martedì 23 dicembre 2014

BUON PITALE

La più bella, il Turco Napolitano, se l’è tenuta da stappare per l’ultima dell’anno di mandato: L’intreccio inedito fra mafia e politica è un nodo molto grosso. Inedito! L’avete capito che era una battuta no? Il leader del Tiro Mancino non poteva dire sul serio, dai! Dopo aver fatto tutto quello che era in suo potere (e anche un po’ fuori dai suoi poteri presidenziali) per affossare l’inchiesta Stato-Mafia? Dopo aver dato un consiglio da superiore al Consiglio Inferiore della Magistratura, che prontamente ha violato tutte le sue regole interne per votare capo della Procura di Palermo un certo Lo Voi (senza titoli, ma che si fa i cazzi suoi)? Dopo aver deposto davanti ai magistrati sulla Trattativa dicendo che non ricorda, eppoi ricordandosi di deporre fiori e ceri alla madonna se Nino Di Matteo il pm facesse la fine di Santino Di Matteo, il bambino sciolto nell’acido? Ovvio che scherzava, su! Tant’è vero che nello stesso discorso se l’è presa subito con le toghe che vogliono essere protagoniste. Ecco, ecco: rovinarti la vita, farti nemici tutti dal Quirinale a Qui Quo Qua, ricevere moniti del capo dello Stato e capini di capretto per Natale solo perché vuoi fare il tuo lavoro non è civismo: è protagonismo. Insomma se i cazzi amari te li vai cercando manco se te l’avesse ordinato il medico, o sei diabetico o sei scemo… Un ragionamento moderno, intelligente, illuminato. Del tipo per forza le violentano, guarda come si vestono da puttane! E’ un po’ come dire che Veronesi ti fa venire il cancro per fare il figo, il protagonista: no tumore no party! Troppo bella, troppo divertente! E infatti ci ha fatto piangere, dal ridere. Grazie Presidé, per le lacrime Napolitane che versiamo salutandola. Grazie, Babà Natale, per tutti questi doni lasciati sotto l’albero e sotto l’alto patrocinio.

Innanzitutto per l’onestà: come promesso Lei lascia quando le riforme sono incanalate per bene, e colla riformattazione del Csm le procure sono inculate per benino. Missione compiuta ma non alla missionario, alla pecorina. Poi c’è il dono della chiarezza, che non deve mancare mai: su certe cose e su certa cosa nostra, la chiarezza è un peccato Capitale. Tipo la mafia a Roma, che per non vederla bisognava essere più ciechi di Carminati er Cecato. Fortuna che il Paese e la sua classe digerente sono sempre girati dall’altra parte, dall’altra App, dall’altro Appalto. E quindi  grazie anche per l’aperto sostegno a questo governo, a sua volta sostenuto dalla stampa connivente o fumogena che va appresso alle panda rosse da parcheggiare e non vede la Pandora fasciorossonera da scoperchiare. Grazie Babà Natale, ringraziamenti sentitissimi (specie in certe zone poco soleggiate…) e a mai più rivederci. Non si preoccupi, non si disturbi, sugli scandali non si scusi come faceva Pertini: la cenere e il carbone che c’ha portato nel Sacco di Roma lo pagheremo noi, ma due parole d’indignazione a lei sarebbero costate troppo, in effetti.

Ma alla fine del semestruale europeo, anche Renzi ha finito il suo ciclo a Strasburgo: dopo aver ottenuto un cavoletto di Bruxelles di risultati, noi lo salutiamo commossi sul lines seta ali dell’entusiasmo! Grande Matte, bentornato! Ganzissimo, il cocco balocco di Babà Natale! Vai SexyToyBoyScout di Silvio! Le primarie, la segreteria, il governo: che annata per te, che inculata per Letta. Per noi no: abituati all’ombrello aperto di Altan, capirai che ci fa il tu’ cantuccino… Per niente risentiti di culo, ti facciamo auguri di cuore. Passa delle feste serene, trascorri tante serate liete coi tuoi amichetti giocando al Farinetti inquisito in Fiera, al Circo di Moira Orfini a Roma, al gioco dei Quattro Cantone messo lì come foglia del figo che sei a fare finta di niente mentre i corrotti si mangiano tutto col tuo permesso. Un non-silenzio assenso, l’assenzio delle dolci chiacchiere  fuori stagione e fuori luogo, senza i fatti. Grazie e buon Natale anche a te. Noi come regalo non ti chiediamo niente sappiamo che li hai tenuti tutti per Silvio ma quando vai in televisione evita almeno di rifarlo con Clerici e Vespa insieme. Ecco se tu potessi risparmiarci questo Trio, noi potremmo evitare di bestemmiare dio nel giorno del suo compleanno…

Ed eccolo, eccolo, eeeeccoloooo qua, quello per cui Renzi si è sputtanato la tredicesima di maggio alle europee! Del resto che Natale Papaluto sarebbe, senza il Panettone e il Rifattone? Perché anche se lui preferisce i festini, Silvione è come il festone sull’albero, è come il Presepe, in fondo è proprio come il Natale: tutti a dire che due palle e un puntale, tutti a darlo per finito. Tutti, soprattutto e sopra tutti i suoi ex laudatori e lustratori di chiappa, gli ex analisti nel senso dell’ano, gli editorialisti già visagisti del suo faccione di culo. Silvio andato, partito, finito, partito finito e lui peggio. Stecchito politicamente, ad accudire vecchi col femore steccato; a raccontare barzellette spinte a quelli spinti colla carrozzina. Ma poi Natale ritorna, e siamo tutti lì: e se ritorna Papy Natale saranno tutti lì, tranquilli. E se passata la sbornia da rosè toscano all’idrolitina fanfaniana al centro del presepe dovesse esserci di nuovo Silviù dopo il bambin Jesus Christ Supercazzola finito in bocca ad erode e all’erosione da balla, gli unici a meravigliarsi di ritrovarli di nuovo tutti in adorazione sareste voi. Silvio no, Silvio conosce i suoi polli: e noi dobbiamo riconoscergli che saremmo abbastanza polli da ricascarci ancora. Lui ci spera, nella nostra disperazione, senza morire disperato: a quello ci pensano i suicidati per debiti, così utili per farci sentire quanto siamo privilegiati in queste belle feste del cazzo. No, Silvio no, né muore né l’ammazzi. Aspetta, cavalca l’onda renziana e nel frattempo si fa cavalcare lui, da Matteo. Sul Quirinale non ho posto veti. Sul Nazareno, sul Colle, su tutto, lui tira giù le braghe. Silvio si toglie le mutande che manco con Ruby: e chissà che servizietto gli ha promesso, allora, Renzy Rubacuori...

Non vi basta? Ma qui c’è ancora da scartare: e mica sono scarti, eh! Non ancora, perlomeno. Nel perfetto spirito natalizio ed escrementizio il fossilizzato Movimento 5 Stallo in parlamento, per dire, ha tantissimo da dare: pretesti e parlamentari a Renzi, principalmente. Ma non soltanto. Con Casaleggio può dare di matto, con Grillo dare in escandescenze e dare le dimisionni dandosi all’ippica e alla filippica a pagamento del tour. Il Movimento lento, sempre più fermo sulle sue posizioni, può dare tutto: specialmente l’esempio di come sprecare un’occasione, un consenso, un’opposizione con un minimo di senso politico.

E veniamo a Noi. A Noi Con Salvini, per l’esattezza. Ovvero l’angolo del buonumore sotto l’albero, del buon muschio sotto l’ascella pezzata su Oggi. Un ragazzo sveglio, col fiuto politico e non solo, col pelo sullo stomaco e sulle copertine dei settimanali. Lo stage fatto con Bossi e Belviso sulla Padandrangheta in verde e il traffico di diamanti in Tanzania era un patrimonio, un know how, un titolo che la Lega non poteva sprecare, dopo averlo pagato quasi più della laurea albanese del Trota che Tirana a campare. Così, preciso per le ricorrenze, ecco il pacco dell’altro Matteo, quello che dà la botta finale al nome pià sfortunato di questi anni sfigati. Noi con Salvini è un’idea meravigliosa, più di quella che s’era messo in testa Cesare Ragazzi: e più finta, più riciclata, più pacchiana dei capelli nei suoi toupé. Ma se ne sentiva la necessità, proprio. Una Lega Nord che si fa chiamare Noi a mezzogiorno: così piace a grandi, piccini e picciotti quando si mettono a tavola.  Sfondare al sud con un nuovo soggetto di politica vecchia, assecondare la richiesta del mercato di voti del sud con un bel partito fasciomafioso, un leghismo lepenista e meridionalista. Il disagio dei terroni? Colpa dell’Europa, dei negri, della politica comandanta dal Nord: che saremmo sempre noi, quelli di prima. Che adesso però vogliamo eccome risolvere i problemi di voi baluba, addirittura senza gridare Napoli Colera e Forza Etna. Dopo anni di pestaggio, un riciclaggio e un autoriciclaggio che se in Italia ci fosse un governo intenzionato a punirlo seriamente sarebbe da andare in galera. E invece è solo da gorgonzola andato a male, in una galleria di puzzoni osceni, di facce da caciotta e da cazzotti. Il più fresco che si è unito ai ragazzi delle compagnia delle Minchie è una muffa trasformista di nome Moffa, uno che in politica ha visto più reincarnazioni di un’unghia in uno scarpone da trekking: che come inizio, sembra già una bella fine. Sul sito non bello, ma nemmeno Belsito c’è Salvini con scritto grosso C’è Bisogno di Te. E funziona: tu a vedere Salvini, che c’è un certo bisogno lo senti e devi correre subito…

Un quadretto da restare senza parole: ma perché poi, che ancora non si pagano? In attesa che trovino il modo d’impacchettarle in qualche fichissimo pay-per-speak col plauso del nostro gggiovane premier meglio fico e grande fan della mela, vi facciamo tanti Apple-Auguri a gratis. Buon Natale: iRicchi e iPoveri, iMalati e i Sani, iForti e iDeboli. Buon Natale a tutti quelli che di solito salutiamo con buonanotte e buonafortuna, che era il saluto di Ed Murrow. E a cui stavolta tocca un buonafortuna e buonanotte al secchio, che è il saluto del Papaluto al pitale sotto il letto di spine dell’Italia. Buon Pitale a tutti, allora.