A questi giovani vecchi del Partito Democratico-Cristiano della sinistra gli fa schifo tutto, tranne lo schifo della sinistra. Diritti, uguaglianza, giustizia sociale? Subito gli viene l’eritema, la tachicardia, la sciolta a zampillo: sono intolleranti, poco da fare. Scannarsi fra di loro, fare il kamasutra coll’avversario, resuscitare Berlusconi? Questo sì che gli piace, ai ragazzi morti da piccoli: bissare Andreotti e Forlani girando il remake di Prodi e D’Alema, la tradizione nell’innovazione della faida cattocomunista. Figata. Letta comparuccio d’Alfano contro Renzi barboncino in seconda di Berlusconi — con Angelino e Silvietto che alla fine fanno la pace e fanno il culo alla boy band dei Pd-Direction. Un film talmente visto che il cinepanettone ti sembra David Lynch. Abbiamo spesso accusato Renzi d’essere un berluschino ma non era vero: lui è un dalemino, un dalemissimo, un D’Alema meglio di D’Alema. Soprattutto per Berlusconi. Niente e nessuno come il gggiovane Matteo lo ha tirato su così in fretta: nemmeno la pasticca di Viagra da un chilo che gli preparano alla Nasa, nemmanco la Bicamerale con doppi servizietti. Essì che Massimo ha fatto il massimo, per lui. D’Alema per Berlusconi è stato più che un amico, più che un fratello, quasi un fratello della P2. Accordi salva-Mediaset, il conflitto d’interessi salvaguardato come il chiurlo maggiore dalla Lipu, taglio su misura di leggi leggine e fettine di culo: tutto per mettersi in politica e in società con Silvio, così poi dividevano a metà. E vaglielo a spiegare che i cimiteri sono pieni di gente che voleva essere socio di Berlusconi. Renzi uguale. Solo molto più moderno, più bravo, più veloce di D’Alema a togliere Silvio dalla merda: quello c’ha messo due anni, tu neppure due mesi. Bravissimo e velocissimo, tutti i giornali gli battono le mani e le prime pagine. Che poi è come applaudire uno perché si è schiantato sullo stesso muro di un altro, ma a 200 anziché a 80 all’ora. Complimenti: uno sfracellamento bellissimo (foto). Due mesi che Renzi è segretario e Berlusconi gli vuole già più bene che a Dudù per quanto è servizievole. Decrepito, stanco, con più rotoli d’un tappeto, abbandonato come un cane ad agosto e decaduto come Emanuele Filiberto: Silvio Porcelloni era combinato così, ma poi è arrivato il suo ex concorrente alla Ruota della Fortuna e la fortuna è cambiata pure per lui. Di nuovo al centro delle trattative e della scena, praticamente un padre della patria — ma modesto, piccolo: un padrino, ecco. Matteo il Re della Sveltina c’ha i social media, i web-watcher, c’ha la comunicazione crossmediale ma c’ha pure gli occhiali brandizzati Parmacotto: e con tutto quel prosciutto sugli occhi non vede il suo loculo extralusso nel mausoleo di quelli che con Silvio prima ci accordiamo e dopo lo fottiamo. Eccome no. Chiedete a Fini, appena c’ha un minuto di tempo lì alla fraschetta del porchettaro dove lavora adesso; chiedete a Pier Casini, che dopo la Civica ha fatto una scelta cinica ed è tornato da lui rimangiandosi una quintalata di merda per campare politicamente. Renzi si crede furbissimo e d’avercelo lunghissimo, ma è un coglione tipo quello che nei programmi giapponesi s’infila travestito da bistecca nella gabbia della tigre. Solo che al posto della tigre c’è il Caimano, e al posto della bistecca c’è l’Italicum. Che, visto quanto ha giovato al Caimano in questione, bisognerebbe chiamare ForzaItalicum. Silvio che recupera pezzi d’alleanza, percentuali nei sondaggi, vecchie fiamme fra i leccaculo chic che l’avevano sepolto. Renzi che sbuffa, che litiga, che perde la calma e la patina nuova nuova dell’iPhone appena scartato. Si vedono le ditate, il sudore, forse inizia a vedersi il trucco. Non è ancora legge, ma il ForzaItalicum già funziona alla grande: dopo ‘sta botta di strategia, Renzi se non vuole fare il D’Alema (andare al governo senza elezioni) può fare il Bersani (andare alle elezioni senza governo perché da favorito perde o pareggia). Silvio prende velocità, Matto Matteo lo prende in quel posto là. E noi con lui, eh. Perché grazie a questo bello ‘ncuacchio di legge elettorale al voto avremo l’imbarazzo della scelta. Anzi, delle scelte: o Berlusconi, o Berlusconi, o Berlusconi. Ma personalizzabile secondo le tue tendenze, caro consumatore votante! Ti piace l’inglese a cazzo, fare tanto casino per niente, una politica del lavoro più a destra di Confindustria e delle Colonie negriere? Wow! Per te oggi c’è Berlusconi Young, la fragranza di Silvio by Matteo Renzi col suo Jobs Act, la nausea per i sindacati che hanno rovinato l’Italia e il consulentone off-shore Davide Serra che se Electrolux vuole dimezzare gli stipendi twitta che è razionale e pure un sacco trendy. Preferisci lamentarti e basta, dire che fa tutto schifo lì dal bar o dal computer, sei uno che per tutta la vita ha votato i peggiori però si sente sempre il migliore? Caro cliente, per te la scelta è Berlusconi Sport, la carica eversiva di Silvio coll’agonismo simpatico e goliardico di Beppe Cinquestelle! Niente politica vera, solo supercazzole incazzate come piace te: rissa per farsi notare, Napolitano boia, la Boldrini puttana, in mancanza di meglio pure la Bignardi, Sofri e Peppa Pig nemici del popolo da stuprare simpaticamente in streaming. Ma stimato cliente, ma caro amico, tu sai la verità: belle le copie, ma l’originale è l’originale. Il classico non si batte. Quando sarà vai lì al seggio, fatti la croce eppoi falla su Berlusconi Pregiudicato Gran Riserva: ma non mentale, perché ormai né lui né noi abbiamo più la forza di dirci che meritiamo di meglio.
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