. E in fondo, questo ci meritiamo. Un premier arretrato, centrista, lobbista e confessionale, un massone cattolico, un doroteo rifatto, un manipolatore che sceglie belle fighe e orrende cravatte. E questo ci meritiamo d’essere. Un paese che si vota a uno senz’averlo votato, ma uno che ci guida sicuro e velocemente. Velocemente da nessuna parte.